Capitolo #3

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**capitolo di passaggio**

L'acqua corrente mi scivola addosso, facendomi rabbrividire a reazione di quel contatto così caldo rispetto alla mia temperatura corporea. Il mio respiro è affannoso, il mio battito cardiaco rallenta, le mie palpebre s'abbassano gradualmente mentre i miei sensi, lentamente, si rilassano.

Sono tornata a casa prima che la festa finisse. Non che fosse malvagia, anzi. Era carina. Davvero. C'era della bella musica, anche se aveva parole incomprensibili. C'era un buffet di dolci, di tutti i tipi. E uno di sole bevande, principalmente alcoliche. C'era una piacevole e serena atmosfera: tutti si divertivano. Tranne me.
Rimanevo seduta sul bordo piscina, con la testa incassata nelle spalle. Ed ero rimasta in quella posizione per tutto il tempo. Ogni tanto, sentivo uno dei ragazzi chiamarmi, invitandomi a nuotare con loro. Io, puntualmente, rifiutavo. Non so perché, ma nel vederli in compagnia con altre persone m'intimoriva trascorrere del tempo con loro. È da paranoica dirlo, ma avevo la sensazione di poterli fare vergognare in qualche modo di me.

E poi li vedevo sommersi in una perfetta sintonia; probabilmente l'avrei fatta cadere a pezzi se solo mi fossi avvicinata a loro. Così sono rimasta in disparte, sperando che il tempo passasse in fretta. Ma non accadde. Anzi, sembrava durare un'eternità. Così ho preso le mie cose e mi sono allontanata dalla piscina, dandomi un'ultima occhiata alle spalle. E ci sono rimasta ancora più male, notando che nessuno si stava accorgendo della mia pseudo "fuga".

Meglio non pensarci. Abbasso la manopola della doccia e afferro una delle boccette di shampoo poste sulla "mensolina". Non leggo nemmeno l'etichetta - ignorando così l'aroma che dovrebbe contenere - e me lo spargo sui capelli, massaggiando poi il cuoio capelluto con entrambe le mani.

Mentre continuo a insaponarmi la testa, sento il rumore della porta di casa seguito da due voci. Michael e Luke.
Oh diamine, sono già tornati?

"Gweeeen?"- mi chiama Michael; dal suono della sua voce, suppongo stia tenendo le mani a cono attorno alla sua bocca - "Dove sei?"

"Siamo tornati!" Ma non mi dire.. come siamo perspicaci, Hemmings!

"Hey, Luke! Da dove spunta quella bottiglia di Corona che tieni in mano?"

"Dalla festa, Mikey" - risponde, con tono indifferente - "Mamma Liz dice sempre di non avanzare mai nulla. Così, beh, metto in pratica i suoi - per così dire - insegnamenti, no?"

"Tua madre dice anche di cambiarsi le mutande ogni giorno, ma in base al cesto del bucato, tu violi spudoratamente questa sua norma. Te le togli in condizioni pietose dopo minimo sei giorni, E NON SEI NEMMENO TU A DOVER FARE LE LAVATRICI. TOCCA A ME RABBRIVIDIRE OGNI FOTTUTISSIMA VOLTA, DOPO AVER PRESO IN MANO I TUOI BOXER CHE ASSOMIGLIANO PIÙ A UNA LETTIERA PER CANI! SEI DISGUSTOSO, TE E IL TUO IGIENE INTIMO INESISTENTE"

"Michael! Ti ricordo che c'è Gwen, perfavore... non mettermi in imbarazzo" bisbiglia, ma ciononostante riesco comunque a sentirlo.

Senza pensarci sorrido, prima di aprire nuovamente il getto d'acqua e risciacquarmi la cute per poi passare al resto.
I residui dello shampoo - stranamente colorati - macchiano il pavimento della doccia, facendomi storcere il naso. Che strano...
Non mi è mai successo.

Appena finisco di pulire il piano doccia, sbuco fuori da essa, ridacchiando nel vedere lo specchio ricoperto da una patina di vapore acqueo. Così passo una mano sul vetro, all'altezza della mia testa, e urlo a pieni polmoni nel vedere i miei capelli rosa.
ROSA. R-O-S-A.
Che mi è successo!?

"G-Gwen? Che succede?"

"Cosa diavolo.." - il mio urlo sale d'intensità appena vedo la porta del bagno aprirsi; in men che non si dica, ad esso si mescola anche quello di Luke e Michael, entrambi in piedi sul ciglio dell'entrata con gli occhi sgranati - "SANTA MERDA!"

"WOAH"

"Oh Dio!" - esclama Michael, ammiccando un mezzo sorriso - "O dovrei dire... Hood-io?"

"Non era divertente, Michael"

"Sicuro? A me è sembrata carina"

"Uhm. No. Era troppo scontata."

"Pff. Quanto sei pignolo. Mi fai ammosciare Dio solo sa cosa, ragazzone!"

"Ma,.. hey! Mamma Liz dice che non bisogna essere volgari in pubb-"

"E Gwen dice di uSCIRE IMMEDIATAMENTE DA QUI" strillo, tenendo ancora una mano sul basso ventre e un braccio sul seno, finché i due non se ne vanno via per poi chiudersi la porta alle spalle. Che imbarazzo...
La vergogna che sto provando è in una quantità talmente esagerata da poter essere quasi palpabile.

Lo giuro, la prossima volta leggerò i flaconi prima di farne uso, chiuderò la porta a chiave - per sicurezza, anche quando andrò in bagno solo per lavarmi i polpastrelli delle mani - e mi assicurerò che Luke e Michael siano fuori casa.
Lo farò, eccome se lo farò.

***

"Caramellina-.. ehm, scusa, volevo dire Gwen." Mi deride Calum, coprendosi la bocca carnosa con una mano. Oh. Non è il momento, stronzetto.

"Coglione-.. oh, volevo dire Calum. Un momento, ma 'coglione' è sinonimo di 'Calum', o sbaglio?" Ricambio la frecciatina, mentre Michael continua a toccarmi i capelli, seduto al mio fianco sul divano.

"La tinta si è attaccata perfettamente a ciascuna ciocca. Ne hai messa una quantità industriale, dubito andrà via in fretta." - Mi fa notare, aggrottando le sopracciglia disordinate - "Mi dispiace. Ma, guarda il lato positivo, ora in questa casa ci saranno due tinti!"

"Cosa c'è di positivo in questo?"

"A dire il vero, niente. Cercavo solo di.. mh, sdrammatizzare?"

"Beh"- parte il biondo, stringendo i denti - "Non era divertente, Michael"

"LUKE. PERCHÉ. DEVI. SEMPRE. ROMPERE. IL. MIO. SISTEMA. RIPRODUTTORE. FINO. A. FARLO. DISINTEGRARE. COME. UN. METEORITE. NEL. CIELO. UHM?" scandisce una parola dietro l'altra, lanciando poi il telecomando del televisore in faccia al malcapitato.

"Non accetto violenza in casa mia!" esclama Ashton, alzando le mani all'aria per poi agitarle. A volte sembra più il loro padre che il loro amico. Oscilla tra il tenero e il noioso, non so se intendo.

"Caramellina, Tom e Gerry e Gandhi Junior, non so voi ma io avrei un po' di appetito. Che ne dite di cenare?" Propone Calum, alzando un sopracciglio in attesa di una risposta.

"Ci sto" approva, Michael, sorridendo ampiamente "Che si mangia?"

"Chi quota per una salutare insalata d'autunno?" Domanda Ashton, deluso di non vedere alcuna mano alzata.

"E per i maccheroni al formaggio?" - chiede Luke, ridacchiando appena vede tutti (tranne Ash) agitare le proprie mani al cielo - "Allora che maccheroni al formaggio siano!"

"Ragazzi, stasera abbiamo pure dessert! Giusto, caramellina?" Mi punzecchia nuovamente il corvino, facendomi innervosire.

"Questo 'dessert' ha delle gambe. E le gambe hanno le ginocchia, come - credo - tu sappia già. Vuoi che una delle due ti finisca laggiù con una velocità pari quella che ha la tua bocca di sparare stronzate? Superiore a quella della corsa di Usain Bolt? Tendente a quella della luce?"

"Oh, andiamo!" - balza in piedi, puntando le sue iridi color cioccolato sulle mie per poi ammiccare un sorriso; un fascio di luce della lampada si riflesse sui suoi denti, accentuandone il loro splendore - "Lo sai che ti adoro, Gwen"

E le mie gote iniziano a bruciare come carta sottile esposta al fuoco.

Scusate la mia assenza e lo squallore di questo capitolo - di passaggio -, ma le idee erano scarseggianti e questa storia aveva smesso di piacermi. Ma hey, ora eccomi qui, con un pessino capitolo che spero ugualmente vi abbia quantomeno fatto sorridere :D

Spero che il prossimo aggiornamento venga pubblicato presto. Ma non vi prometto nulla :c

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