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"Ciao, Ron", disse Hermione stancamente al telefono, mettendo il vivavoce e posandolo sul piano snack di fronte a lei. Spinse da una parte la sua cena anticipata, mezza mangiata, a base di uova strapazzate e pane tostato: aveva improvvisamente perso l'appetito.

"Buon compleanno, Hermione", rispose lui goffamente, seguito da un coro di auguri di buon compleanno da parte di tutti gli altri abitanti della Tana - ovviamente anche lui l'aveva messa in viva voce. Hermione strinse forte le labbra per un momento e fece un profondo respiro dal naso. Non era esattamente contenta di essere esposta in pubblico senza che lui avesse prima ottenuto il suo permesso, ed era impossibile chiedergli di toglierla ora senza sembrare scortese con i Weasley. Il tono di Ron era teso e artificioso.

"Io... mi sono ricordato che oggi era il tuo compleanno e so che le cose... non vanno benissimo, ma... ho pensato di chiamarti. Spero che tu abbia passato una buona giornata".

Sembrava quasi che Ron si aspettasse una cioccorana e una pacca sulla testa per un risultato così elementare. Sembrava anche che la madre di Ron o Harry lo avessero spinto a chiamare Hermione, piuttosto che lui lo avesse fatto di sua iniziativa. Hermione si concesse di alzare gli occhi al cielo. Avrebbe preferito che non l'avesse chiamata affatto, piuttosto che chiamarla solo perché costretto dalla loro famiglia e dai loro amici benintenzionati, che a quanto pare non riuscivano a lasciar perdere quando Hermione lo desiderava, e non si trovavano da nessuna parte quando lei ne aveva bisogno.

Voleva dire qualcosa di mordace e cattivo, qualcosa che lo costringesse ad ammettere che chiamarla non era stata una sua idea, e che in effetti era l'ultima cosa che voleva fare.

"Grazie, Ron. È molto gentile da parte tua", disse invece lei, passivamente, con le parole che le uscivano dalle labbra come se fossero automatiche. "Apprezzo il sentimento. La mia giornata è stata... bella. Proprio bella".

"Sì... beh, ehm... La mamma si chiedeva se ti va di venire a cena da noi, stasera?" In sottofondo, Molly Weasley gridò: "Sì, per favore, cara!" Hermione trasalì. Ron ovviamente non voleva che lei andasse da lui, ed era l'ultima cosa che Hermione voleva in quel momento. Non voleva sedersi a tavola con Ron e tutti gli altri, sentendosi l'estranea nonostante i loro tentativi di renderla di famiglia, perché non era sicura di voler essere ancora di famiglia. E se la riconciliazione non fosse quello che voleva?

"Harry e Ginny sono qui, e Teddy, e Bill e Fleur. Potremmo fare una vera e propria festa. Tu... non devi essere sola per il tuo compleanno, 'Mione..." E lo stava dicendo davanti a tutti, pensò Hermione con una smorfia. Merlino, che umiliazione.

"In realtà, oggi ho pranzato fuori per festeggiare il mio compleanno. E ho già cenato, mi dispiace", aggiunse frettolosamente, lanciando un'occhiata colpevole al suo piatto di uova strapazzate mangiato per metà. "Magari un'altra volta? Ma ti prego, ringrazia Molly per aver pensato a me", disse, e poi continuò in fretta quando sentì Molly iniziare a dire qualcosa in tono offeso in sottofondo: "Ron, senti, puoi togliere il vivavoce? Io... Puoi, per favore?"

"Giusto. Sì, certo. Certo, aspetta", rispose brevemente Ron, e poi ci fu un attimo di confusione, con le interferenze statiche che uscivano dall'altoparlante, prima che Ron si facesse sentire di nuovo, con la voce che ora sembrava più chiara e vicina.

"Fatto. Aspetta un attimo, vado in camera mia". La sua stanza. La sua stanza, pensò Hermione stordita, e ricordò le lunghe estati alla Tana, e il risveglio con Harry e Ron, che russavano entrambi le mattine nella camera da letto d'infanzia di Ron. Il pensiero che Ron fosse tornato nella sua vecchia stanza alla Tana era... a dir poco sconcertante. Si udì un rumore di passi e il respiro di Ron che diventava più pesante e affannoso mentre saliva le scale - non più così in forma - e Hermione attese paziente e silenziosa, alzandosi e versandosi un bicchiere di vino bianco dalla bottiglia aperta nel frigorifero. Mentre Hermione sorseggiava il suo vino, si snetì una porta sbattere attraverso il telefono e poi Ron parlò, un po' trafelato.

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora