Capitolo cinque

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Cammino a grandi passi verso l'uscita di scuola, non ho intenzione di avere una stupida conversazione con qualche mia compagna di classe.

Stamattina ho a malapena salutato Valentina, la quale mi ha rivolto un sorriso raggiante come se, avendole dato un minimo di attenzione, l'avessi resa in qualche modo felice.

Decido di fermarmi di nuovo in quel bar, una piccola parte di me spera che ci siano ancora le cuffie, anche se già so che andrò in quel locale a vuoto.

La porta produce un tintinnio quando lascio che si chiuda alle mie spalle. Mi dirigo alla cassa ordinando un tè caldo.

Anche se non troverò le cuffie questo posto mi piace.

Chiedo al cassiere se hanno trovato le mie cuffiette e senza la risposta che mi aspettavo, guardo la sala intorno a me in cerca di un posto libero. Noto un tavolo in particolare, un tavolo all'angolo, lo stesso di ieri. Decido di sedermi li. Il tavolo affaccia sulla grande vetrata del locale, è leggermente appannata per via del freddo. Alcune gocce iniziano a cadere sulla vetrata, ricordandomi di aver dimenticato l'ombrello a casa ancora una volta.

Vedo le persone affrettarsi sotto la pioggia a catinelle, una di queste guarda all'interno del locale attraverso la vetrata e si avvicina alla porta d'ingresso.

La persona che si stava affrettando fuori dal locale si toglie il cappuccio di quello che sembra il suo giubbetto e si avvicina alla cassa. Quello che presumo sia un ragazzo si passa una mano tra i capelli umidi ed inizia a guardarsi intorno. Scorgo tra i suoi capelli castani un accenno di biondo e riesco finalmente a riconoscerlo.

È Federico.

Ma cosa ci fa qui?

Guardo l'ingresso cercando Valentina ed il suo ragazzo.

Niente.
Deve essere venuto qui da solo.

Avrà avuto anche lui la brillante idea di ripararsi dalla pioggia entrando in questo locale?

Federico continua a guardarsi intorno fino a guardare nella mia direzione. Sul suo viso si forma un sorriso.

Mi volto leggermente per vedere se c'è qualcuno dietro di me ritrovandomi a guardare il muro. Torno a guardarlo e noto che si sta avvicinando a me.

Merda.

"Ciao"- dice ormai di fronte a me.

"Ciao"- dico schiarendomi la gola. Sono in imbarazzo.

"Posso sedermi?"-continua a parlarmi sorridendo.

Non capisco come faccia a sorridere sempre.

Dovrei farlo sedere?
Non dovrei, ma c'è qualcosa che mi spinge a dirgli di sì.

"Va bene"- accenno un sorriso guardando l'orario sul mio cellulare.

"Wow mi aspettavo mi dicessi di no"- dice ridendo leggermente.

Perspicace il ragazzo.

"Come vedi hai pensato male"- lo guardo aspettando una sua risposta.

Rimane a guardarmi sorridendo e scuotendo la testa.  Dopo qualche secondo un cameriere interrompe il silenzio imbarazzante che si è formato tra di noi portando il mio tè.

"Ah comunque queste dovrebbero essere tue"- mette una mano in tasca al suo giubbetto. Dopo aver preso ciò che stava cercando tende la sua mano verso di me con un paio di cuffie.

"Le mie cuffie"-un piccolo sorriso si fa spazio sul mio volto.

"Grazie mille"- Tendo anche io la mano e lascio che mi dia le cuffie. In quel gesto la sua mano sfiora la mia.

Un brivido mi percorre la schiena.

Le sue mani sono calde al contrario delle mie quasi sempre gelate.

Osservo le cuffie sorseggiando il mio tè, formano un groviglio quasi impossibile da slegare.

Federico ridacchia-" Devi scusarmi, non sono un tipo molto ordinato"- si passa una mano tra i capelli quasi asciutti-" ho provato a scioglierle ma non ci sono riuscito"

"Non c'è problema"- cerco di smettere di sorridere non riuscendoci.

I suoi occhi azzurri mi scrutano cercando di capire il mio tono. Sul suo viso ancora un sorriso.

"No,sta tranquillo"- dico, una piccola risata scappa dalle mie labbra.

Non capisco. Ho sorriso più adesso, con questo sconosciuto, in cinque minuti che in tutto l'anno. C'è qualcosa in lui che mi spinge a sorridere ancora.

"Devi essere davvero sbadata per perdere le tue cuffie comunque"- socchiude gli occhi sorridendomi con aria di sfida.

"Hai ragione" - sorrido.

Mi soffermo ad osservare i suoi occhi. Sono color ghiaccio ed hanno verso il contorno una sfumatura blu.

Un sorriso divertito si fa spazio sul suo volto.

Il suo sorriso è contagioso, così non posso fare a meno di sorridere. Per la prima volta dalla morte di mio fratello sto sorridendo, sorridendo per davvero.

Prendimi per mano || Benji & Fede ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora