20. Just gonna stand there and watch me burn? 


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Questo capitolo contiene flashback
e scene un po' più pesanti del solito,
sentitevi liberi di saltarli
🩷

Katie

Non appena tornai da casa di Abby mi buttai sul mio letto, con l'unica intenzione di disperarmi guardando per l'ennesima volta la terza stagione di Teen Wolf.

Ero a casa da sola, quindi non c'era il pericolo di venire disturbata. Ma, come sempre, la fortuna non era dalla mia parte: il campanello di casa suonò nell'esatto momento in cui avviai l'episodio.

Imprecai sottovoce scendendo le scale.

Fuori dalla porta trovai l'ultima persona che mi aspettavo di vedere quel giorno.

«Ciao» mi salutò Josh, un sorriso raggiante sulle labbra.

«Ehi. Dave non...» stavo per informarlo del fatto che Dave non fosse in casa, ma lui mi interruppe con un bacio.

«Lo so. Sono qui per te».

Sorrisi, colta alla sprovvista da quell'affermazione.

Mi avviai verso la mia camera seguita da lui, dove mi lasciò un bacio sulla guancia prima di lanciarsi sul mio letto.

«Senza spaccarmi il letto magari, grazie» ridacchiai, appoggiando la testa sul suo petto e abbandonandomi al suo tocco solo dopo attimi di esitazione.

«Sei pronta per il ballo?» non mi accorsi subito della domanda, troppo presa a concentrarmi sul battito impazzito del suo cuore.

Mi limitai ad annuire contro il suo petto. Se avessi parlato avrebbe scoperto che fosse una bugia.

«A proposito...» mi fece subito intendere a cosa si riferisse senza neanche aver bisogno di finire la frase.

Dovevo parlarne con Dave, lo sapevo più che bene. Ma ogni volta che mi imponevo di farlo mi ritrovavo a scappare.

Non capivo neanche perché fossi così preoccupata, dopotutto lui mi aveva confessato di provare qualcosa per Abby. Era praticamente la stessa cosa, eppure avevo una paura tremenda.

«Lo farò stasera».

Lui annuì, non molto convinto, mentre con la mano continuava ad accarezzarmi i capelli.

Compieva quel gesto in un modo così spontaneo, trasmettendomi un senso di pace che poche volte avevo provato in vita mia.

Quando ero con lui mi sentivo più leggera, libera da tutti i giudizi che mi portavo appresso solitamente. Perché lui, al confronto di tutti quanti, non si era mai fatto influenzare da essi. Era una delle poche persone che conosceva la vera me, e nonostante ciò era rimasto al mio fianco.

Alzai il viso nella sua direzione, così da riuscire a fondere le nostre labbra in un bacio disperato.

Lui intensificò il tutto quando mi sedetti sulle sue gambe. Le sue mani finirono sui miei fianchi, stringendoli in una presa quasi possessiva. «Ancora non riesco a crederci»

«A cosa?»

«Al fatto che posso fare questo tutte le volte che voglio» riprese a baciarmi, cercando la mia lingua con la sua.

I miei fianchi si mossero involontariamente alla ricerca di un contatto più intimo.

Se qualche settimana fa mi avessero detto che mi sarei fidanzata con lui sarei scoppiata a ridere, specialmente perché avevo sempre creduto di non essere portata ad amare. Non ero mai stata in grado di far rimanere le persone, e nonostante io stessi provando a superare questo ostacolo, la paura di mandare via anche lui era davvero tanta.

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