Capitolo 11

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Pov's Jude
Non l'avevo dimenticata. Lo giuro.
Io non l'avevo dimenticata.
Solo un errore della mia testa che in quel momento era andata a perdere.
Tutti fanno errori, ma io lo giuro, io amavo ancora Ambra, e spero di averglielo fatto capire con lo sguardo pieno di passione che le ho lanciato.
Lei non mi ha guardato, ha girato la faccia. Ma dopotutto io avrei fatto lo stesso.
Perdonami Ambra.
Pov's Ambra
Paolo stava chiamando Rey Dark per avvisarlo della scommessa, sperando che si sarebbe presentato senza brutti scherzi.
Imposi a Silvia e a Bobby di rimanere a casa della nonna,e mi allontanai con gli altri, andando presso il luogo prestabilito.
Ormai non eravamo piu dei semplici ragazzi di sedici anni.Sembravamo gia degli adulti, capaci di risolvere le situazioni piu drastiche.
Io stringevo la mano di Erik, ripensando a tutto cio che era avvenuto in un unico mese.
Forse, se avessi pensato a farmi i fatti miei, non avrei mai trovato quel documento,ma allora i loschi piani di Rey Dark e mio padre si sarebbero risolti nel migliore dei modi.
Erik, appena arrivati al campo, si allontanò da me, per discutere di questioni calcistiche.
Io mi allontanai a mia volta, per riflettere e mettere le idee a posto.
Ma appena chiusi gli occhi sentii due mani che si serravano attorno al mio vestitino.
Pensai fosse Erik, percio all'inizio non reagii.
-Erik...
Ma quando mi voltai, vidi un brutto ragazzaccio, che mi iniziò a spingere verso un vicoletto.
Cosa voleva da me?
Iniziai a strillare e a divincolarmi ma lui era molto piu forte e mi tappò la bocca.
Quando credetti di non avere piu uscita, lo sentii diminuire la presa, e vidi che cadeva a terra, seguito da un pallone.
Dietro di lui, vidi... Jude?
Perche mi aveva salvato se non gliene importava piu niente di me?
Il mio cuore iniziò a battere. Io non avevo dimenticato nulla. Jude si avvicinò a me e mi abbracciò, limitandosi ad accarezzare la mia testa.
Arrivò mio fratello, che quando vide la scena, sorrise. Mi baciò la fronte,carezzandomi.
-Ambra, non devi piu allontanarti da me. È chiaro? Che questo sporco bastardo sia uno degli avversari non ne dubito.
Infatti, dopo poco,si sollevò una nuvola di polvere,e avanzarono a passi di marcia i nostri avversari.
Ma non erano la Royal Academy.
Forse eravamo spacciati.
Mi staccai da Jude, e lo lasciai li imbambolato, avvicinandomi a mio fratello.
-E loro sono..-dissi con voce tremante.
-Noi siamo la Royal Unicorn.
E solo quando vidi comparire mio padre, Giacomo Bianchi e Rey Dark tutto fu accertato.
Paolo appena vide suo padre sbiancò. Io gli poggiai una mano sulla spalla e gli sorrisi debolmente. Non sorridevo da tanto tempo.
-Vedrai che sempre il bene vince.
Mi allontanai da loro e seguii la partita minuto per minuto. Eravamo spacciati.
3-1
Perfetto.
I nostri erano stremati, e mentre io distribuivo acqua e medicazioni durante l'intervallo Jude mi si fece vicino e disse:
-Ambra, ci servi tu.
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-MA IO NON SO GIOCARE!!
In mezzo al campo, con la divisa e i capelli legati, mi trovavo altamente spiazzata.
Non sapevo cosa fare, mi ero dimenticata.
Davanti a quei brutti omaccioni, iniziai a piangere.
Era finita. Avremmo perso, e mio padre avrebbe trionfato di nuovo. Cosi come aveva sopraffatto la mamma.
Iniziavo a vedere tutto nero, quando un grido mi riscosse, mi diede la forza di continuare.
Che niente era perduto.
-Sii una stella che brilla in una notte senza luna!
Era mio fratello.
E con quel grido ricordai le promesse fatte alla mamma, che la luce non si spegne mai, che le tenebre non ci avrebbero mai vinto.
Quando mi passarono la palla, non so come, mi feci strada tra i giocatori.
Noi non avremmo perso.
Io dovevo smetterla di piangere, e dovevo vincere per la mamma.
-Per la mamma!
Lanciai la palla in alto, feci una giravolta e quando tornò giu tirai con tutta la potenza che avevo. La mia super-tecnica,che risaliva ai giorni in cui ero felice,in cui sapevo che era possibile che con la speranza il mondo si poteva cambiare.
-STELLA DI FUOCO!
Il tiro andò a segno.
Esultai. Le tenebre non mi avrebbero piu fatto paura!
Con il mio goal il morale della squadra si risollevò.
E solo quando si fischiò la fine,compresi che avevamo vinto. Paolo corse ad abbracciare suo padre, io saltai in braccio ad Erik e iniziai a ridere.
-Ambra.. Ma tu.. Stai ridendo??!
-Erik io rido, rido perche le tenebre non saranno mai alla nostra altezza. Ti chiedo scusa per il tempo perduto, ma è solo grazie a te che ho capito che la mamma non voleva che la mia luce si spegnesse.
Intanto arrivò anche la polizia, chiamata da Silvia e Bobby, secondo mio suggerimento,che portò via i due criminali. E solo quando li vidi scomparire, urlai:
-ABBIAMO VINTO!!!
Iniziammo a festeggiare e Jude arrivò vicino a me.
Finalmente l'incubo era finito.
-Amby io.. Ti chiedo scusa.. Perché..
Lo bloccai, con un dito sulle labbra.
-Ti ho perdonato lo stesso momento in cui tu mi hai guardata.
Lui mi sollevò in alto e mi baciò passionalmente e io mi resi conto di quanto mi mancavano i suoi baci.
-Ora nessuno ci fermerà.
-Nessuno.
E sorrisi, guardando il cielo che iniziava ad oscurarsi.
Oh mamma. Non è mai stata la fine.
Tu ha dovuto pagare per il riscatto di un uomo vile. Ma tu non hai mai smesso di vivere in noi. Io ho soltanto oscurato la tua memoria.
Da questo momento in poi,brillerò sempre.
Sempre.

I'm Ambra Eagle 2: Non Sarebbe Dovuto Succedere Where stories live. Discover now