Belive in me

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Ziva era precipitata da una scogliera di 40 metri, ed era affondata nelle oscure acque del mare, dopo esser stata sparata alla spalla dall'uomo che aveva rovinato la sua famiglia. Era sul fondo degli abissi, aveva smesso di sentire dolore, e l'unica cosa che vedeva era una luce bianca. Fu in quel momento che Ziva rivelò la sua vera anima ninja; fu in quel momento che la guerriera iniziò a combattere: una battaglia per la vita, per la sopravvivenza.
Ziva: "Non è possibile, non a me, non così! Per favore, ho bisogno di poter continuare, continuare a vivere... Non può finire così, non può!
Mio marito ha bisogno di me ed io non posso abbandonarlo, non devo... Non voglio! E combatterò contro il mondo intero se sarà necessario, perché io voglio vivere!"
Aprì quei suoi splendidi occhioni dolci, ed iniziò la sua risalita verso la superficie. Non aveva più fiato, ma doveva farlo, a qualsiasi costo. Era in ballo la vita di sua figlia! Il dolore acuto alla spalla si faceva sentire ad ogni suo movimento, eppure continuava imperterrita, convinta a raggiungere la superficie, il suo Tony... La vita.

Tony aveva gli occhi chiusi, e l' unica immagine che continuava a vedere era quella della sua Ziva che si lasciava cadere all'indietro tendendo le braccia verso di lui... Le loro mani si erano sfiorate, ma non era riuscito ad afferrarla in tempo, e per questo, sapeva, il senso di colpa lo avrebbe assalito.
Li riaprì pochi secondi dopo: cosa stava facendo? Si era arreso? Ziva non l'avrebbe mai fatto, non l'avrebbe permesso. Doveva alzarsi e continuare a cercarla. Gibbs e McGee avevano compreso i suoi pensieri senza che nessuno parlasse, ed erano al suo fianco pronti a trovarla.

Tim stava ripercorrendo la scogliera dall'alto, per provare a scorgere qualche macchia in mare. Tony la cercava in acqua e Gibbs setacciava la costa frastagliata da piccoli massi.
D'un tratto la vide. Era stesa su uno scoglio liscio. Il sangue continuava a sgorgarle copiosamente dalla spalla, segno che era ancora viva. Era in una posizione scomposta, ricoperta di sangue. La prese delicatamente in braccio, e continuava a riflettere su quello che era accaduto. La paura per Ziva lo aveva assalito, e non era riuscito a fermare Parks. Si voltò e vide Tony che lo stava raggiungendo di corsa
Tony: "Capo non ho... Ziva..." quando si accorse del corpo che Gibbs aveva fra le mani fu pervaso da una miriade di emozioni, belle e brutte. Era felice di aver ritrovato sua moglie, ma vederla in quello stato gli faceva ancora più male per quanto possibile.
Tim li raggiunse poco dopo e si diressero in ospedale. La preoccupazione principale di Gibbs, non era tanto lo stato di Ziva: era convinto che ce l'avrebbe fatta, lei è una guerriera. Era sua figlia.

Arrivati in ospedale, McGee aveva già avvertito Abby, Ducky e Palmer, che avevano lasciato tutti i loro lavori per correre in ospedale.
Ziva fu portata subito in terapia intensiva, i medici avevano capito subito la situazione e stavano già agendo di conseguenza. Era la paziente più giovane del reparto, e dovevano salvarla. Le infilarono subito l'ago per la flebo, dei tubi per la respirazione e alcune ventose sul petto per l'elettrocardiogramma. Pochi minuti dopo un giovane medico si avvicinò al team impaziente di capire la situazione.
Medico: "Salve signori, vorrei parlare col marito"
Il ragazzo era troppo agitato e spaventato all'idea di dover ricevere brutte notizie.
Tony: "Sono io, ma possono ascoltare tutti" stringeva la mano al suo capo, e aveva gli occhi colmi di lacrime.
Medico: "Abbiamo una buona ed una cattiva notizia. Quella buona è che la bambina sta bene"
Gibbs tirò un sospiro di sollievo, ma sapeva che i guai non erano finiti
Gibbs: "E quella cattiva?"
Medico: "La donna non ha ancora completato la gravidanza, ma dobbiamo farla partorire urgentemente. Per due motivi: per salvaguardare sua figlia da eventuali infezioni e..."
Tony "E?"
Medico: "E perché dobbiamo operare urgentemente sua moglie. Abbiamo riscontrato un'embolia ad una delle arterie che ossigenano il sangue. Il problema però non è questo... Ma che signore... Sua moglie è entrata in coma profondo"
Tony impallidì, quella era l'ultima cosa che voleva sentirsi dire. Sapeva che si poteva risvegliare, come sapeva che poteva andarsene, abbandonandolo lì, su due piedi.
Medico: "Non è la prima volta che una donna partorisce nonostante sia in coma. Non vogliamo nasconderle che ci sono delle probabilità che non si risvegli mai più, ma potrebbe anche rimanere tutto invariato o addirittura scampare il pericolo di morte"
Il ragazzo capì immediatamente la situazione, e sapeva cosa doveva fare, nonostante ciò comportasse dei rischi
Tony: "Operatela immediatamente"

Quando tutto il team tornò a sedersi, Tony mise le mani fra i capelli e gli altri tentavano di tirarlo su di morale. Ormai il sole stava già cominciando a sorgere, eppure per quell'uomo distrutto dal dolore, sembrava che fossero all'alba di un tramonto che sarebbe durato per tutta la sua esistenza.
Gibbs si era allontanato dal gruppo, era seduto su una panchina nel giardino dell'ospedale, e rimirando le prime luci di un nuovo giorno, ripensava a tutti i momenti trascorsi con la sua piccolina. Rimpianse la sua splendida voce, che costantemente metteva a tacere durante le indagini, eppure adesso avrebbe dato qualsiasi cosa per riascoltarla.
Quando tornò in sala d'attesa, tutti dormivano, era stata una lunga notte.

Eccola, bellissima, avvolta nel chiarore della luna, stava combattendo per la sua famiglia, poi un colpo e la perse, forse per sempre. Tony continuava a sognare quel momento, ed ogni volta che sembrava tutto finito, ricominciava da capo. Non si sarebbe mai liberato di quel dolore, e lo sapeva, quando improvvisamente la vide, più vigorosa che mai che le andava incontro sorridendo.
Ziva: "Tony, ora sono qui, vicino a te. Non so come finirà l'intervento, ma tu mi devi promettere che penserai alla nostra bambina. Promettimi che non la trascurerai, che quando avrà bisogno, tu sarai per lei un approdo sicuro, esattamente come lo eri per me. Promettimi che non ti farai logorare dal dolore e dal senso di colpa."
Tony: "Ziva, amore mio, te lo prometto".
Le prese le mani, non sapeva cosa dire, era una donna forte e lo sapeva.
Ziva: "Tony, promettimi che qualunque cosa accada mi resterai vicino, e che non mi dimenticherai. Credi nel nostro amore, ed andare avanti ti sarà più facile. Credi in me. Ti prego"
Mentre diceva quelle parole stava svanendo nel nulla. Era solo un sogno, un incantevole sogno, ma così reale. Però Tony era convinto che quella che aveva visto era la sua vera moglie, voleva comunicare con lui, era viva, gli aveva parlato.
Ziva non era morta!

I will be your NinjaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora