Capitolo 2

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Ora.

È mattina, potranno essere le 6, non ho dormito per niente come negli ultimi otto anni.
"Ryan" sento mio padre chiamarmi dal salotto. "Arrivo" rispondo prima di alzarmi e andare da lui.
"Ryan, devi andare a correre." " lo so, sto andando" "non mi sembra che tu eri in piedi." "Mi stavo alzando" "muoviti ora." Dopo 10 minuti sono in strada e sto facendo la mia corsa mattutina. Mio padre da quando mia madre non c'è più non fa altro che lavorare e bere, bere e lavorare. Quando è lucido, come oggi si può discutere, ma quando è ubriaco vado via di casa perché è proprio in quei momenti che si trasforma e mi accusa di essere il colpevole della morte di mamma. Non è stato facile per noi. Mia sorella si è trasferita all'università a Milano appena ha compiuto 19 anni. Mio padre è depresso. Io? Beh io vado avanti. Anche se non è facile visto che ogni notte rivivo lo stesso giorno. Mio padre poi mi rende anche difficile vivere.
Dopo la mia solita corsa torno a casa e non appena la porta di casa è aperta sento " tempo?"
"7.03.20"
" puoi fare meglio."
"Lo so"
"allora perché non ti impegni?!"
Lascio andare l'ultimo commento solo perché so che qualsiasi cosa dica nn gli farà cambiare idea. Pensa che io non mi impegno, allora non mi impegno punto. Niente se niente ma.
"Ah... Un altra cosa ho saputo che ieri non sei andato all'allenamento..." Cazzo, come l'ha scoperto?! Ecco un altra cosa che dovete sapere lui era un calciatore quando era giovane ma ha dovuto smettere per un incidente stradale, adesso è un medico affermato ma lui non mi spinge ad essere medico ma ad essere un calciatore migliore di lui. Di evitare di fare sbagli come i suoi, come fare tardi la sera quando esco con i miei amici, guidare da ubriaco, o innamorarsi.Infatti secondo lui innamorarsi alla mia età è sbagliato perché significa avere una distrazione e le distrazioni portano al fallimento. Questo perché l'incidente stradale che ha portato alla fine della sua carriera calcistica è avvenuto perché era distratto dalla sua ragazza dell'epoca. Fortunatamente gli altri che erano in macchina stanno bene. Sfortunatamente a mio padre è costato una gamba rotta.
"Papà è successo solo una volta e perché dovevo studiare per un compito."
"Non me ne frega niente. Quante volte te lo devo dire che il calcio viene prima di tutto?! Dopotutto questa è la tua carriera! Cosa te ne fai del diploma ? tu che sei una testa di rapa!" Ouch. Vedete questa è la mia vita. Nessuno mi ha chiesto cosa voglio fare, ma bensì mi viene detto ciò che devo o non devo fare. Non che il calcio non sia quello che voglio fare ma questo non è il punto.
"Okay pa, ora vado a scuola." Mi metto lo zaino sulle spalle e mi avvio verso la porta
"E Ryan non mi aspettare oggi non ci sarò per cena ho il turno di notte"
"Okay ciao"
Perfetto significa che domani dovrò fare i conti con mio padre post sbornia - sempre se non incontro quello ubriaco.
Salgo sul mio scooter e mi dirigo verso scuola. Una volta arrivato vengo accolto da tutti con cenni e saluti, il beneficio di essere il capitano della migliore squadra di calcio.
" Mason" Da tempo nessuno mi chiama più "Ryan". Ogni volta mi presento come Mason perché mia madre mi ha sempre chiamato Ryan e mi fa troppo male sentire la sua voce ogni volta che qualcuno mi chiama così. Solo mio padre e mia sorella ormai mi chiamano con il mio nome solo perché beh a mio padre non posso dire niente, tanto ormai a mala pena ci parliamo e mia sorella fa quello che vuole e non posso impedirglielo, purtroppo.
"Ehi" saluto con il cenno con il capo
"ehi, Mason come va?" Questa voce la riconoscerei ovunque "Ciao, Laura". Laura è una ragazza con cui qualche volta passo molto tempo insieme alle feste per divertirmi. E, no, non è niente di serio. È una fan della squadra, ma soprattutto una mia fan.
"Mason, amico oggi c'è una festa ci stai?"
"Ci sono sempre per una festa, Ale"
A questo punto raggiungo i miei due migliori amici davanti la mia classe " ehi ragazzi"
"Mason" dice Roberto. Lui é il mio migliore amico ma mentre io sono alto, ho i capelli castani e gli occhi verdi , lui è più basso, ha i capelli biondi e gli occhi celesti. Tipico principe azzurro. Poi io sono più un tipo spigliato e arrogante lui è più introverso e bravo ragazzo.
"Amico ti stavo cercando, ho visto un paio di belle ragazze laggiù stavo pensando di inviterle alla festa di stasera che dici?" Mi fa l'occhiolino Pietro. Lui è il tipico belloccio della classe, ha i capelli castani , ricci , occhi verdi, ama le ragazze e se la spassa tanto con loro. "Dove sono?"
"Laggiù " indica un paio di classi giù al corridoio. Le vedo una è alta, capelli castani ma è di spalle quindi non posso dire se è bella o meno, l'altra è bionda, più bassa dell'altra e ha gli occhi celesti, molto carina.
"Ben fatto, andiamo"
Quando ci avviciniamo già vedo che abbiamo fatto colpo, si girano e  iniziano a sorridere e ridacchiare. Sono io a iniziare l'approccio "ciao ragazze"
Loro mi rivolgono la loro attenzione "ciao" dicono insieme.
"Io mi chiamo Mason"
"Lo sappiamo chi sei" mi risponde la bruna.
"E voi siete..."
"Io sono Michela" dice la bruna poi punta l'amica e dice "lei è Giovanna"
"Bene molto piacere, oggi c'è una festa.. Volete venire?" C'è un momento di pausa, tanto lungo che penso che non hanno capito che le ho appena invitate. Si guardano per un momento ancora e poi la bruna dice "Oh vuoi dire... con voi?"
"No tecnicamente no.. Però potete stare al nostro tavolo" mentre loro non rispondono i miei occhi vagano oltre le loro teste per finalmente bloccarsi alla vista di una bellissima ragazza che sta ridendo per qualcosa la ragazza di fronte a lei sta dicendo. Rimango incantato a vederla ridere, cazzo è bellissima. Non ho mai visto una bellezza così disarmante. La ragazza in questione ha i capelli castani, lunghi fino ad arrivare a metà schiena, è magra, alta e ha un fisico pazzesco. Più la guardo più rimango incantato. Tant'è che ho perso metà conversazione. Quando si gira ,perché forse sente i miei occhi su di lei, i nostri sguardi si incrociano e posso vedere finalmente tutto di lei, ha gli occhi azzurri, intensi. Continuo a guardarla e lei a guardare me, e non so come riesco a sorriderle nonostante il mio sguardo sorpreso, e dopo un po' vedo spuntare un piccolo sorriso sul suo viso. Il mio sorriso si allarga e le faccio l'occhiolino. Lei dopo un ultimo sguardo si gira ed entra in classe. Io continuo a guardarla finché non scompare dalla mia vista. Ho sentito parlare di colpo di fulmine ma ho sempre pensato che erano cazzate. Ora non ne sono più così sicuro.
"Vero Mason?" 
"Uh?!" Il mio amico mi lancia uno sguardo come per dire "che ti succede?" Ma a me non interessava più niente di questa conversazione.
"Ah si si.. Pietro ha ragione. Comunque noi dobbiamo andare in classe.. Ci vediamo" e prendo Pietro dal braccio e lo spingo indietro.
"Ragazze fateci sapere..." Dice Pietro prima di girarsi.
Poi si rivolge a me " cazzo, che ti è successo un minuto eri lì e l'altro non c'eri più. Ho dovuto fare tutto da solo..." Continua nel suo blaterare ma non lo sento più mi concentro su altro.
Sento le ragazze  a pochi passi dietro di noi parlare di come sono emozionate a venire alla festa ma dopo un po non sento più nemmeno loro perché mi concentro su come mi sono sentito prima quando ho incrociato gli occhi di quella ragazza e di come mi sono sentito vivo... Non mi è mai successo fuori dal campo e questo mi confonde. Di sicuro non potrò approfondire. Non merito amore per quello che ho fatto e non voglio far soffrire nessuno quindi devo lasciare stare.

Senza te non sono niente.Where stories live. Discover now