I. Althea

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Nel lontano 1930, precisamente il 25 dicembre, in una villa di campagna, Althea, figlia di ricchi signori, scartava i regali di Natale con trepidazione. Vi trovò bei vestiti e giocattoli altrettanto belli, ma fra loro, quello che più le piacque fu il regalo di Trisha, una vecchia signora del paese. Costei le regalò una bambola di pezza. La stoffa era liscia e vellutata, soffice come la pelle di un neonato. I capelli erano di stoffa pregiata e bionda che formava simpatici boccoli sulla testa. Il naso era appena accennato da una minuscola e liscia protuberanza appena qualche centimetro sopra la rossa bocca costituita da un filo al quale vi erano state aggiunte due labbra soffici e rosse come le mele più buone. Il vestitino era di un velluto sofficissimo e piacevole da accarezzare. Maniche verde selva a palloncino con tanto di pizzo bianco cosparso di originali disegni, scollo circolare, busto magro viola, gonna a campana verde selva e tipiche scarpette viola. Ma ciò che più rendeva speciale quella bambola dall'aspetto dolce e innocente, erano gli occhi, decisamente. Due brillanti ossidiane nerissime e profonde che attiravano con i loro bagliori luminosi e allegri.
Althea da quel giorno non lasciò sola la bambola neanche per un istante. Quella bambola era presente in ogni momento nella giornata di Althea.
Fin quando, un giorno, sui giornali...
ALTHEA BARDICH SPARISCE IMPROVVISAMENTE MENTRE GIOCAVA CON LA SUA BAMBOLA, DOROTEA, NEL GIARDINO DELLA VILLA.

Non toccate quella bambolaWhere stories live. Discover now