Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (parte 3)

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Rivisitazione dal punto di vista di Sirius del capitolo di: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.

La parte folle di Sirius si stava divertendo, facendo sbattere Mocciosus contro il soffitto basso. Il suo lato serio, invece, era concentrato sul suo futuro. -Sai che cosa significa consegnare Minus?- domandò ad Harry.
-Che tu sei libero.-
-Si... Ma io sono anche... non so se nessuno te l'ha mai detto... io sono il tuo padrino.-
-Sì, lo sapevo..-
-Be', i tuoi genitori mi hanno nominato tuo tutore. Se fosse successo qualcosa a loro...-
Sirius si bloccò. Che diamine stava dicendo? Harry non era James. Non lo conosceva. E fino ad un'ora prima lo credeva un pazzo assassino. -Lo capisco naturalmente se vuoi restare con i tuoi zii. Ma... be'... riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza... se volessi una... una casa diversa...- parlava lentamente, per cogliere ogni cambiamento d'umore nel volto di Harry. -Cosa... vivere con te? Lasciare i Dursley?- chiese il ragazzo, con gli occhi sbarrati. Che ti aspettavi, Sirius?
-Certo, lo sapevo che non avresti voluto. Capisco, credevo solo che...-
-Sei matto? Ma certo che voglio lasciare i Dursley! Tu hai una casa? Quando posso venire?-
Sirius sobbalzó, mandando senza volerlo (o almeno non del tutto) Mocciosus contro il soffitto. -Lo desideri davvero? Sul serio?-
-Si! Sul serio.- rispose Harry.
Il volto tormentato di Sirius si aprì in un sorriso, si sentì improvvisamente più felice, più giovane, meno dannato. Forse poteva davver andare tutto bene. Uscirono dal tunnel lentamente, ma Sirius continuò a guardare di sottecchi il suo figlioccio. Aveva lo sguardo perso, ma un sorrisetto gli increspava le labbra. Remus teneva Peter a portata di bacchetta, minacciandolo. Piton svolazzava scomposto, con la testa penzolante. Sirius tirò una boccata d'aria assaporando la libertà. Poi la bolla scoppiò. All'improvviso il gruppo fu bagnato dalla luce della luna. Sirius si irrigidì, tese un braccio per bloccare Harry ed Hermione. Lupin prese a tremare. -Oh cielo! Questa sera non ha preso la pozione! Non è innocuo!- esclamò Hermione.
-Correte- mormorò Sirius. -Correte! Ora!-
Si voltò di scatto verso Remus. Ron, incatenato a Peter, di dibatteva disperatamente. Harry fece un passo avanti per raggiungere l'amico, ma Sirius lo fermò. -Lasciate fare a me. Correte!- Remus si stava trasformando. Aveva assistito alla trasformazione migliaia di volte, ma mai gli era sembrata così spaventosa e assolutamente nel momenti sbagliato. C'era solo una cosa da fare. Si concentrò sul suo corpo, spingendolo a cambiare. Sentì una spinta al centro dello stomaco e si ritrovò a mutare. Felpato fece un balzo in avanti e spinse il Lupo Mannaro lontano da Ron e Minus. Sentì gli artigli affondargli nella schiena. Un dolore acuto lo attraversò da capo a piedi, ma si costrinse a continuare la lotta. Si avventò su Lupin, con le zanne scoperte, ma il lupo lo scagliò lontano. Era più debole dell'ultima volta che si era trasformato con Remus, non riusciva e reggersi in piedi. Azkaban gli aveva tolto ogni cosa. Quando tutto attorno a lui smise di girare, si accorse che Harry stava cercando di dirgli qualcosa. -Sirius, è scappato, Minus si è trasformato!-
No, no, no, no, NO NO NO! L'ultimo bricioli di forza rimastagli gli diede il buon senso di alzarsi e correre verso la Foresta Proibita. Aveva passato sette anni a cercare ogni più piccolo segreto tra quegli alberi, ma quella notte erano più freddi e scuri che mai. C'era qualcosa di strano. Troppo silenzio. Troppo buio. Troppo gelo. Si rese conto del motivo di quel cambiamento troppo lentamente per reagire.
Sirius Black era probabilmente l'unico ex prigioniero di Azkaban a non aver paura dei dissennatori. Forse perché si era arreso ad aver già perso tutto. Adesso, però, Sirius aveva riacquistato un po di speranza, aveva avuto una seconda possibilità. Aveva Harry, poteva tornare ad essere il maladrino senza pensieri di un tempo. Di conseguenza era una preda succulenta per quei mostri. Senza rendersene conto era tornato umano, e urlava, terrorizzato. -Nooo- gemette. -Noooo... per favore...- Ricordi terribili si stavano riaprendo nella sua testa. Eppure, nessuno riguardava Azkaban. Continuava a vedere James ovunque. Sentiva il gelo attraverso le ossa. James era sdraiato a terra, morto. Lily urlava, un grido disumano che non aveva mai sentito. Peter li aveva consegnati a Voldemort. Attorno a lui tutto girava vorticosamente. Harry, devo trovare Harry. Gattonò nell'ombra, confuso da quelle visioni. in cui presente e passato si mescolavano. -Expecto Patronum! Expecto Patronum!- Sentiva un urlo in lontananza. C'era qualcuno. James? Ma no, lui doveva trovare Harry. Però non riusciva a muoversi, era disteso su un fianco. -Hermione aiutami!-
Harry?
-Sirius!-
James? James dove sei? Qualcuno gli aveva afferrato un braccio.
James, sei tornato... No, James è morto... Peter l'ha ucciso... No, non Peter. Io. L'ho ucciso io.
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The prisonerWhere stories live. Discover now