CAPITOLO 31 - IL PIANO DI JORGE

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Senza farci vedere ci spostammo in un'altra area del parco, ma fu lì che il rumore di uno sparo proveniente da un palazzo, attirò l'attenzione di tutta la gente. «Merda!» disse Jorge preoccupato «Quella è la casa di Diego.»

La preoccupazione in Jorge diventò troppa. I suoi occhi erano preoccupati e aveva quasi paura di muovere un solo passo. Soltanto si voltò verso di me e mi fissò per qualche attimo «Devo andare!» Urlò iniziando a correre «Jorge, ma..» «Vai da tuo fratello, resta con lui! Non posso permettere che ti accada qualcos'altro. Tornerò presto!!» urlò, scomparendo dietro le mura del palazzo che lo avrebbero portato su, insieme a Damien che era già salito, o altra gente che aveva sentito lo sparo. Il fatto che dentro quella casa stava salendo altra gente mi rassicurava per Jorge, ma nel frattempo cos'era successo a casa di Diego?

Mi precipitai da Francisco, che stava già lì davanti il palazzo con Helen. «Fran!!» urlai chiamandolo «Tini? che ci fai qui?» mi chiese preoccupato pensando che mi fosse successa qualcosa. «Dov'è mio fratello?!» domandò preoccupata Helen. Avrei voluto chiedere ad entrambi di come mai fossero insieme e come facevano a conoscersi, ma non era il momento. «Ero con lui quando abbiamo sentito lo sparo, quella è casa di Diego e insieme ad altri ragazzi si è precipitato dentro. Sono preoccupata per lui, per Diego, non so cosa sia successo.» «Forse è il caso che io vada a guardare.» «No Fran. Ti prego, resta con noi.» lo implorò Helen prendendolo per la maglietta. Una cosa è certa, quella ragazza si era innamorata di mio fratello. È così fu, mio fratello rimase con noi.

POVS JORGE

Non avevo idea di cosa potesse essere successo, corsi lungo le scale insieme a Damien ed altra gente che si era precipitata in aiuto dopo quello sparo. Forse per la prima volta in vita mia ebbi paura, non paura di cosa potesse accadermi, ma paura di trovare qualche spiacevole sorpresa non appena avrei varcato la porta di quella casa. Quando ero quasi vicino, le urla provenienti da dentro scatenarono in me una specie di nausea.

Era straziante sentire quelle urla, quelle urla così familiari, non mi sbagliavo, quella voce apparteneva a Diego. Girai l'angolo della porta e la scena che vidi davanti i miei occhi in mezzo alla folla attorno dentro quella stanza mi lasciò spiazzato, senza forze. Diego se ne stava in ginocchio a terra con il povero corpo di suo padre in grembo, con lo sguardo in alto, urlando e piangendo come un bambino. Suo padre era macchiato di sangue, e Diego aveva quel sangue sulle braccia, sui vestiti, nelle mani. Non avevo mai visto Diego così, era un'immagine che mi lasciava senza parole, completamente a terra e senza forse per aiutare il mio migliore amico. Vidi Damien chinarsi accanto a lui e mettergli la mano sulla spalla, mentre io cercavo ancora le forze per avvicinarmi.

Diego era senza genitori adesso. Sua madre era già morta tempo fa e suo padre, era senza vita tra le sue braccia proprio adesso. Aveva soltanto una sorella, con cui non si parlava da tanto, troppo tempo.

Sapete una cosa? Il mio orgoglio mi ha ingannato diverse volte. Credevo di essere il migliore ed il più forte, solo per il coraggio che avevo nel fare cose cattive. Ma mi sono sempre sbagliato ed ingannato io stesso. Il migliore ed il più forte era Diego, che era stato capace di sopportare cose molto più gravi rispetto a quelle mie, che era sempre stato accanto a me quando io ne avevo bisogno. Coraggioso anche in situazioni come queste dove io ero in fin di vita, lui c'era sempre. Io non ero degno di essere suo amico.

Non avevo ancora capito cos era successo di preciso, ma le sparatorie nel Lexon erano qualcosa di frequente. Mi inginocchiai al fianco di Diego che piangendo non vedeva completamente nessuno, era straziante assistere alla scena.

A poco a poco l'ambulanza che arrivò poco dopo tolse dalle braccia di Diego il corpo giacente di suo padre, mentre evitai di chiedere qualsiasi cosa. Volevo solo stargli vicino come amico, in questo momento così straziante. Poi quando finalmente un ora dopo riuscì a parlare, io e Damien lo decimo accomodare sul divano mentre la gente si occupava del resto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi pieni di lacrime. «È stato Derek a mandare quell'uomo.» «Cosa?» chiesi incredulo «Anch'io voglio abbandonare questa vita di merda che mi ha soltanto incatenato ed ho parlato con lui. Mi aveva ricattato, che se non avessi continuato a lavorare per lui, me l'avrebbe fatta pagare. È così ha fatto, dopo aver visto la mia insistenza.» per la prima volta Diego sembrava così debole ed indifeso. «Infame.» sussurrai a denti stretti. «La pagherà!» mi alzai velocemente come per raggiungere la porta. Avevo voglia di strangolare quell'uomo con tutte le mie forze. Ma Damien mi fermò. «Jorge, non fare sciocchezze. Derek la pagherà ma non adesso.» «Lui non può fare quello che vuole!» urlai «Non può interrompere la vita di una persona così, non può decidere lui quando far terminare di vivere un uomo. Non può!!» urlai «Jorge..» mi chiamò Diego quasi sussurrando senza forze «Stai attento. Derek è più pericoloso di quanto pensi. Devi proteggere la tua famiglia, la tua persona e la tua ragazza. Lui punta a quello che di più caro hai.» mi disse con un filo di voce. Una volta credevo di dover temere più di tutti i capi delle gang altrui, adesso avevo capito che quei capi, diventavano un pericolo solo dal momento che eri contro i loro membri, ma in questo caso il mio nemico era il mio capo. Diego aveva ragione, dovevo essere prudente. Il desiderio mio, di Diego e di Damien era quello di liberarci da quelle catene che ci legavano a Derek. E dovevo farlo prima possibile. «E se consultassimo la polizia?» chiesi insicuro «Amico sei pazzo?» urlò Damien «Ti ricordo che anche noi siamo dei suoi e anche se non vogliamo continuare a lavorare per lui, lo abbiamo fatto. Andremmo a finire noi in carcere.» «Tutto questo non ha senso!!» urlai ormai impaziente «Dov'è l'assassino?» chiesi a Diego «Non l'ho visto in volto, aveva un passamontagna, ho provato a fermarlo, ma è stato così veloce da premere il grilletto verso mio padre in un batter d'occhio e fuggire dalla finestra.» rispose pazientemente, ritornando a posare lo sguardo nel vuoto, con quegli occhi gonfi e rossi come se avessero ancora un lago dentro e aspettavano solo il momento giusto per ricominciare a scorrere. «Nessuno lo ha seguito? Nessuno lo ha visto? Insomma, è mai possibile che nessuno si accorge di un omicidio? Nessun poliziotto sta indagando sulla questione? È assurdo!» urlai, facendo avanti e indietro, pieno di rabbia e voglia di far fuori quell'uomo. Mi sentivo così solo e abbandonato in mezzo a quell'enorme montagna. «È stato tutto così veloce, non ho capito nulla.» poi da lì, Diego non disse più nulla.

Innamorata di un bad boy. || LBWhere stories live. Discover now