Capitolo 20

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È proprio vero che nel giro di un attimo, la tua vita può essere stravolta. Bastano pochi secondi per distruggere tutto quello in cui credevi, perdere la persona che era diventata la tua vita. Io dovrei saperlo meglio di tutti, in fondo è successa la stessa cosa con mia madre. Il dolore è molto simile. Mi sento vuoto. Assente. Dire che sono distrutto è un eufemismo. Distrutto non si avvicina per niente alla realtà. Piuttosto mi sento come se mi avessero strappato il cuore dal petto e tolto l'aria dai polmoni. Sono terribilmente morto dentro. Sono solo di nuovo. Senza una ragione di vita. L'unica ragione per cui riuscivo ad andare avanti mi ha appena voltato le spalle. Vago senza meta e mi ritrovo nel magazzino abbandonato dove ho portato Lucy non meno di una settimana fa. Tutti i posti in cui vado mi ricordano di lei. Non ho più un posto dove lei non è stata con me, che non mi rievocano ricordi di me e di lei insieme. Dopo poco me ne vado da lì perché non faccio che pensare a quando ero qui con lei. L'ho persa. L'ho persa. Questo pensiero continua a ripetersi nella mia mente. Non voglio più pensare. Una volta fuori corro, ma non serve ad alleviare il dolore. Ma continuo. Inizia a piovere prima piano poi incrementa ma non mi fermo. Questo tempo descrive esattamente come mi sento. Voglio piangere e eliminare tutto il dolore, ma non penso sia possibile. Sono tutto bagnato. Mi fermo quando arrivo in un parco ed è notte, intanto continua a piovere. Non ho idea di dove mi trovo, ma non mi interessa. Mi fermo in mezzo alla strada e alzo la testa e le braccia al cielo. La pioggia è su di me. Mi faccio bagnare. Voglio che la pioggia mi aiuti a eliminare questo dolore. Non funziona, allora lancio un urlo nella notte.
"Qual'è stata la mia colpa?" Urlo.
"Perché mi stai facendo questo?Cosa ti ho fatto di male?" Mi fermo
"Che altro vuoi? Eh? Cosa vuoi? Vuoi anche me? Prendimi! Sono qui! " urlo al cielo ma l'unica risposta che ottengo sono i rumori della pioggia intorno a me e dei fulmini, dopo mi siedo sul gradino del marciapiede e mi lascio piangere, perché so che nessuno riuscirà a vedere e riconoscere le mie lacrime da tutta questa pioggia e da come sono bagnato.

Resto lì per un pó a godermi il silenzio. Non so quanto tempo è passato ,durante la mia corsa il telefono vibrava e l'ho preso e l'ho sbattuto a terra con violenza e si è rotto in mille pezzi, quindi non so che ore sono e ho perso la cognizione del tempo. Però dopo essermi sfogato mi sento meglio. Più leggero, come se mi fossi tolto un peso. Sento ancora un vuoto dentro ma almeno adesso ho sfogato un po della mia rabbia.

Senza te non sono niente.Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz