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Primo squillo.
Secondo squillo.
Terzo squillo.

Affonda i denti nel labbro inferiore e socchiude gli occhi. La voce metallica lo ha indirizzato verso il suo angolo di paradiso - così come lei stessa lo ha definito - e sta aspettando.

Cosa sto aspettando, esattamente? pensa, mentre dall'altra parte della cornetta rintocca l'ennesimo squillo.
Forse è meglio riagganciare, continua imperterrito il suo cervello, ma tutto viene interrotto da un "Sono Lou, come posso esserti utile in questa magnifica serata?" detto con voce leggera ed acuta, irritante ed intrigante allo stesso tempo.

Rimane spiazzato per qualche secondo, poi "N-non lo so" risponde incerto, riaprendo gli occhi e puntandoli sui propri piedi.

Cosa sto facendo?

Il ragazzo dall'altra parte si lascia scappare una risata e "Non lo sai?" dice, per poi "Vuoi dirmi il tuo nome?" domandare.

Harry scuote la testa, dandosi dell'idiota mentalmente dopo essersi reso conto di non averlo davanti, perciò "Preferirei di no" sussurra, torturandosi un lembo dell'asciugamano con dita tremanti.

"Mi toccherà trovarti un soprannome, allora. Cosa posso fare per te, dolcezza?"

"Possiamo, uhm, possiamo parlare e basta?"

"Possiamo fare tutto ciò che vuoi, sei tu a pagare e a decidere; io sono qui per accontentare ogni tua richiesta"

Si ritrova stranamente a sorridere, mentre si passa una mano fra i capelli ancora bagnati. "Allora... Come stai?" chiede, dandosi uno schiaffo mentalmente perché, sul serio? Una domanda migliore no, vero?

"Io sto benone, dolcezza, tu invece?"

"Hai una bella voce, Lou" dice senza pensarci, fregandosene altamente della risposta del ragazzo.

Lo sta immaginando seduto su una sedia girevole, il filo della cornetta del telefono attorcigliato attorno a due dita ed il corpo minuto scosso dall'ennesima risata scaturita a una sua battuta.

Cosa sto facendo? si chiede ancora, scuotendo il capo e schiarendosi la voce. "Bene, sto bene" si affretta a dire. "Mi sento solo, però" aggiunge dopo qualche istante, rivolgendo un pensiero a Jake e alla sua perenne assenza.

"Come mai?"

"Il mio fidanzato... Beh, diciamo che non si comporta molto come tale"

"Ti trascura?"

"Un po'"

"Da quanto non ti dice che sei bellissimo?" la voce di Lou si abbassa leggermente e può sentire uno scricchiolio di sottofondo, probabilmente dato da un cambio di posizione. "Da quanto non ti sussurra che ti vuole all'orecchio?"

Da tanto, troppo tempo, Lou. Non credo nemmeno ricordi come sono fatto, ormai.

"N-non lo so"

Aiutami tu, Lou. Ti prego. Fammi sentire meno solo.

"Tanto tempo, però"

"Nessuno dovrebbe essere lasciato in disparte così, soprattutto tu, dolcezza"

Harry corruga la fronte. "Non mi conosci, potrei essere uno stronzo assurdo e meritare tutta questa solitudine"

"La tua voce mi fa pensare il contrario e solitamente non sbaglio" aggiunge Lou sorridendo. Non ne ha la certezza, ma il modo in cui la sua voce è salita lievemente gli fa pensare che sì, sta sorridendo. Per lui. A lui.

"Posso farti una domanda personale?"

"Certo, ma non so se potrò risponderti"

È curioso, maledettamente curioso. "Perché fai questo lavoro?" domanda, spostandosi verso la cucina, così da potersi versare un bicchiere d'acqua e sedersi sul bancone di marmo.

Lou sospira. "Quando ho cominciato a lavorare per questa compagnia avevo bisogno di soldi, sai, andavo all'Università. Poi mi sono trovato bene e sono rimasto"

"Quanti anni hai?"

"Ne ho venticinque, tu dolcezza, quanti ne hai?"

"Venticinque anche io. Posso sapere dove vivi o è troppo personale?" si morde nuovamente il labbro inferiore.

Una parte di sé vorrebbe riagganciare, cancellare quel numero, strappare il pezzetto di carta su cui è scritto e dimenticare la voce di Lou e le strane sensazioni che sta provando.
L'altra parte, invece, vorrebbe rimanere ancora al telefono, scoprire qualcosa di più, incontrare Lou e parlarci di persona seppur non sia a conoscenza del suo aspetto.

Non che gli importi, comunque.

"Troppo personale, dolcezza; posso dirti che è in Inghilterra, però"

Inghilterra? Potresti anche essere il mio dirimpettaio, Lou, pensa scioccamente, fissando il muro bianco che ha davanti. "Potresti essere ovunque, Lou"

"È questo il bello, no? Anche se non puoi vedermi, se non puoi avermi, puoi ricevere i miei servigi ogni volta che ne senti il bisogno"

"Ogni volta?"

"Ogni volta, basta richiedere una conversazione privata con me. Ha un costo maggiore, ma è una tua scelta"

"Quindi possiamo rifarlo?"

Cosa sto facendo? O meglio... Perché lo sto facendo?
Sono così disperato?

"Sì, dolcezza, possiamo rifarlo"

Talkin', squealin', lyin' ⚓︎ l.s. Where stories live. Discover now