Capitolo #2

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"Penso che dovremmo farti conoscere a tutti, dato che sei la nuova arrivata"- esclama Michael, prendendo un flacone di latte e fragola dal frigorifero e tracannandolo in un secondo.

"Potremmo organizzare una festa"- propone, poi, il riccio, strillando appena si accorge di quello che sta facendo il tinto -"Hey, egoista! Non è solo tuo!"

"Giusto. Dove potremmo organizzarla?"

"Alla piscina comunale?"

"O al mare"

"Una festa in piscina non sarebbe male.." confermo, avvicinandomi al frigo "..ma non importa. Volete mangiare qualcosa?"

"Sì: le frittelle" mi consiglia Luke, massaggiandosi la pancia.

"Quindi? Frittelle per tutti?" I quattro, per risposta, si riuniscono in uno schiamazzo di esclamazioni, facendomi ridacchiare -"E frittelle siano"

Appena tocco la maniglia del frigo appare l'ennesimo menù; la cosa sta diventando abbastanza irritante.

Digito "servi pasto"; c'è solo un opzione: grauffe.

"Ragazzi.. niente frittelle. A quanto pare, non sono ancora in grado di farle"- piagnucolo, cliccando l'unico piatto da selezionare.

Mentre prendo gli alimenti necessari per la colazione, gli altri proseguono nella loro conversazione, aggiungendo proposte su proposte.

"Potremmo invitare tutti gli abitanti della città!" Calum parla talmente forte da farmi venir voglia di cacciargli l'uovo che sto battendo sulla ciotola addosso.

"Dobbiamo fare una lista. Partiamo dalle ragazze" ghigna Michael, riponendo il flacone ormai vuoto per andare alla ricerca di qualche foglio di carta.

Alla fine prende quella da cucina, sorridendo divertito "Avete un pennarello o qualcosa da sostituirlo?"

"Tipo i tuoi capelli?"

"Oh, ti prego.. Luke, te e l'umorismo abitate in pianeti diversi."

"Taci, sushi-man"

"Calum, Luke, restate concentrati"- Ashton scocca le dita, attirando l'attenzione generale -"Prima di pensare a chi invitare, dobbiamo pensare a quanto abbiamo a disposizione. Cibo, spazio, costi,.."

"Giusto. Mi sembra ragionevole"- approva Michael, annuendo -"Ah, comunque, le prime che metterò sulla lista saranno le gemelle Molly e Bonnie"

"Certo. Dopo Miss Buenavista" precisa il biondo, ammiccando.

"Come non detto" Ashton si mette al mio fianco, sedendosi sul bancone "Noi stiamo organizzando la tua festa, ma non sappiamo nemmeno se ne sei d'accordo. E se lo sei, come la vorresti?"

Prendo il frustino e sbatto i tuorli mischiati con lo zucchero mentre ragiono su come potrei rispondere.

"Sinceramente, non ne ho la più pallida idea"
Ottima risposta, ragazza.

"Oh, perfetto" lascia trapelare un lieve sarcasmo che smaschera con un ampio sorriso "Lasci a noi le redini della situazione?"

"Assolutamente. Mi fido"

"E queste, signore e signori, furono le ultime parole famose.." mormora il moro, passandosi una mano tra i capelli bisognosi di una pettinata.

"Solo perché voi tre siete inaffidabili non significa che lo sia pure io" precisa il riccio, cambiando subito dopo argomento "Ah, Gwen, ti mancano tre tacchette e passi al secondo livello"

"C-Cosa?"

Lui mi indica sopra la testa; appena alzo lo sguardo, noto che c'è una sottospecie di termometro fluttuante sopra la mia testa, esattamente sotto al diamante. Ora ricordo: nel gioco ci sono tutte le abilità, segnalate da vari livelli.
Più avanzo, più posso essere agevolata. In cucina, posso realizzare più ricette -ovviamente sempre più complicate-, nella pittura posso fare quadri più belli, nella musica posso suonare brani più complessi, nello sport posso resistere di più e fare maggiori sforzi, nel giardinaggio posso prendermi cura di piantagioni più elaborate e così via.
Uno di questi giorni vorrei provare qualche attività. Magari potrei andare in palestra, o giocare a scacchi nel parco. O provare a pescare. Sarebbe carino.

"Non è poi così difficile migliorarsi" esclamo, riprendendo il lavoro interrotto.

"Infatti" mi appoggia, scendendo dal bancone con un balzo "Nulla è difficile come sembra"

Ed è esattamente così, in questo posto. Mi sento come se tutto fosse possibile. Tutto.

***

Il giorno dopo..

Un'altro aspetto positivo di questo posto è che ci metti poco meno di 24 ore per organizzare una festa, invitare tutti gli abitanti della città, comprare gli alimenti e cucinarli, noleggiare un luogo per festeggiare e chiamare dj, il fattorino della pizza, qualche cameriera e tutto ciò di cui hai bisogno.

Qui, a casa, sono l'unica pronta; indosso un bikini azzurro mare abbinato a delle infradito giallo fluo. Ho deciso un azzurro piuttosto scuro, per essere in contrasto con la mia pelle lattea. Spero di prendere un po' di colorito, oggi.
Sempre se ci andrò, dato che i ragazzi sono ancora chiusi nelle loro stanze da più di mezz'ora.

"Avete fatto?"- chiedo per la milionesima volta, incrociando le braccia sotto al seno per niente prosperoso.

"Quasi, quasi!"

"Le mie mutande sono bucate. Oh, ma Dio.."- sento imprecare Michael; le sue imprecazioni sono seguite da una serie di mugugni e grida soffocate che mi fanno automaticamente sgranare gli occhi.

"Io sono pronto" annuncia Luke, uscendo dalla sua stanza; ridiamo appena ci accorgiamo che abbiamo dei costumi dello stesso identico colore.

"Wow, ti sta bene!" Si complimenta, sorridendo ampiamente.

"G-Grazie, anche a te" ricambio, arrossendo leggermente.

"Aspetta. Ma Gwen è qua fuori in bikini?"- domanda Calum, con uno sbalzo acuto nella voce.

"Sì, perché?"

Dopo qualche secondo, le tre porte si aprono in modo sincronizzato, e da esse escono rispettivamente Michael, Ashton e Calum, con un sorrisetto malizioso stampato in viso.

"Perché non lo avete detto prima?"- ci chiede Michael, sistemandosi la maglietta dei The 1975 sopra l'elastico del costume.

"Michael, sei sempre il solito"- sbuffa il biondino, affermando le chiavi delle macchina e agitandole all'aria -"Possiamo andare, adesso?"

*

Durante il viaggio in macchina mi sento improvvisamente in ansia; solo ora mi accorgo che la festa è stata fatta unicamente per me, quindi questo comporta essere al centro dell'attenzione, cosa che io ho sempre odiato. Sono timida, introversa, non riesco ad aprirmi al primo dialogo con qualche sconosciuto. Potrei dire qualcosa di sbagliato e rovinare già da subito la mia reputazione, in città. Non che sia qualcosa di nuovo, ma almeno qui vorrei essere diversa. Un'altra Gwen, in pratica.

Al mio fianco, Calum mi scruta, aggrottando le sopracciglia spesse.

"È tutto okay?" Per niente.

"Assolutamente sì"- mento, spostandomi una ciocca dietro all'orecchio -"Perché non dovrebbe?"

"Non so.. sembri agitata" forse perché lo sono?

"Ecco.. credi che possa non piacere agli altri?"- sussurro, in modo che possa sentirmi solo lui.

I suoi occhi color cioccolato si puntano sui miei, provocandomi fitte atroci al cuore.

"Assolutamente no. Come potresti pensarlo? Sei una ragazza talmente dolce, disponibile,.. e poi sei anche b.."

"Siamo arrivati!" Annuncia Luke, interrompendo in malomodo la nostra conversazione; si volta verso i posti posteriori, sorridendo innocentemente "Sei pronta, Gwen?"

No, cazzo, no. Ti prego, portami a casa. Ti scongiuro. Io qui non ci voglio stare.

"Ma certo che sì!" Quasi strillo, facendoli sobbalzare tutti e quattro.

"Esatto! Così ti voglio: carica!"- esulta, aprendo la portiera dell'auto e scendendo giù, seguito da tutti gli altri.

Rimango qualche secondo al suo interno, con la mano indecisa sull'abbassare la maniglia o meno.

Devo farmi coraggio. È solo una stupidissima festicciola: che vuoi che sia?

Ma appena scendo dall'auto e riesco ad intravedere la calca di gente in arrivo, le mie ginocchia iniziano a diventare molli, e io perdo immediatamente quel poco di coraggio accumulato.
Non ce la posso fare.
Non posso.

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