Capitolo 25

3.4K 140 1
                                    

Sono passate tre settimane da quando mi sono svegliato dal coma e sono ancora in ospedale. Sono ancora intorpidito in molte parti del lato sinistro ma ora riesco a muovere tutta la parte superiore mentre nella parte inferiore ho ancora dei problemi ma ci sto lavorando. Ho lavorato molto con la dottoressa e ho fatto alcuni miglioramenti ma per spostarmi devo usare la sedia a rotelle. Anche con le gambe, ho perfino fatto piccoli movimenti. Lucy mi è venuta a trovare ma non molto spesso perché mio padre ultimamente è venuto spesso a guardarmi lavorare per la riabilitazione e non la fa entrare. Attualmente sto cercando di scendere dal letto da solo per mettermi in piedi ma come al solito non riesco a muovere la gamba per farla scendere dal letto.
"Ryan. Cazzo. Sono tre settimane che ci stai provando ma non ci sei ancora riuscito. Sei un incapace..." Mio padre è presente oggi come lo è stato per le ultime settimane. Quando c'è lui non riesco a concentrarmi perché ogni secondo parla per screditarmi. Oggi non riesco a fermarmi dal rispondergli.
"Ci sto provando, papà. Ma non so se hai notato che sono paralizzate ci vorrà un po' prima che riescano a muoversi!"
"Non ti stai concentrando!" Papà sbuffa, e io rotolo gli occhi.
"Come faccio a concentrarmi se ho un gufo nelle orecchie?!" Vedo il suo sguardo è quello che ha quando mi vuole uccidere, questo mi fa prendere coscienza di ciò che sto facendo. Ultimamente mi sono sentito protetto in ospedale e più volte gli ho risposto male, non mi farà del male se sono qui dentro.
"Ryan." Dice con voce minacciosa. "Concentrati e comincia a camminare. Non sfidare la mia pazienza!" Passano secondi mentre ci guardiamo. Ho smesso di provare a muovermi e mi sono steso nel letto. Non mi muovo.
"Okay! Basta così." Interviene la dottoressa. "Le posso parlare un attimo.." Chiede a mio padre.
"Ryan riposati un attimo, ricominciamo subito. Dammi un secondo." Mi dice prima di raggiungere mio padre fuori dalla porta. Non chiude la porta però e li sento parlare.
"Chiedo scusa, ma non credo che come si comporta possa aiutare suo figlio a recuperare l'uso delle gambe, le chiedo gentilmente di non intromettersi e non agitare il paziente..." Dice la dottoressa cortese ma in modo fermo, deciso. Mio padre non è abituato a questo tipo di trattamento, di solito ciò che fa o che dice non viene contrastato.
"Ma lei chi è? Come si permette a dirmi cosa devo o non devo fare con mio figlio? Ha chiaramente bisogno di una spinta, di un incoraggiamento! Non andrà da nessuna parte con i suoi metodi gentili. Deve recuperare e presto. Non ho tutto il tempo del mondo. È chiaro?" Il solito gentiluomo! Non mi interessa ciò che pensa. Come si comporta mentre sto cercando di muovere queste gambe del cazzo mi innervosisce ancora di più con le sue parole il chè è tanto considerato che già lo sono perché queste dannate gambe non ne vogliono sapere di muoversi! Sto iniziando a pensare che non camminerò più! Non ci riesco e la cosa peggiore è che non sento niente quando le tocco e quando le prendo a pugni.
"Questo è chiaro signor Mason, ma se continua così non farà altro che scoraggiarlo! La prego faccia fare a me..." Mio padre la sta guardando come se quello che ha appena detto fosse un idiozia, ma stupendomi non la contraddice.
"Una settimana questo è il tempo che le do, prima di usare le maniere forti!" Okay, ora sono spaventato, che ha in mente?
"Ma..."
"Niente ma.. Vuole che mi fida di lei, allora faccia il suo dovere e lo faccia camminare. Le ripeto che non abbiamo tanto tempo. La sua carriera è sul filo del rasoio." Vedo la pena, dolore, e molta esasperazione nell'espressione della dottoressa.
"Non posso assicurargli che..."
"Mio figlio camminerà e ritornerà quello che era! Ha capito?" Urla mio padre. Non credo che accetterà mai che non sarò più quello di prima. Me lo sento ormai da tanto che non potrò più giocare a calcio nello stesso modo, potrò camminare quello si, sono fiducioso, ma giocare al livello di prima... Un po meno.
"Si. Ci proveremo." Mio padre non la saluta ma si gira e marcia incazzato verso l'ascensore.
La dottoressa torna subito dopo aver finito di parlare con mio padre.
"Ok Ryan. Riproviamo. So che ce la puoi fare."
Mentre stiamo provando da un po vedo la porta aprirsi e subito dopo una testa sbirciare dentro la stanza. La dottoressa la vede prima di me.
"Non preoccuparti, via libera!" Dice con una risata. Luce più bella di sempre entra nella stanza con un ampio sorriso.
"Hey. Sono appena arrivata, pensavo di trovare tuo padre, ma menomale... Non c'è." Mi si avvicina e mi da un bacio sulle labbra.
"Avevo proprio bisogno di te, cara Lucy. Il tuo ragazzo qui ha bisogno di incoraggiamento. Ma non il tipo che pensa suo padre, di più questo tipo..." Lei mi sorride mentre io la guardo confuso. "Mettiti qui." La fa mettere in un punto il più possibile lontano da me.
"Cerchiamo di farlo camminare su..." Lucy capisce il piano e inizia a ridere.
"Ho capito. Vuoi usarmi come obbiettivo!"
"Esatto. Hai scelto bene, amico. La tua ragazza è intelligente, oltre ad essere bellissima." Già ha proprio ragione. Ho il mio sguardo verso Lucy quando dico "lo so, la mia ragazza è unica ed è solo mia."
Lucy mi sorride.
"Okay, allora raggiungiamo la tua ragazza unica e speciale. Se no oggi ne la abbracci e ne ci stai un po' insieme. Vero Lucy che se non ti raggiunge tu vai via senza nemmeno salutarlo?" Ora sono decisamente più invogliato a muovere le gambe.
"Certo, Ryan me ne vado se non vieni qui. Guarda cosa ti perdi!" Ora sono nei guai. Preciso che non la tocco da tre settimane, oltre a qualche bacio qua e là e quando abbiamo dormito insieme tre settimane fa. Quindi quando inizia a muoversi ballando un po ,toccarsi i capelli leccandosi le labbra mi impegno più che posso a spostare la gamba destra dal letto. Cinque minuti e vari tentativi dopo la gamba si muove un po e io inizio a sudare tantissimo, mi vogliono morto. Sento un dolore atroce alla gamba e alla testa, e getto un urlo.
"Ryan vai così, ce la fai... Dai.." Lucy fa il tifo.
"Ryan." Inizia la dottoressa ma la zittisco.
"Porca troia." Cazzo, che dolore.
"Vieni qui. Vedimi. Guardami Ryan." Lucy mi tormenta. La guardo e riesco a vedere nei suoi occhi quanto è orgogliosa di me per questo piccolo passo che sto facendo. Riesco a posare la gamba destra a terra. Ma il dolore è veramente tanto, anche per me.
"È una cosa buona che senti dolore.." La dottoressa commenta. Cosa dice?!
"Beh mica tanto..." Mi lamento, stringendo i denti. Lei si limita a roteare gli occhi.
"Significa che stiamo facendo dei passi avanti e che continuando così potrai camminare."
Chi se ne frega in questo momento sto malissimo.
"Okay Ryan. Proviamo con l'altra. Se ti alzi in piedi, avrai del tempo con Lucy. Ti prometto che vi farò stare insieme anche oltre l'orario di chiusura." Bene, questa cosa mi piace. Voglio passare del tempo con lei. È passato tanto tempo. Tra la scuola per lei, mio padre per me, non ci vediamo da parecchio. L'ultima volta che abbiamo dormito insieme qui in ospedale ho fatto un sogno strano. Ero al buio e nello stesso posto di quando ero in coma e ho incontrato mia madre, ho riconosciuto la piccola stradina, l'unica differenza è che questa volta non c'era mia madre ma bensì una colomba bianca alla fine della strada, che rompeva l'oscurità in cui mi trovavo e illuminava la strada, mentre camminavamo mi ha detto una frase "vieni con me, ti mostrerò dove troverai la pace". Mi è rimasto impresso, quando mi sono svegliato ci ho pensato e so per certo che quella colomba è Lucy e mi ha salvato di nuovo. Sento delle voci che mi incoraggiano ed esco dal mio trance per impegnarmi di nuovo a muovere la gamba ma stavolta è durissima. Stringo i denti mentre sudo. Questa gamba è stata molto danneggiata. Il dottore mi ha detto che perché sono caduto sul lato sinistro, tutto il lato sinistro era rimasto sotto la macchina capovolta per l'intero tempo di attesa dell'autoambulanza. Inoltre ho scoperto che il ragazzo nell'automobile che mi ha investito e che stava per investire Lucy, era ubriaco e che quindi considerato che eravamo in una strada piuttosto buia e che lui era bello offuscato dall'alcool non ha visto che c'erano persone sulla strada. Questa svista gli ha causato un bel po di problemi, è in coma. In più non era solo in macchina, con lui c'era una ragazza che invece si è scoperto era stata drogata e che per sua fortuna è ancora viva e se l'è cavata con un paio di ferite, ed è stata salvata nella sfortuna dell'incidente dall'essere stata possibilmente abusata. Riesco a muoverla impercettibilmente ma non abbastanza e dopo poco mi arrendo, stendendomi sul letto.
"Non ce la faccio più! Ci sto provando ma è troppo difficile!" Dico coprendomi il viso con le mani. Apro un po le mani per sbirciare la dottoressa e lei mi sta guardando con espressione dura.
"Ryan alzati immediatamente. Qui non ci arrendiamo, credevo l'avessi capito. Tutto è difficile, niente è facile. La cosa più bella è la soddisfazione di avercela fatta, di aver superato il peggio. Tu lo supererai. Ora forza fammi vedere come raggiungi la ragazza che ami e fammi vedere come la abbracci."
Mi dice. Forse è stato il miglior discorso di incoraggiamento mai sentito nella storia per me. Perché voglio raggiungere quello stato di soddisfazione di me stesso. Ma cosa più Importante voglio uscire da qui, voglio tornare a vivere la mia vita ora che avevo scoperto com'era viverla e non tentare di sopravvivere.
Annuisco e mi rimetto a lavoro. Quando riesco ad alzarmi vengo assalito da urla di soddisfazione da parte di Lucy e subito dopo dalle sue braccia intorno a me. Ridiamo insieme e subito lei mi bacia.
"Ce l'hai fatta!!" Lucy mi dice nell'orecchio mentre mi abbraccia forte. È difficile mantenermi sulle gambe e per questo caso all'indietro molto velocemente, portando Lucy con me, che emette un urletto. Rido di felicità mentre la abbraccio forte. La dottoressa interrompe il momento di euforia.
"Okay basta per oggi! Bravo Ryan. Domani oltre che ad alzarti, proveremo a farti camminare. Ah importante da oggi non userai più la sedia a rotelle ma le stampelle devi provarci. Come promesso vi lascio soli." Non sento che esce dalla porta vedo solo Lucy.
"Ce l'ho fatta! Se ogni volta che faccio qualche passo avanti, ti trovo tra le mie braccia prometto di farli più spesso."
Lei ride e dice "Esatto impegnati e avrai anche di più."
Sono intrigato. Cosa vorrà mai dire?
Le sorrido con aria seducente "vuol dire quello che penso io?"
Lei ride ma annuisce. Cioè sarebbe pronta a fare sesso.
"Ryan mi fido di te. Ti amo e voglio darti tutta me stessa e voglio te. Tutto di te."
"Ti amo anche io e sai che ti voglio anche io... Sai che sono tuo ma.. Non si può... Sono qui...non voglio che questo sia il luogo della nostra prima volta " Mi guarda fisso negli occhi e so che riesce a vedere la mia anima. Sono sincero quando dico che sono già suo, io sono già completamente perso in lei.
"Anche io non voglio che succeda qui. Aspetterò ma sappi che sono pronta." Questo mi fa accelerare il battito cardiaco, il che viene subito reso noto dall'apparecchio che conta i battiti cardiaci del mio cuore che si trova a fianco al letto. Lei se ne accorge e fa una faccia sorpresa e ride, io faccio semplicemente spallucce. Quanto la amo?!
"E ora come faccio ad aspettare.." le sorrido malizioso.
"Scemo" ride e mi da uno schiaffo sul braccio. Io fingo dolore e le si stampa subito una faccia preoccupata sul viso.
"Non mi sono fatto niente. Non sono diventato fragile tutto d'un tratto. Sono forte e muscoloso come sempre. Guarda qui..." Prendo la sua mano e la premo sul mio braccio e l'altra la metto sul mio stomaco. "Visto?"
"Si hai ragione." Annuisce e mi sorride "sempre forte e muscoloso." Non so se mi sta prendendo in giro. Quindi le alzo un sopracciglio ma lei si limita a ridere. Questo è il momento migliore della giornata, quando mi viene a trovare e posso passare del tempo con lei. Quando sono con Lucy mi dimentico del dolore alla spalla o alle gambe, di dove mi trovo o della situazione in cui mi trovo, vivo con lei, scherzo con lei e mi sento meglio. Solo lei ha questa capacità. Solo lei può farmi essere speranzoso anche quando la speranza mi ha del tutto abbandonato o quando mi sento inutile e triste. Nonostante tutto il dolore, i problemi con le mie gambe e con mio padre, lei è rimasta quella luce nell'oscurità che ho visto all'inizio, quando l'ho vista per la prima volta. La luce e la salvezza di cui ho bisogno. Di cui sono innamorato. E questo sarà anche il mio prossimo tatuaggio.

Senza te non sono niente.Where stories live. Discover now