01. Putting the Miss in Mission

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«Questa è la segreteria telefonica di Steve Rogers. Al momento non posso rispondere, quindi lasciate un messaggio dopo il bip»

La ragazza lanciò il cellulare sulle lenzuola morbide, alzandosi dal letto bianco su cui era seduta pochi secondi prima. Camminò con passo leggero fino al bagno illuminato, ignorando la televisione accesa sul notiziario delle dieci.

Nonostante avessero previsto un dicembre poco clemente dal punto di vista atmosferico, aveva preparato una valigia che consisteva prevalentemente in capi di mezza stagione e, ovviamente, una giusta quantità di pistole e pugnali.

Il clima di New York sarebbe stato molto più dolce del freddo aggressivo di Berlino, che l'aveva spinta a gestire tutto il suo lavoro direttamente dalla sua camera d'albergo.

Era la parte che odiava di più. Avrebbe preferito di gran lunga una levataccia alle cinque del mattino e un po' d'azione omogeneamente spartita per tutta la giornata.

SI sentiva come un bambino impaziente di tornare a casa da scuola per andare a giocare con gli amichetti. Solo che in quel caso giocare comprendeva armi improprie e pallottole da nove millimetri.

Per non parlare degli amichetti, che al cento per cento delle volte erano poco inclini a socializzare.

Si spazzolò i lunghi capelli biondi e lisci, che poi raccolse in uno chignon elegante e professionale, poi indossò la gonna aderente di un tailleur antracite, in cui infilò una camicia bianca.

Prese delle decolleté crema da una scatola beige, poi due Fairbairn-Sykes. Assicurò i pugnali all'interno del blazer dello stesso colore della gonna, che avrebbe indossato per ultimo.

Riuscì a nascondere una Browning Hi Power nella fondina ascellare sinistra, così meticolosamente da non risultare visibile nemmeno con un completo così attillato.

Si guardò allo specchio un paio di volte, ruotando su se stessa come una modella, poi si convinse del look finito. Più che meritevole.

«... il famoso produttore di armi russo Sergei Pavlov risiederà all'Excelsior di Berlino, accompagnato da...» berciò la BBC International, ancora ignorata dalla ragazza.

Chiuse il beauty con tutti i suoi prodotti, diede un'ultima occhiata al bagno vuoto e gettò il resto dei suoi effetti personali nella valigia. Si assicurò che il biglietto aereo di quel pomeriggio fosse nella tracolla nera insieme ai documenti e al passaporto fresco di stampa.

Prima di tirare fuori la chiave della stanza, prese il cellulare con cui aveva chiamato il Capitano Rogers e lo sbatté violentemente contro il tavolo. L'impatto lo aprì in due, distruggendo il vetro posteriore e lo schermo. Con le unghie affilate prelevò la sim dai rimasugli di smartphone e la spezzò. Gettò tutto nel cestino dell'hotel, poi si strofinò le mani come per pulirsele.

Guardò l'orologio, che le ricordò l'inevitabile scorrere del tempo che aveva a disposizione.

Chiamò la reception, chiedendo di inviare un fattorino per prendere le sue valigie, poi nascose le décolleté sotto il letto e si coprì interamente con un accappatoio bianco.

Pochi minuti dopo, quando bussarono alla porta, accolse il ragazzo mandato dall'hotel con un sorriso genuino - che con altissima probabilità era il più falso che avesse nel repertorio - e gli indicò valigie e borsa con fare sbadato.

«Es tut mir so leid für die Eile, aber ich muss eine Dusche vor dem Flug nehmen» gli disse, facendolo entrare.

Il bambino - perché era di quello che si trattava - sembrava lavorare per un hotel del genere grazie ad uno stage temporaneo. La gente che sgobba senza retribuzione non tende mai a porsi domande, e quella era la prospettiva migliore per la ragazza.

Mission Impersonatable (#3)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu