33 - our first time

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«Brutto idiota, pensavo non volessi più ritornare con me.» Dico scherzosamente al biondo davanti a me,asciugandomi una lacrima.

«Hey, ti ricordo che sei stata tu a ballare con Louis."Mi dice Niall, mostrandomi un tenero sorriso.

«Stavamo solo ballando, non arrabbiarti, per favore. Io a te ci tengo veramente e lo sai che Louis, ormai, non mi piace più.» Ammetto, sperando che mi capisca e che rimanga calmo.

«D'accordo.» Sbuffa. «Mi sono stufato di restare alla festa.» Dice infine, portandomi per mano a sedere su una panchina vicino al parcheggio del locale.

«Anche io mi sto un po' stufando, non c'è molto da fare.» Dico, mentre noto che Niall sta guardando l'orologio.

«Sono le 10:17 pm.» Mi dice, mostrandomi l'orologio; per poi continuare la frase. "Potremmo andare a casa mia, non ci sono i miei genitori, ma solo se ti va."

«Certo che mi va!» Dico entusiasta, voglio passare del tempo da sola con Niall.

Quindi, si alza dalla panchina tenendomi per mano ed accompagnandomi verso la sua auto.

Entro nel sedile del passeggero ed il biondo in quello del guidatore, ci allacciamo entrambi la cintura e ci dirigiamo verso la sua abitazione.

Dopo circa dieci minuti, accosta l'auto in un vialetto con molte case, tra cui la sua.

Non ci entravo da molto tempo, mi mancava passare del tempo a casa sua.

Appena entro, mi vengono in mente le risate che facevamo in quella casa, mi sentivo bene qua dentro insieme a lui.

«Stasera fanno quel programma divertente, quello che guardavamo sempre a casa mia, ti ricordi?» Dice, ridendo insieme a me, ricordando quando lo guardavamo assieme e ridavamo a crepa pelle.

«Niall James Timothy Horan, accendi immediatamente la televisione.» Dico, precipitandomi sul divano e facendolo ridere.

Niall prende il telecomando e, dopo aver preso delle patatine, mi chiede di alzarmi.

«Perché?» Domando io, confusa, per poi alzarmi.

Niall sdraia le gambe sul divano, appoggiando la schiena ad un cuscino.

Mi prende la mano e, avvicinandomi a sé, mi dice di sdraiarmi a pancia in su, sopra di lui.

Mi siedo tra le sue gambe e mi sdraio, appoggiandomi al suo petto.

«Ora va meglio.» Dice Niall, accendendo la televisione e cercando il canale giusto.

Il programma tv è iniziato da poco e già stiamo morendo dalle risate.

Amo sentirlo ridere, mi fa star bene, la sua è una risata contagiosa perché fa sempre ridere tutti, compresa me.

Dopo venti minuti circa, inizia la pubblicità.

«Ma i tuoi genitori a che ora ritornano?» Chiedo, notando che ormai sono le undici e mezzo.

«Sono partiti per l'Irlanda stamattina per andare dai miei nonni, è morto un amico di famiglia ed io sono dovuto rimanere qua per continuare la scuola, ritornano fra due giorni, così ne approfittano per passare del tempo con i miei nonni.» Mentre parla, gioca con i miei capelli e mi accarezza la coscia.

Mi lascio accarezzare da lui, ci sa fare, lo fa con delicatezza e senza usare volgarità, è questa la caratteristica che più amo di lui, quando mi tocca lo fa con amore e non usa volgarità nei suoi gesti.

«Niall smettila.» Urlo all'improvviso, quando incomincia a farmi il solletico; sa che lo soffro.

«Ti odio.» Urlo, cercando di dimenarmi il più possibile, ma inutilmente.

Cado dal divano e Niall ne approfitta per  sedersi a cavalcioni su di me.

«Tanto lo so che mi ami.» Mi dice. «Tutti mi amano.» Continua, facendomi ridere.

Riesco a liberarmi dalla sua presa e ad alzarmi.

Incomincio a correre per la casa, vedendo che Niall non vuole fermarsi.

Corro verso la cucina, per poi prendere le scale che, da quanto ricordo, portano al bagno e alle camere da letto.

Apro la prima porta che trovo,ma Niall mi raggiunge, abbracciandomi i fianchi ed entrando in stanza.

Chiude la porta dandole un leggero calcio,riconosco la stanza: è la sua camera da letto.

Le pareti bianche, la grande finestra che si affaccia ad un giardino, il letto ad una piazza e mezza, il grande armadio bianco e la piccola scrivania accanto alla porta.

Non riesco a scrutare per bene la stanza, perché Niall mi porta verso il letto e mi distende sopra ad esso, baciandomi le labbra.

Si distende sopra di me e arriva a darmi dei baci sul collo, facendomi venire i brividi.

Gli accarezzo i capelli e decido poi di levargli il maglione, facendolo rimanere a petto nudo.

Scruto per qualche secondo i suoi pettorali e li tasto con le dita.

Mi tolgo le scarpe e divarico leggermente le gambe per farlo stare più comodamente.

Inarco la schiena quando capisco che vuole togliermi il top.

Appena lo sfilo, lo noto osservare il mio intimo in pizzo rosso.

«Dio, lo sai che amo l'intimo rosso.» Mi dice, mandandogli un sorrisetto e baciandolo sulle labbra.

Mi tolgo la gonna con gran facilità e aiuto Niall a togliersi i jeans.

Baciandomi sempre con più foga, posa delicatamente la mano sopra alle mutandine in pizzo, facendomi rabbrividire.

Infila dolcemente la mano e arriva alla mia intimità, giocando con essa e facendomi sentire dannatamente bene.

Mi faccio avanti e decido di occuparmi io di lui.

Metto la mano nei suoi boxer neri, che sono diventati immediatamente stretti.

Prendo la sua intimità in un pugno e inizio a dargli piacere, sentendolo ansimare.

Nel frattempo, Niall, mi toglie il reggiseno e mi bacia i seni.

Allunga la mano verso il comodino bianco accanto al letto e, estraendo il cassetto, tira fuori un preservativo dalla carta arancio.

Si leva per qualche secondo da me per poterselo infilare, poi ritorna alla posizione di prima e mi sussurra qualcosa all'orecchio.

«Ti amo.»

«Anche io.» Rispondo, baciandogli le labbra.

Entra dolcemente in me dandomi piacere fin dall'inizio e non esagerando nelle spinte.

Non è la mia prima volta, e nemmeno la sua.

Entrambi abbiamo perso la verginità con qualcun altro, ma è la nostra prima volta insieme.

Siamo stati insieme circa tre mesi, ma non ci avevamo mai pensato, non ci importava, stavamo bene così, ma ora penso che sia arrivato il momento giusto.

Niall si distende accanto a me respirando affannosamente come me.

«Quando è stata la tua prima volta?» Chiedo a Niall, sono curiosa di saperlo, spero soltanto che non si arrabbi.

«Avevo sedici anni, l'anno scorso.» Guarda il soffitto, poi continua. «Era la mia ragazza, ma è durata poco la nostra storia, nessuno dei due amava l'altro veramente.» Lascia la frase in sospeso, poi conclude. «Ma fidati, questa è la mia prima vera volta con la persona che amo e con cui voglio passare il resto della mia vita.»

I'm here for you » n.h.Where stories live. Discover now