Perfetta.

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Sale sul palco, tremante, lenta; ogni gradino scandisce il tempo, ogni passo è una campana che suona a morto.  L'aria è densa, i sussurri della folla cadono come gocce d'acqua, trafiggono il silenzio, lame che mi attraversano. Alza lo sguardo, gli occhi da cerbiatto mi scrutano diffidenti, nascono alcune pieghe sul suo viso, fino a torcerlo in un sorriso deforme. Poi scatta. Le sue mani si chiudono attorno al mio collo, urla, ringhia, cado al suolo; non posso alzarmi, mi blocca nella mia colpa, perché la sto uccidendo, perchè la sto mandando incontro alla morte.
E mentre apro gli occhi sento ancora le parole di Katniss.

Non mi farete fuori tanto facilmente.

***

Mi alzo, piano, come se ogni piccolo movimento potesse innescare una bomba, come se le mie ossa fossero così fragili da potersi rompere a causa di un lievissimo sforzo. Rimango seduta, a fissare il muro.
Ma devo riprendermi.
Ho mille cose da fare, programmi e orari da rispettare, capelli, trucco, abiti, accessori, colazione, tributi, Capitol.
Già, Capitol.
È sempre più vicina, il treno divora chilometri e chilometri, mi riporta alle fauci del mostro che mi ha creata.
Il mostro che ha fatto di me un'assassina.
Mi infilo due pantofole di peluche color glicine, poi avanzo verso il bagno strascicando i piedi. Allo specchio non vedo la solita me, ma uno spirito stravolto e distrutto dal dolore.
E non deve essere così, no.
Io devo essere perfetta.

***
Haymitch questa mattina non è di buon umore. Beh, come ogni mattina dopotutto.
Effie sembra uscita da una scatola di brillantini, luccica come un carbone ardente, stretta in un vestito aderente arancio carico. Ovviamente non mancano i più assurdi bracciali, collane, fasce strette attorno alla vita, il trucco rosso, rosa e arancione.
Sembra più un cibo che una persona. Non saprei cosa, ma mi ricorda che ho fame.
Perché al distretto non mangiavamo. Mai.
"Buongiorno Katniss! Peeta! Pronti per questa grande, grande..."
"Ma piantala!"
Da dietro un assembramento di bottiglie si alza la voce di Haymitch, che sembra più un susseguirsi di colpi di tosse.
"Splendido!"
Commenta Effie sorridendo, chiudendo le mani a pugno e agitandosi come una ragazzina in gita scolastica.
Poi nessuno apre bocca, mentre io mi alzo ed esco dalla stanza.

***

"Katniss! KATNISS EVERDEEN!"
Quella ragazza è una furia. Se a Capitol si azzardasse a trattare tutti come suoi pari, le farebbero una bella festa.
Evidentemente ha imparato la lezione, perché è tornata; sento nascere un sorriso sul mio volto.
Mi siedo su un divanetto morbido, mentre Haymitch raggiunge il tavolo ed inizia a parlare con i ragazzi degli Hunger Games. Io non posso certo lasciarmi andare alle leccornie del buffet, o mi ridurrei a vendere vestiti in un'orrenda boutique di periferia. L'apparenza è il nutrimento di Capitol City.
Katniss ed Haymitch litigano; naturale, sono completamente fuori di testa e senza controllo.
Un colpo improvviso penetra i miei pensieri, mi volto e vedo che lei ha affondato il coltello nel tavolo, nella tovaglietta di Haymitch.
"È MOGANO!"
"Ti rendi conto? Hai appena ucciso..." Haymitch sfila il coltello e lo fa girare tra le dita.
"...una tovaglietta!"
Lo pianta nel burro.
Divertente.
Guardo fuori dal finestrino e già mi sento meglio. Capitol City, finalmente.
Feste, amici, divertimento.
Nessun pensiero.
Almeno fino a quando non vedrò il sangue di Peeta, o di Katniss, sull'erba dell'arena.

Nota: come avrete notato, ho deciso di inserire in ogni capitolo una parte vista con gli occhi di Katniss. È un personaggio che adoro e penso che potrebbe essere interessante leggere i suoi pensieri, che sono un pò l'opposto di quelli di Effie. :)

Non Sparire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora