Capitolo V - Parte II - EPILOGO

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Nico stava mangiando un gelato alla crema e al cioccolato, e si trovava in compagnia di Will. Avevano trascorso tutta l'estate insieme a Jason, ma quel giorno l'amico era uscito con una nuova ragazza, una certa Piper, e aveva dato loro buca.
Avevano quindi trascorso la prima mezz'ora a lamentarsi dell'assenza di Jason, facendo speculazioni su cosa sarebbe successo fra i due, quando entrarono in un negozio di CD e sentirono i Radiohead suonare Airbag, la prima canzone del loro album OK Computer, uno dei preferiti di Nico.
Improvvisamente il ragazzo ebbe un déjà-vu e si ricordò della prima volta in cui aveva sentito quella canzone in compagnia di Will: stavano andando alla festa da cui era cominciato tutto e Nico aveva implorato il proprietario dell'auto di fargli cambiare musica dopo quasi un quarto d'ora ininterrotto di Maroon 5, e l'altro aveva acconsentito. Si ricordò anche di una promessa che Will gli aveva fatto, ovvero che un giorno gli avrebbe suonato una canzone scritta da lui, e improvvisamente gli venne voglia di sentirla, anche solo per poter portare alla luce un pezzettino in più di lui.
«Will, ti ricordi cosa mi hai promesso una volta?» esordì.
«Che ti avrei comprato una maglietta con la scritta Raggio di Sole?»
Nico fece finta di arrabbiarsi e gli diede un buffetto su una spalla: «No, stupido. Intendevo dire che mi avevi promesso di farmi sentire la tua canzone, un giorno»
Will sorrise, quindi disse: «Quindi vuoi finalmente sentire la grandiosa e geniale bravura di Will Solace?»
Nico sorrise a sua volta: «Magari sei stonato come una campana, Mister Sorriso Tutto il Giorno».
«Ti dimostrerò che non è così, uomo di poca fede!» disse e, prendendolo per mano, lo condusse a casa sua.

Will entrò in casa, infinitamente grato che nessuno della sua famiglia fosse presente. Voleva stare solo con Nico, soprattutto se si trattava di fargli sentire la sua canzone. Lo condusse in camera e lo fece sedere sul letto, mentre lui andava a cercare la sua chitarra, sommersa da pile su pile di spartiti musicali e libri di medicina e greco antico.
«Eccola!» esclamò, trovandola.
«Su, datti una mossa. Voglio sentirla» disse Nico, sorridendo. Ultimamente sorrideva davvero spesso, tanto che Will praticamente ogni giorno poteva bearsi di quei piccoli denti bianchi che spuntavano dietro le sue labbra sottili.
«In realtà questa canzone, quando ti avevo promesso che un giorno te l'avrei fatta sentire, non era ancora pronta. Ho finito di scriverla qualche tempo fa, e il testo... ecco, è per te» disse, arrossendo un poco.
«Va bene, Will» rispose Nico, arrossendo a sua volta.
Con impresso nello sguardo il sorriso timido del ragazzo, Will cominciò a suonare. La melodia era vivace e allegra e i passaggi veloci; era perfetta per la stagione in cui si trovavano, eppure le parole un poco stonavano con quell'energia che traspariva da ogni accordo.

I like to think that, we had it all

We drew a map to a better place

But on that road I took a fall

Oh baby why did you run away?

Will ripensò a quando aveva conosciuto Nico, al suo continuo dire "Non toccarmi" che ora era ormai scomparso del tutto, al suo raro sorriso, alla prima risata che aveva fatto in sua presenza, quando si era spogliato di fronte a lui e poi, troppo imbarazzato, era uscito dalla sua camera senza maglietta e con i piedi scalzi. E pensò alla loro prima uscita, al loro patto segreto che alla fine non era servito a nulla, all'iniziale sfiducia dell'altro nei suoi confronti.


But I wonder where were you

When I was at my worstDown on my knees

Poi ripensò alla festa, a come si era rifugiato fra le braccia di Jason quando avevano parlato di Bianca, al bacio, all'abbraccio, alla confusione dell'alcool, alla paura di restare solo e a Nico che, senza troppi problemi, aveva dormito con lui sul divano, ignorando la sua repulsione per il contatto umano.

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