Cap 3 - Rune

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Arianna mi stava fissando intensamente. I suoi occhi di ghiaccio sembravano scrutare ogni recondito angolo del mio animo : «Voglio subito avvisarti Teodoro, sarà un viaggio tutt'altro che semplice. Gli occhi di Sharil vengono conservati da qualche parte nella valle di Athema.»

«La valle Athema? Ma si trova ben oltre i confini ! Ci vorranno mesi, se non anni prima di arrivare, anche avessimo a disposizione il cavallo più veloce di tutta Alberdan!»

A dirla tutta, la mia incredulità dinnanzi alle parole di Arianna erano dovute principalmente dall'alone di mistero che circondava la nomea di quella valle più che dal comunque grande viaggio che mi aspettava . Si raccontavano infatti cose terribili: lì pare risiedesse il cimitero dei Draghi, il fantomatico luogo dove alla fine delle loro esistenze andassero a passare gli ultimi momenti delle loro esistenze i grandi sputa fuoco. Inoltre alle porte della valle, si estendeva per molti ettari di terreno un'intricata foresta : La foresta dei suicidi, chiamata così proprio perché pare che chi avesse la malaugurata intenzione di entrare in essa, non avrebbe fatto più ritorno , portato alla pazzia e al suicidio dagli spiritelli del luogo.

«Non é l'unico problema che vi troverete ad affrontare» disse Arianna visibilmente preoccupata.

«Di che si tratta?»

«Anche nel caso in cui riuscireste ad arrivare alla valle in tempo, trovereste mai il luogo in cui sono conservati gli occhi ? Dalle trascrizioni pervenute sappiamo solamente che si trova lì, ma non sappiamo esattamente dove.»

«Ma voi non dovreste prevedere il futuro? che indovina siete se nemmeno sapete dov'è che si trovano questi occhi...quel che mi chiedete é impresa disperata !»

Arianna si spazientì : « Non mi sembra di aver concluso il discorso! »

«Vi chiedo scusa, non mi sono mai trovato di fronte a una situazione simile.»

Mi ammutolii. Nel giro di pochi minuti di discussione , la situazione non sembrava che facesse altro che peggiorare. Non solo avevo appreso che l'impero era in pericolo e che Smirne era stata rapita, ma che io, un semplice ragazzo che non aveva visto niente del mondo tranne che nei libri, stava per affrontare un viaggio che si prospettava lunghissimo e non senza pericoli. Era come se tutto d'un tratto mi trovassi a sopportare tutto il destino del mio popolo e come se non bastasse l'impresa si prospettava tutt'altro che facilmente superabile.

«Non dovete ritenere il futuro come un tutt'uno prestabilito. Piuttosto pensatelo come un fiume con infiniti affluenti. Quel che facciamo qui al tempio é solo capire quale sia quello giusto da seguire... c'é sempre modo di cambiare il proprio destino, se si riesce a cambiare rotta in tempo. Permettetemi di scoprire in che affluente del futuro siete immerso»

Entrarono altre due donne nella stanza. Come le ragazze che avevano portato via Smirne, il loro volto era ricoperto da un cappuccio nero che ne celava gli sguardi. Sulla tavola fu posizionato una candela viola e dell'incenso acceso.

Da una tasca della vestaglia, Arianna estrasse un piccolo sacchetto.

Le sette luneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora