0.6 Dolce Amaro

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Ti avverto che prima o poi la pagheraiFosse per me io da qui ti caccerei

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Ti avverto che prima o poi la pagherai
Fosse per me io da qui ti caccerei

New Orleans - 1932

«Per me solo un caffè, la ringrazio.»

«E la signorina, cosa prende?»

Iliana era nascosta dietro un enorme menu, i suoi occhi che vagavano tra la quantità esagerata di dolci riportati nella sezione apposita, che prendeva ben tre pagine.

Quando Victor le aveva detto di aver meritato molto di più di un dolce, di certo non era quello ciò che si era aspettata. Credeva lui avesse parlato in modo metaforico e non così letterale: tra bignè, praline, torte, crostate, frittelle e gelati, c'era davvero l'imbarazzo della scelta.

Victor aveva saputo portarla in un piccolo paradiso terrestre per gli amanti dei dolci, come si era riscoperta lei sin dal suo arrivo a New Orleans.

«Lillian?» Iliana riemerse da dietro il menu e qualcosa, nei suoi occhi, dovette divertire Victor, perché la sua espressione, di solito algida e imperturbabile, si ammorbidì appena. «La ragazza sta aspettando.» Fece un cenno in direzione della cameriera, che attendeva paziente, il block notes in mano.

«Oh, sì, sì, certo. Mi scusi!» Iliana arrossì e tornò a sbirciare il menu un'ultima volta: ma come si faceva a decidere? Lei voleva provare tutto! Ma non poteva di certo ordinare un bignè con gelato, servito con praline e contorno di frittelle, giusto? Non era neanche convinta che il suo corpo umano potesse ingerire tutti quegli zuccheri senza collassare.

Un dito si poggiò sul bordo del menu e lo abbassò lentamente. Victor le rivolse un sorriso furbo, i suoi occhi che brillavano dietro le lenti degli occhiali.

«Non è il tuo ultimo giorno sulla terra, puoi scegliere una cosa e la prossima volta provare altro.»

«La prossima volta? Mi ci riporterai?»

«A parte il fatto che potresti venirci anche da sola» ghignò lui, tornando a poggiare la schiena contro la sedia. «Ma se ti comporterai bene, potrei anche accompagnarti di nuovo.»

Iliana sorrise quando lui ammiccò e poi fece di nuovo cenno verso la cameriera.

«Allora, un gelato fragola e cioccolato, per favore.»

«Gradisce della panna?»

«Sì, la ringrazio.»

La cameriera appuntò l'ordine e si allontanò verso il bancone.

«Perché non mi stupisce? È così tipico di te, ma petite.»

Iliana gli fece una mezza linguaccia.

Il gelato le venne servito in una coppa di vetro grande quasi quanto la sua faccia e, sulla montagna di panna, c'era persino una spruzzata di scaglie di cioccolato. Quando assaggiò la prima cucchiaiata, mugolò di piacere.

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora