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Casa dolce casa.
"giadaaaa" neanche il tempo di uscire dall'aeroporto che Alice mi travolse con la sua chioma ricciola 
"ali" mi strinse a se soffocandomi
"mi soffochi così però" lei si staccò sorridendomi
"come stai? Andato bene il volo?"
"bene e si, è andato bene" lei sorrise contenta
"allora dove ti porto?"

"cara mia qui c'è bisogno della vecchia vita" lei mi guardò stranita
"devo raccontare tante cose a tutti" lei annuì già sapendo il discorso che avrei dovuto affrontare con i miei.
Dopo il GP avevo deciso di ritornare a Milano, purtroppo prima o poi avrei dovuto affrontare quel discorso e avevo già rimandato fin troppo.

Ero in macchina con Alice per tornare a casa, stavamo cantando ma il telefono iniziò a vibrare interrompendo il concerto improvvisato.
Era un messaggio da parte di uno sconosciuto. Lo aprii trovando una foto.
Charles con una ragazza...

Era di poco fa se non di oggi stesso perché aveva una stampella. Erano in un bar, seduti, lui le teneva la mano e lei gli sorrideva. Due fidanzati...
"giada tutto bene?"
"puoi fare inversione? Devo vedere una persona" lei annuì stranita ma non fece domande.

"ok fermati qui" lei si fermò di colpo in mezzo alla strada
"sicura che vada tutto bene?" io annuii
"tranquilla, grazie di tutto ci sentiamo così usciamo va bene?" lei annuì salutandomi con un bacio sulla guancia.
Dopo aver preso la valigia lei parti e io mi avvicinai al palazzo cercando subito il suo cognome.

-chi è?
-sono giada
-Giada?! Che ci fai qui?! Sali dai

Non avevo detto niente se non il mio nome e milioni di domande mi avevano colpito.

Presi l'ascensore e appena le porte si aprirono lo trovai lì come suo solito senza maglietta e i pantaloncini corti. Non era cambiato di una virgola se non per l'altezza e qualche lineamento più marcato
"ciao davide" lui era appoggiato alla porta e io non gli diedi neanche il tempo di parlare che mi fiondai fra le sue braccia
"giadina ei" non era mai stato un tipo affettuoso ma con me era diverso. Certo sempre un po' freddo ma era come se avesse sempre quell'occhio di riguardo

Entrai in casa e appoggiai la valigia da qualche parte. Mi girai verso di lui e lo trovai fermo aspettando che io dicessi qualcosa
"una terea e un no da parte tua?" lo guardai sperando che capisse
"andiamo forza" io sorrisi per quel che potevo e lo seguii sul balcone.

Era sempre stato un momento quasi nostro per modo di dire, lui si fumava una terea e io che chiedevo un tiro ma ricevevo sempre la stessa risposta
"no"
Ci avevo fatto l'abitudine ormai e in questi momenti, eravamo solo io e lui che parlavamo di ciò che ci succedeva, era come se fossimo in una bolla e i problemi poi sarebbero rimasti lì dentro.

Aveva appena incominciato e io ogni volta rimanevo lì a guardarlo per sperare che mi concedesse un solo tiro ma ogni volta andava a finire sempre nello stesso modo. Questa volta però io non lo guardai, ero persa nei miei pensieri e trovare un inizio era più difficile del previsto.

Sentii qualcuno toccarmi la gamba e mi girai verso di lui
"tieni dai" io guardai le sue mani
"è uno scherzo?" lui scosse la testa ridendo
"uno solo" io titubante accettai e la portai alle labbra tornando indietro con i ricordi.
"che succede Giadina" io abbassai la testa

"non mi sposo più" lui rimase in silenzio, non si mosse neanche. Era sempre stato così, forse era proprio questo cosa che ci spingeva a parlare l'uno con l'altra, eravamo l'opposto. Lui restava in silenzio quando avevo un problema e io invece cercavo di colmare quei vuoti.
"ho lasciato tutto per andare da Charles, mi sono fidata per la milionesima volta e ci sono ricascata"
"che cos'ha fatto?" alzai le spalle

"non so neanche spiegartelo davide. È semplicemente lui, dice una cosa ma fa l'opposto. Mi cerca ma poi mi allontana." lui sospiro sistemandosi il ciuffo
"non è quello che hai sempre voluto?" io lo guardai male dandogli uno schiaffetto sul braccio
"stupido dai" lui rise
"se non lo vuoi vattene, se lui si comporta così e tu ci stai male vattene. Si renderà conto di ciò che perde perché prima o poi dovrà fare una scelta" io mi guardai le calzine
"e sé quella scelta volessi essere io?"

"e se lui ti facesse stare male?"
"non puoi saperlo" lui mi guardò
"hai la prova ora" io lo guardai consapevole che aveva ragione
"cosa dovrei fare? Io odio doverlo ammettere ma ci sto male e lui mi piace, mi fa battere il cuore ancora. Certo mi ha fatto soffrire e non poco ma non è questo l'amore?" lui scosse il capo
"giada io non so bene cosa sia l'amore ma di sicuro far soffrire la persona che ami non lo è. Lui ha sbagliato e si stava facendo perdonare, ma ora dove sei? Punto e a capo"

Io sbuffai
"guarda qui" gli mostrai il telefono con la foto
"dammi anche quella roba che tu te la finisci e hai già fatto tre tiri" io mi imbronciai
"stronzo" mi lasciò perdere concentrandosi sul telefono
"chi te l'ha mandata?" io alzai le spalle e mi ripresi il telefono
"non lo so, l'unica cosa di cui sono certa è che l'hanno scattata di recente"  lui mi guardò pensieroso
"e se fosse stato prima che tu ci parlassi?"

io mi accigliai
"lo stai giustificando?" lui alzò le mani in segno di difesa
"non sei d'aiuto così" incrociai le braccia offesa 
"non puoi sapere quando è successo e finché non ci parli non puoi arrivare a delle conclusioni. In più non siete niente praticamente se non ex" io lo fulminai per la sua schiettezza
"non guardarmi così sai che ho ragione" io non dissi nulla e gli rubai la sua amata iqos facendomi dei tiri.

Eravamo rimasti in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri
"che vuoi fare quindi?" io mi girai verso di lui
"divertirmi" lui alzò l'angolo della bocca sorridendo
"la mia piccola giadina che si vuole divertire?" io annuii
"potrò anche non essermi ubriacata così tante volte come te ma so divertirmi"
"uuuh che paura" io gli lanciai addosso il cuscino e rientrai in casa.

Avevo appena finito di cucinare la pasta al pomodoro perché se fosse stato per lui, avremmo mangiato delle semplici zucchine e pure crude.
"mi ero scordato di quanto fossi brava a cucinare" io risi
"non è che sono brava io è che sei tu che non mangi mai niente"
"gne gne" io risi
"tu cosa mi racconti? Hai preso la macchina nuova poi?" lui annuii

"si e credo proprio che ti piacerà" io lo guardai stranita ma poi quando alzò lo sguardo capii subito di cosa stesse parlando
"che cazzo dici" lui sorrise e annuì
"non è vero, mi stai prendendo in giro"
"vai a vedere tu stessa" si alzò prendendo le chiavi della macchina. Appena me le diede in mano mi emozionai nel vedere la marca.
Corsi giù nel suo garage a vedere la macchina ed era proprio lei. La macchina che sognavamo da ragazzini era lì al sicuro, senza un graffio e tutta lucida.
Il Porsche 911

Mi avvicinai lentamente e con estrema cautela la toccai. Lo sentii ridere
"quando avevi intenzione di dirmelo brutto stronzo" lui alzò le spalle
"facci un giro se vuoi" io sbarrai gli occhi e presi al volo le chiavi
"serio?" lui annuii e io mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia
"sali forzaaaa" lui entrò un attimo nel panico
"guai a te se gli fai anche un solo graffio" io non lo ascoltai e partii

Scusate ma dovevo, non poteva essere così facile il percorso dai. Magari si riaccenderà la fiamma tra Charles e Giada ma sta sbagliando tutto quelli li dai

Ritornerai mai da me?// Charles Leclerc Where stories live. Discover now