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Delle coccole tra le ciocche soffici dei miei capelli mi risvegliano con dolcezza. Due pozze color nocciola mi accolgono e mi provocano uno sfarfallio nel respiro.

«Ciao, dormigliona.»

«Hai dormito bene nel mio letto?» arriccio il naso e sono quasi certa che le guance si siano tinte di rosso come delle fragole mature.

«S-sì» farfuglio.

Jacob si avvicina ancora di più con il viso, dalla distanza irrisoria che ci separa riesco a specchiarmi nei suoi occhi.

«Jacob» affermo, sopraffatta dalle emozioni. Nel frattempo, il ragazzo fa sfregare i nostri nasi con estrema lentezza, respirando la stessa aria.

«Mi confondi così. Ti avevo chiesto di non farlo.» Jacob chiude le palpebre per una frazione di secondo, forse per raccogliere il coraggio. «Lo so. Hai ragione. Ma non riesco a farne a meno. Vorrei tanto mantenere le distanze tra noi ma è più forte di me, ti voglio sempre intorno» confessa sembrando in impaccio, ma i suoi occhi... i suoi occhi non si schiodano mai dai miei e mi trasmettono tutta la sicurezza di cui ho bisogno.

Una lacrima solitaria percorre la guancia e Jacob l'asciuga con il polpastrello, sul volto gli si disegna il sorriso che mi ha conquistato fin da subito.

«Quindi?» incalzo.

«Voglio te, Ann.» trattengo il respiro e spinta dall'audacia che mi contraddistingue mi lancio sulle sue labbra che mi accolgono già pronte. Quanto ho aspettato per sentirmi dire queste tre semplice parole. Non mi interessa se sono precipitosa, non ho bisogno di altro. Ho solo voglia di lui, di sentire il suo corpo sul mio ed essere stretta tra le sue braccia. Al sicuro dal resto del mondo.

Un dolore sordo cattura la mia attenzione, all'altezza dello stinco. Non riesco a respirare. Mio Dio, che male!

Porto la mano all'origine di tale fastidio e provo a dargli sollievo con delle coccole.

Qualcosa non va, così apro gli occhi e il vuoto della stanza mi risucchia. Di fronte a me c'è un Jacob dormiente e ignaro di tutto.

Così, capisco. Era solo un maledetto sogno. E il bel ragazzo mi ha sferzato un calcio mentre dormiva.

Continuo a massaggiare l'osso colpito. «Ahi»

«Tutto bene?» i suoi occhi si spalancano, nonostante la penombra le intercetto, sembrano preoccupate. La distanza tra noi è minima, l'unico dettaglio simile al sogno.

«Sì, mi hai tirato un calcio.»

«Scusami. Non volevo» sussurra con voce impastata dal sonno, credo di non aver mai udito un suono più erotico di questo.

«Dove... ti ho fatta male?» stropiccia il palmo della mano sugli occhi. In silenzio gli mostro ciò che mi ha chiesto. Jacob, senza pensarci neanche un secondo, porta la sua grande mano sullo stinco. Il suo tocco è caldo, una sensazione di benessere si protrae lungo le gambe, fino ad arrivare nel mio basso ventre. Dovrei darmi una controllata o potrebbe accorgersi del mio turbamento.

Detesto quando gli ormoni decidono di non collaborare.

«Ti prendo del ghiaccio?» le sue iridi si incatenano alle mie, facendomi sentire sotto scacco.

«No. Dai. Sono una giocatrice di football, ho preso colpi peggiori di questo» sorrido e cerco di rassicurarlo.

«Hai una lacrima... qui.» passa il pollice lungo la scia che quella traditrice ha lasciato sul viso. Cuore, ti prego, se mi senti resisti perché potrei cedere da un momento all'altro, ti avverto.

Maledetto Jacob Reyes e i sentimenti che mi costringi a provare non appena mi guardi e mi sfiori, ogni volta cado vittima delle tue dolci attenzioni.

«Non volevo farti male.» indugia sulle mie guance con delle leggere coccole con i polpastrelli.

Un Gioco da Ragazze - A Girl's GameTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang