Cap 8 : Skinny love Bon Iver

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Eve ha bussato alla porta di Nic come lo avesse giá fatto altre volte. L'ho sentito dal tocco che ha usato, lo stesso che si usa per le case che si conoscono abbastanza.
Ha aperto delicatamente la porta,
"Nic" l'ho sentita chiamare sporgendo la testa.
Io sono rimasta inerme sul vialetto, davanti alla Ducati Monster nera, solo a guardarla mette i brividi, la vernice opaca la rende ai miei occhi un oggetto misterioso.
Una di quelle macchine che non ti spieghi mai bene come possano funzionare così perfettamente. Appoggiata al cavalletto, chinata di lato, trasmette solo instabilitá. Sembra voler cadere da un momento all'altro.
Forse, penso, la differenza la fa il guidatore.
Un pò come il cavaliere sul suo cavallo.
Osservando Nic scendere trafelato le scale, mi rendo conto che del cavaliere, lui, ha ben poco.
Bacia delicatamente Eve sulla guancia e scende senza fermarsi.
"Sta tranquilla" la rassicura lasciandosela alle spalle.
Guardo nonna perplessa e la tranquillità sembra sia l'ultima cosa ad attraversare i suoi pensieri in questo momento.
Avrebbe dovuto prendere in considerazione la possibilità di farmi andare in autobus. Quando Nic mi si avvicina me ne convinco ancor di più. "Pronta?" chiede senza prestarmi troppa attenzione.
Ma no. Io non lo sono. Lo guardo inquieta e uso tutto quello che conosco per sembrare il più disinvolta possibile. Mi chiedo perché sia così difficile manifestare i propri limiti. Sarebbe tutto più semplice dirla così com'è veramente.
Si perderebbe un po d'insicurezza ammettendo a se stessi che a volte non si è pronti per niente.
Lo squadro un istante prima di decidermi a salire sulla moto.
Lo stesso giubbotto di pelle di ieri, la solita maglietta bianca, Jeans morbidi sulla vita e la faccia di uno che non ha dormito abbastanza.
Monta sulla sua Ducati deciso, mentre io sto calcolando l'esatta altezza della sella, uno slancio sbagliato e non riuscirei a salire alla prima.
Chiudo gli occhi, mi aggrappo alla pelle ruvida del giubbotto, mi appoggio sulle sue spalle per alzarmi veloce e sedermi perfettamente lì, dove devo stare.
L' istinto è una di quelle cose che nella mia breve vita ho rinnegato. Fa paura. Funziona senza la ragione. Ti guida senza che tu lo voglia. In questo momento mi è stato utile.
Nic gira la chiave, l'odore fresco del mattino si riempie benzina vaporosa, Eve accenna un saluto con la mano.
Nic muove il polso nervoso, un rumore assordante mi coglie impreparata, riesco appena ad allacciarmi alla sua vita mentre corre sul vialetto impaziente.

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