Incubi

40 8 43
                                    

I nemici sono reali, li incontriamo ogni giorno senza neanche saperlo, ci studiano, ci osservano.
Quando diventano nostri amici però, non lo sappiamo, ed è in quel momento che noi diventiamo i veri nemici di noi stessi.


Daisy pov

Una persona, probabilmente Kelly o qualcun'altro, con un coltello in mano correva nella mia direzione e gridava:
" Daisy, sono Kelly, lo sai che non ti farei mai del male ".
Ora non avevo più dubbi su chi fosse.
Io non le credevo, aveva gli occhi rossi e un sorriso agghiacciante, correva sempre più veloce e io facevo lo stesso.
Il corpo tremava e il sudore si faceva largo sulla mia fronte.
Ancora un piccolo sforzo e ce l'avrei fatta, ma proprio in quel momento le mie gambe cedettero e del sangue cominciò a scorrermi dalla testa.

" No, no, no, no. Non farmi del male Kel. Ti prego ".
Con le lacrime agli occhi le sussurrai questa farse.

Nel frattempo lei era in vantaggio e io strisciavo verso l'unica porta che mi avrebbe condotto alla salvezza.
Un mano, gelida e tremante mi afferò la caviglia. Non feci in tempo a girarmi che il coltello mi squarciò i tendini dietro alle ginocchia.
Un grido sommesso sfuggì alla mia bocca e un dolore lancinante si propagò nel corpo.
Kelly mi girò a pancia in e mi rivolse un sorriso diabolico, piegò leggermente la testa a destra e a pochi centimetri dalla mia faccia disse : " Buonanotte tesoro ".

E l'ultima cosa che vidi fu il viso di Kelly incorniciato dal desiderio e dalla soddisfazione.

Le mie urla squarciarono la notte in un momento di paura.
In preda al panico mi toccai la testa, ma non perdevo sangue, fortunatamente.
Impiegai qualche secondo a realizzare che avevo solo fatto un incubo.
Questa situazione mi stava stressando troppo.
Ogni giorno vivevo con la paura di trovare mai più mia nonna, che qualcuno posso fare del male a lei, a Kelly, ma soprattutto a me.
Il battito riprese ad accelerare, così m'incamminai verso la cucina e recuperai il barattolo delle tisane.
Misi l'acqua in un pentolino a scaldare sul fuoco e nel frattempo andai a controllare Kelly che dormiva sul divano.
Mi accomodai sulla poltrona affianco a lei e la osservai mentre dormiva sonni tranquilli.
Ripensando al sogno di prima, ebbi un piccolo sussulto.
E se invece io sogno stesse cercando di comunicarmi qualcosa? Pensai tra me e me. Impossibile. Era solo un sogno.
Kel è sempre stata una brava persona e poi, quante ne aveva passate in quei giorni. E non solo.
Immersa nei miei pensieri, sentii l'acqua bollire, così tornai in cucina e mi versai la tisana in una tazza.
Mi sedetti sul tavolo a sorseggiarla e mi calamai in pochi minuti.
Riposi le cose nel lavandino che avrei pulito il giorno seguente e percorsi im corridoio per arrivare in camera mia.
Ma mentre stavo per addormentarmi nuovamente sul letto, il " toc, toc " della porta d'ingresso mi fece rabbrividire.
In un balzo raggiungiunsi l'entrata di casa, spalancai la porta e non c'era nessuno. Magari era solo qualche stupido scherzo dei ragazzini.
Mi stavo lasciando condizionare troppo dalla situazione.
Ma mentre stavo per chiudere la porta, i miei occhi si riempirono di paura, perché sul tappeto d'ingresso, un biglietto giaceva nell'attesa di essere letto.

Spazio autrice ❤️
Vi siete un pò spaventati?
Avete qualche dubbio su Kelly?
Spero vi sia piaciuto nonostante fosse un pò corto come capitolo.❤️

Detto ciò, baci e abbracci dalla nonna ❤️❤️



La vasca omicida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora