Extra ~ And she never saw the sun again

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La discussione tra Arik e June
prima che questa si togliesse la vita.

«Guarda che ti ho sentita. "Ci vediamo domenica, Rob! Magari ci sposiamo anche!"»

- Diane a June, Strong Hearts

«Tesoro, ci sei?», chiama Arik aprendo la porta della Rocca.

Non ottenendo risposta, ferma una cameriera e le chiede dove sia June. «Non l'ho vista oggi, signore. Sono sicura che però sia già rientrata. La signora June non fa mai ritardo. Forse potete controllare nella vostra stanza».

Il Capotribù annuisce. «Grazie, la cercherò lì».
Lascia che la cameriera riprendesse la marcia - diretta... dove? Verso la cucina, forse, visto il vassoio con una teiera e una tazza da tè semivuota, ma Arik non lo sa determinare con certezza, soprattutto perché adesso ha la mente altrove.

Lo dicevo io che quel progetto a Swalhossji era un'idea stupida.
Avanza a grandi passi verso la camera che condivide con la moglie. June aveva deciso di aderire ad un progetto ambientalista che la portava a trascorrere le giornate a Swalhossji.
Forse però avrei dovuto insistere sette anni fa, prima che iniziasse a prendere sul serio il progetto.

Quando June gli aveva parlato del progetto che aveva indotto una sua amica sulla Seconda Dimensione, il Capotribù si era dimostrato contrario, ma aveva poi ceduto in cambio della promessa che sarebbe dovuta essere a casa al tramonto. Era consapevole di apparire come il genitore che mette restrizioni sull'orario entro cui rincasare, ma voleva assicurarsi che non lo stesse tradendo.

Entra in camera, cercando la moglie con lo sguardo e non trovandola si allarma.

È già notte. Dov'è?

«June! Ju!», chiama. Allora Arik sente rumore di passi alle sue spalle. Si volta.
Sua moglie è lì, gli si sta avvicinando con un'andatura lenta e suadente, in camicia da notte.
«Dove... dove sei stata, conciata così?», si altera lui.
I capelli biondi della donna si alzano in aria quando si lascia cadere seduta sul letto. «Calmati, Arik. Ero da Kira. Mi ha chiesto di leggerle una favola ed io l'ho fatto, tutto qui. Lo sai che quando torno dai miei viaggi vado sempre prima da Ky».

Arik sorride. "Ky" è il soprannome che Nejl aveva dato alla sorella quando lei aveva pochi mesi, per facilitarle il pronunciare il proprio nome. Ma il buonumore dell'uomo scompare in fretta, quando nota un dettaglio incriminante sul viso di June: sbavature di rossetto.

«Hai bisogno di truccarti per andare a quel... progetto ambientalista?», chiede con tono accusatorio.
June si asciuga con la mano la traccia rossa che ha sulla guancia. «Sono stata sulla Terra», dice senza guardarlo negli occhi.
Arik inarca un sopracciglio. «Il progetto si estende anche sulla Terra?»
La ragazza deglutisce a fatica. «Sono stata sulla Terra da un ragazzo».

Il Capotribù sapeva che l'avrebbe detto, data l'evidenza delle tracce di rossetto, ma sentirselo dire è come una pugnalata al cuore, per lui. «È più giovane di me?»
«No, ha un anno più di te».
«Siete andati a letto insieme?»
Questa volta June non risponde.

Arik sospira amaramente. «Perché, Ju? Io ti amo, non ti basta questo?»
Lei lo guarda. I suoi occhi sono infiniti pozzi di sofferenza. «Anch'io ti amo. Non ho mai detto il contrario».
«Ma mi hai tradito».
«Non l'ho fatto perché non ti amo. Solo che... amo anche lui».

Arik stringe i denti, indica la porta. «Vai», sibila. «Non osare più mettere piede qui così. Se ami più lui va bene, solo... non tornare. Va' da lui e restaci».
June ha un'espressione inizialmente sconvolta, poi fissa il vuoto. «È sposato. Non può esserci più niente tra noi».
«Quindi anche lui ha tradito qualcuno. Per gli Spiriti, June, cos'hai fatto?»

Wilderness. Dark HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora