La rivelazione

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Il sangue delle persone cattive è nero, nero come l'anima di chi ha commesso un crimine. Ma solo quando queste capiranno la gravità delle loro azioni, il senso di colpa, sotto forma di una piccola macchia bianca, si farà largo nella loro anima.

Hotel pov

Vent'anni prima:

" Cazzo Mark, te l'avevo detto che non dovevamo fare affari con quei due. Adesso gli sbirri ci tengono d'occhio ". Gli dissi con foga.

" Calmati Vincent, non avrai mica paura, uno è un debole e l'altro è una checca.
Ieri l'ho visto che si faceva il barman del Jenny's. Sai, se non fossi ete... ".

" Stai zitto Mark, non capisci mai la gravità delle cose, parli quando non dovresti farlo e fai battute inopportune. Quindi per una fottuta volta tieni chiusa quella cazzo di bocca ".

" Senti chi parla, lo sai anche tu Vince, se non fosse per me tu non saresti qui, azzardati un'altra volta a parlarmi così e * con la mano simula una pistola e me la punta alla tempia * ".

Mark aveva ragione e questo m'infastidiva ogni giorno di più, infatti un groppo alla gola mi bloccò le parole.
Così presi la pistola e uno sguardo di terrore tradì gli occhi di Mark.
Provavo una certa soddisfazione, il solo pensiero di fargli del male, di veder scorrere il suo sangue su di me, che cola dalle mie mani, mi faceva sentire bene.

" Dai Vince, non dirai sul serio, alla fine sei tu che mi dai una mano con gli affari". Mi disse facendomi l'occhiolino.

" Oh povero Mark ". Mi rigirai la pistola tra le mani e lui indietreggiò di scatto.
" Amico stavo solo scherzando ".
Lui fece un sospiro di sollievo.

E invece no, un colpo di pistola sarebbe stato troppo semplice e indolore per ammazzare quel bastardo.
Io volevo vedere il terrore, la paura nei suoi occhi, la carne tra le mie mani.
Quindi optai per un'accetta.
Mi avvicinai lui, feci per stringergli la mano e invece gliela girai. Il suono delle ossa che si spezzarono risuonò nella stanza. Musica per le mie orecchie.
" Che cazzo fai, Vince ".
Era solo l'inizio.
Gli diedi un colpo alla testa, uno allo stomaco e uno dietro alla schiena.
Dopodiché incomincia a farlo a pezzi.
L'intenso odore del sangue mi invase le narici. Che profumo delizioso.
Gli staccai un dito del piede, il mignolo per precisione, da aggiungere alla mia collezione. Scelsi proprio quello perché quando siamo vivi è quello che ci permette di stare in equilibrio.
E io in quel momento l'avevo privato del suo equilibrio.
Terminata la mia opera la osservai da lontano.
Ora potevo dormire sonni tranquilli.

Presente.

Daisy pov

Giunta a casa attaccai il terzo biglietto alla bacheca e come previsto dietro d'esso c'erano le righe, una rossa e l'altra nera.
Ripensai più e più volte all'indovinello.
" superficiale, vetrina, mare... ".
Ci sono.
Corsi davanti al mobile che conteneva la collezione di piatti di porcellana alla quale mia nonna era molto affezionata.
Dopo una rapida occhiata, scorsi una biglia blu in un piatto fondo.
Ma certo, un piatto può essere sia fondo sia piano.
In due passi mi trovai in salotto e riposi la biglia nel secondo cerchio della casetta di legno ed essa la risucchiò.
Perfetto, adesso ne mancavano solo tre.
Tra mezz'ora dovrò andare a prendere Kelly.
È meglio che mi preparari.

Kelly pov

Erano le nove e mezza.
Per fortuna tra poco tornerò da Daisy.
La gamba mi faceva ancora male, durante la notte le infermiere mi avevano somministrato un paio di antidolorifici che avevano fatto il loro lavoro.
La porta della stanza si aprì.
Era " hotel ", anzi " Micheal ", o meglio ancora Vincent, il suo vero nome.
Un uomo dai capelli e occhi neri, impenetrabili come la sua anima, alto circa un metro e ottanta.
All'apparenza affascinate ma quando lo senti parlare è peggio di uno scaricatore di porto.
Si avvicinò al letto e posò una mano sulla mia gamba.
Un tremore mi scosse.

Vincent pov

" Buongiorno tesoro, come stai oggi ? ".

" Starei meglio se di prima mattina non fossi costretta a vedere quella faccia da cazzo che ti ritrovi ".

" Aggressiva la ragazza ".
Avevo voglia di giocare, ma non era ancora il momento.

" Che cosa vuoi da me Vince ? ".
Che ingenua quella puttana, non aveva capito che non volevo nulla da lei ma volevo LEI.
Meglio non riverarglielo però, volevo tenerla sulle spine ancora un pò.

" Non voglio nulla da te tesoro, devi solo avere pazienza e poi vedrai, non c'è fretta ".
Mi avvicinai così tanto alla sua faccia che potevo sentire il suo profumo di fragola.
Che schifo, il sangue era molto meglio.
Le schioccai un bacio sulla guancia e lei si ritrasse immediatamente.
Il disgusto si appropriò del suo volto.

" Sei solo una stronza maleducata, lo so che non vedevi l'ora d'incontrarmi, infatti eccomi qua.
E questo è il trattamento che mi riservi.
Le buone maniere non te le hanno insegnate a quanto pare.
Però non è un problema sai ".
Le dissi facendo un passo indietro e divenne improvvisamente pallida.


Kelly pov

Merda. Merda. Merda.
Pensai tra me e me.

" Le buone maniere non piacciono neanche a me ".
Disse Vincent con sincerità.

" Non devi preoccuparti piccola, tra poco sarai mia, solo mia ".

Si avvicinò a un soffio dalla mia faccia e le parole successive mi chiuserò lo stomaco dalla paura.

" E la prossima volta toccherà a Daisy ".

Daisy pov

Mentre ero in macchina stavo ascoltando la musica per distrarmi un pò dagli ultimi avvenimenti della settimana.
La suoneria del telefono riecheggiò nella borsa.
Un messaggio.
Da un numero sconosciuto.
Appena lo lessi feci retromarcia e inchiodai in mezzo alla strada.

Spazio autrice ♥️
Che ne pensate?
Finalmente avete scoperto chi è Hotel.
Anche una piccola parte del suo passato.
Detto questo, forse stasera tardi riuscirò a pubblicare un altro capitolo, adesso vedo.
Grazie mille di leggere questo libro. ♥️
Soldi e baci dalla nonna. ♥️

La vasca omicida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora