Capitolo 42 - Mi hai stregato anima e corpo

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Leila entrò nella stanza silenziosamente, non volendo svegliare Dylan. Lo guardò: una buona percentuale del suo corpo era coperta da bende e dei tubicini uscivano dal suo braccio, andando ad innestarsi in un aggeggio lì a fianco. Lei deglutì e prese una sedia per avvicinarla al letto. Questa produsse un suono fastidioso a contatto con il pavimento che la fece sobbalzare. Una risata sommessa la fece voltare: Dylan la stava fissando divertito.

<<Certo che sei proprio goffa>>

<<Nemmeno da ferito riesci a stare zitto?>> sibilò lei.

<<No. Perderei una parte del mio fascino>> Leila alzò gli occhi al cielo.

<<Se fossi in forma, saresti già attaccata a quel muro per aver alzato gli occhi al cielo in mia presenza>> disse lui. Lei rise, ma, quando si voltò, la sua espressione seria le gelò il sangue nella vene. Posizionò la sedia su un lato del letto, ma non si avvicinò troppo.

<<Hai paura di me, rossa?>> domandò, rimanendo serio. Lei scosse la testa. Seguirono degli istanti di silenzio molto imbarazzanti. Poi Dylan scattò: <<Cosa cazzo devi dirmi?>>

La rossa incrociò i suoi occhi per poi distoglierli poco dopo. Il ragazzo si alzò dal lettino, staccandosi i tubicini che lo tenevano ancorato al macchinario. Lei lo guardò sconvolta, ma si riprese subito: era un Mago. I tubicini dovevano essere una copertura per gli infermieri umani, pensò. Leila si alzò a sua volta senza indietreggiare: era stanca di farlo, così lui le arrivò praticamente addosso e la fissò dalla sua imponente altezza.

<<Dimmelo. Ora.>> le intimò, poi la sua espressione mutò e i suoi occhi si incupirono <<Adam non ce l'ha fatta, dico bene?>> La rossa annuì, fiondandosi tra le braccia di Dylan che la strinse a sé. Dondolò leggermente come per cullarla, poi si allontanò.

<<Poi?>>

<<Che significa poi?>>

<<Non riesci a mentirmi. C'è dell'altro. Cosa?>>

<<Non abbiamo più il legame>> disse lei tutto d'un fiato. Lui si rabbuiò ancor di più, ma non disse nulla.

<<Beh, era quello che volevi, no?>> lo istigò la rossa.

<<No, era una garanzia quel legame>> Lei aggrottò le sopracciglia, così lui le spiegò: <<Se fossimo riusciti a tenere quel legame, nessuno dei due avrebbe corso dei rischi: non mi avresti mai ucciso se fossi stato legato a te, nemmeno per la profezia. Ma ora...>>

Leila trattenne il fiato, poi sussurrò: <<Devo andarmene>>

<<D'accordo, ci vediamo domani>> la salutò lui. Tuttavia lei scosse la testa.

<<No, me ne vado via. Per sempre, Dylan>> si girò cominciando a camminare verso la porta, ma lui l'afferrò per un braccio facendola voltare.

<<Che significa?>>

<<Significa che non voglio farti del male. Sono solo un male per chi mi sta intorno>>

<<L'unico male sarebbe non averti intorno>> sussurrò il ragazzo, prima di far congiungere le sue labbra con quelle della giovane, che, al posto di staccarsi, ricambiò con trasporto. Non era un bacio romantico né dolce, ma disperato e cercato da troppo tempo ormai. Dylan fu il primo ad allontanarsi per riprendere fiato. Appoggiò la sua fronte su quella della rossa e la guardò dritta negli occhi, ora velati dalle lacrime che spingevano per uscire.

<<Resta, per favore>>

<<Non posso. Non insistere, ti prego>>

<<Devo insistere. Non posso perdere la ragazza che amo e che mi ha stregato anima e corpo>>

Se prima Leila stava cercando di trattenere le lacrime, dopo queste parole scesero a fiumi, rigandole le guance. Lui le passò delicatamente i pollici sulla pelle bagnata, baciandole i punti che asciugava. La rossa era rimasta immobile con mille pensieri nella testa: mille pensieri e nessuna soluzione. Gli prese il viso tra le mani, puntando i suoi lapislazzuli negli smeraldi di Dylan.

<<Ti amo anch'io. Non sai quanto. Ma è per questo che devo andarmene. Sono un disastro e non voglio trascinarti a fondo con me>>

Spazio Autrice

Innanzitutto, ci terrei a dire che la frase "Mi hai stregato anima e corpo" è deliberatamente tratta da "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen, anche se quella vera era "Mi avete stregato anima e corpo" (perché a quell'epoca erano più raffinati e si davano del voi!). Dopo questa interessantissima considerazione, non ho nulla da dirvi, se non che vi adoro, o voi lettori che mi seguite!

-Martina-


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