Cap 2 - Nei tuoi occhi

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Non riuscivo a non pensare a Smirne. Chissà come si sarebbe trovata al tempio delle Sette Lune? Il sole era sorto già quattro volte su Taril, il monte che sovrastava Wingtown, eppure non riuscivo proprio a concentrarmi su altro: sembrava una cosa impossibile che non avrei più rivisto la mia adorata sorella. Lei aveva finalmente coronato il suo sogno, ed io avrei dovuto semplicemente essere felice per lei, eppure proprio adesso che era andata via, sentivo più che mai il bisogno di averla vicina.

Quella notte le pareti della mia stanza cominciarono a tremare. Io me ne stavo in uno stato di dormiveglia, e quindi a seguito della scossa, subito riuscii ad alzarmi dal letto ed avere la prontezza di uscire dalla mia camera: «Il terremoto!» pensai fra me e me. Dovevo muovermi in fretta se non volevo ritrovarmi sotto un cumulo di macerie, quindi senza preoccuparmi troppo dei miei oggetti personali mi precipitai di corsa fuori dalla mia camera. Nel pianerottolo c'erano tutti gli altri cortigiani che come me si affrettavano a scendere per la rampa delle scale. Un'altra scossa: Il panico si diffuse immediatamente tra tutti, molti cominciarono ad urlare, altri a spingere ed agitarsi. La calca si faceva sempre più pressante ma fortunatamente ero stato uno dei primi a precipitarmi fuori e così riuscii rapidamente a raggiungere l'uscita principale.

Una volta fuori non potei far altro che gettare uno sguardo in alto : la notte era attraversata da un fascio di frecce infuocate in direzione del palazzo. Non si trattava di un terremoto,eravamo sotto attacco! Le guardie diedero subito l'allarme con le trombe, e i soldati si posizionarono per il contrattacco.

Possibile che i veggenti non erano riusciti a prevedere una situazione simile? La pace in tutta Alberdan era sempre stata preservata grazie proprio alle notizie che venivano portate dal Tempio delle Sette Lune. I poteri divinatori delle iniziate infatti, permettevano di prevedere con un anticipo considerevole tutte quelle azioni sovversive che potevano esser messe in atto da un potenziale nemico; un potere immenso dunque, che aveva permesso ad Alberdan di prosperare ed imporsi su tutto il mondo conosciuto. Tutto insomma sembrava non avere alcun senso, fintanto che non mi riaffiorò alla mente l'ultimo discorso che aveva fatto Smirne «...gli Dei da qualche giorno non mi parlano più.»

Era veramente possibile che il potere divinatorio di tutte le adepte fosse in qualche modo stato oscurato? Non ebbi modo di riflettere ulteriormente sulla questione poiché i miei pensieri furono subito interrotti da una voce che identificai come familiare, benché data la grande calca di persone e il fumo delle fiamme che si era disperso per tutto l'ambiente , mi impedivano di associare alla voce un volto : « Vi prego di seguirmi signor Teodoro! La situazione non é affatto sicura qui e voi siete troppo importante al momento per rischiare la vita!»

Decisi semplicemente di seguire il consiglio. Mi fu detto di salire su una carrozza che era ai lati di un cancelletto e con la coda dell'occhio feci solamente in tempo a vedere che l'uomo che mi aveva trascinato in carrozza, si era messo in cima ad essa come cocchiere. I due cavalli cominciarono a galoppare velocissimi, era incredibile di come riuscissero a sfuggire alle frecce infuocate che arrivavano ancora in gran numero.

Per tutta la durata del viaggio fui assalito ancora una volta da infiniti dubbi e paure : chi era l'uomo che mi aveva fatto salire sulla carrozza? Come mai aveva detto che ero troppo importante? E soprattutto, chi aveva ordinato l'attacco? Non seppi darmi ovviamente alcuna risposta e decisi che la cosa più saggia da fare fosse semplicemente quella di tenermi le domande per dopo ed occupare il tempo del viaggio cercando di riprendermi il più possibile dalla terribile esperienza di poco prima .

Le sette luneWhere stories live. Discover now