Capitolo 14

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Capitolo 14

Quando ho finito di ripulire con un panno bagnato il suo viso, mi metto una mano su un fianco e stringo i denti.

"Sei un coglione. Entrambi lo siete! Ma che vi è preso?" Esclamo, tirandogli un pugno su una spalla. Non posso fare a meno di pensare anche a Joker, che nonostante abbia conciato per bene il suo avversario, si è preso un bel cazzotto nello stomaco.

George fa una smorfia di dolore ed io solo dopo mi ricordo che è appena stato picchiato. "Oh, scusa, scusa." Gli accarezzo piano la spalla, mentre lui mi fissa intensamente, ora.

Mi afferra la mano e la preme sul suo petto muscoloso e forte, vicino a dove il suo cuore batte forte. Sospiro, distogliendo lo sguardo. Non sono venuta qui per questo, mi ricordo. Io sono qui solo per riportare indietro Jacob, nient'altro.

"Ehi, guardami, Harley." Non lo faccio e strappo il polso dalla sua presa, andando a prendere la valigetta del pronto soccorso nell'armadio. La afferro e mi giro, ritrovandomelo davanti, l'espressione decisa. Si avvicina e mi intrappola tra il suo corpo e l'armadietto di ferro. Inspiro, sentendo quella familiare protuberanza premere contro i miei pantaloncini, di nuovo. "George..." Mormoro, con tono di avvertimento.

"No, no, adesso mi ascolti." Dice, avvicinandosi ancora di più e facendomi tremare. "Vuoi sapere la verità? Vuoi sapere perchè l'ho fatto, Harley?" Mi afferra i fianchi, premendoli contro i suoi, lo sguardo bruciante che cattura ogni mia minima reazione. "L'ho fatto per te. Perchè mi piaci. Fin dall'inizio ti ho vista, ho visto quanto sei coraggiosa, forte, bella..." Sussurra contro il mio collo, facendomi rabbrividire. La sua voce è roca. "E mi sei piaciuta. Per questo l'ho fatto. Perchè non voglio che quel clown ti porti via da me. Ho visto come ti guarda, sai... quando tu sei distratta.... e non mi piace, per niente. Neanche un po'." Le ultime parole le pronuncia con rabbia, quasi ringhiando.

Scuoto la testa, sospirando e cercando di ingnorare le sensazioni che mi trasmette standomi così vicino. "Quelle che dici sono assurdità. Tu non mi conosci, non per quello che sono veramente, George." Mi dimeno tra le sue braccia, cercando di sfuggire alla sua presa forte e calda. "Allora dimmi tutto di te. Dimmi chi sei veramente e possiamo..."

"Ma ti senti?!" Esclamo, arrabbiata. Lui corruga la fronte, respirando pesantemente. "Tu veramente non capisci. Io non sono qui per trovare l'anima gemella, George. Insomma..." Indico la stanza con una mano, ridendo nervosamente. "Questo non è neanche il mio mondo! Non appartengo a questo posto, io adesso dovrei essere sulla Terra. Sono qui solo per salvare mio fratello. E tu sei qui per rivedere tuo figlio." La mia voce è incerta e tremante. La sua espressione cambia immediatamente, tramutandosi in una maschera di pura delusione e rabbia.

"Adesso, per favore, lasciami andare." Mormoro infine, lo sguardo basso. Lui si allontana di scatto, alzando le mani, la mandibola contratta. "Va bene, va bene. Ti lascio andare." Poi si passa una mano tra i capelli e si volta, diretto alla porta. "Dove stai andando, adesso? Devo medicarti le ferite, non puoi andare in giro così."

Non si gira neanche, quando mi risponde. "Non ho bisogno che mi medichi le ferite." Stringo i denti, non riuscendo a trattenermi. "Ma che cosa vuoi che ti dica?" Urlo, furiosa, spalancando le braccia. Lui si ferma, restando comunque di spalle. "Vuoi che ti dica che mi piaci? Vuoi che ti dica che penso che tu sia un ragazzo tremendamente simpatico, bello, intelligente?" Finalmente si gira, fissandomi intensamente.

"Sì, è vero. Lo penso. Non posso negarlo. Ma non servirebbe a niente, George. Non ho.." Cerco di trovare le parole giuste, guardandomi intorno. "Non ho tempo per queste sciocchezze." Ecco, la mia solita delicatezza. Il suo sguardo torna freddo e distante, mentre le sue spalle si afflosciano. "Sono qui solo per Jacob, mi... mi dispiace." Mormoro infine, sospirando. George apre la porta di scatto e la sbatte dietro di sè, facendomi sussultare.

Mi siedo sul lettino, premendomi una mano sulla fronte e riflettendo.

Sono stata davvero una stronza, una di quelle di prima categoria. 

L'ho ferito, lo so perchè l'ho visto nei suoi occhi, quando mi ha guardata prima di andarsene. Ma cos'altro potevo fare? Cos'altro potevo dirgli? Anche lui mi piace. Ma non c'è davvero tempo per questo. Già è stata dura accettare tutta questa situazione per me assurda, se poi ci si mettono di mezzo anche i sentimenti... sarebbe la fine per me.

Ho fatto bene a dirglielo direttamente, penso, mentre ripongo la valigia del pronto soccorso nell'armadio. Non posso sprecare il mio tempo qui per una relazione, non mi posso far distrarre dal mio vero obbiettivo: quello di salvare Jacob e vendicarmi. E poi ovviamente tornare a casa, in qualche modo.

Chissà cosa avrebbe detto mamma di tutta questa situazione. Conoscendola bene, direi che avrebbe pensato che questa fosse tutta una candid camera, e si sarebbe fatta una bella risata. 

La cosa triste è che invece è tutto terribilmente vero.

I personaggi inventati della DC Comics esistono davvero, e non sono proprio come li descrivono nei fumetti sulla Terra. Anche loro hanno un cuore, non sono così cattivi.

Anche loro, come gli umani, sbagliano e pagano per i loro errori.

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"Harley, ti stanno fissando. Entrambi. " Mormora Ivy al mio orecchio, un sorrisino malizioso sulla bocca. "Adesso si stanno guardando loro due, in cagnesco."

Scuoto la testa, esaminando le divise esposte. "Non mi interessa, Ivy. Non sono qui per nessuno. Sono qui solo per salvare la vita di mio fratello, vendicarmi e poi andarmene." Rispondo freddamente. Avrò pronunciato questa frase almeno un centinaio di volte, da quando sono qui, ormai.

Lei sospira, mettendomi una mano sulla spalla. "Scusa, non volevo turbarti, Harley." Dice, sinceramente. Cerco di sorridere, appoggiandomi alla sua spalla. "Non l'hai fatto. Comunque, cambiando argomento, queste..." Indico con un gesto vago della mano i completi e le armature, mente Poison ridacchia vedendo la mia faccia disgustata. " ...divise, non mi piacciono per niente."

"No?" Domanda. Mi raddrizzo, scuotendo la testa. "Voglio qualcosa di diverso da una semplice divisa. Voglio qualcosa che mi caratterizzi." Mormoro, una mano a sostenere il mento.

Ivy sorride a trentadue denti e mi prende per mano, trasportandomi con sè. "Vieni con me!" Esclama. Mi porta davanti ad una porta di ferro in fondo alla palestra, che poi scopro essere una magazzino pieno zeppo di vestiti di ogni genere. Sgrano gli occhi, stupita. "Wow..." Sussurro, guardandomi intorno.

Mi fermo, fissando il mio sguardo in quello emozionato di Ivy. Sorrido, felice, poi faccio qualche passo avanti."Penso che qui troverò proprio quello che cerco." 

Harley Quinn #Wattys2016Where stories live. Discover now