Silent Hill: musicbox

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Sono un ex dipendente della Konami. Non posso dirvi il mio nome perché parlerò di quando ero impiegato lì, per cui io stesso e qualsiasi altra persona che citerò dovremo rimanere anonimi. Ero un tecnico del suono per il gioco Silent Hill 2. Anche mio fratello a quel tempo lavorava nel mio stesso campo, quindi ci scambiavamo spesso le idee. Ci vuole una speciale razza di sviluppatori per lavorare su un gioco Horror.

Dovete ricordare che noi abbiamo creato le innumerevoli tracce di background ed effetti sonori che avrebbero tormentato questa generazione di giocatori per gli anni a venire. Se avete giocato questo videogame, forse ricorderete la scena in cui James è nell'hotel. Vi è un punto nell'hotel dove si può trovare un carillon. Creai l'effetto per quella scena e andai dal capo sviluppatore con la mia idea. Beh, la maggior parte di noi usava esperienze paranormali avute da piccoli per influenzare la parte oscura e inquietante del nostro lavoro.
Usai un particolare manufatto che risaliva alla mia infanzia e a quella di mio fratello.

Indovinate cos'era?

Quando il nostro prematuro incontro con il sovrannaturale avvenne, avevamo solo sei anni. Chiameremo mio fratello James, come il protagonista del gioco. Io e lui eravamo fratelli gemelli, per cui siamo sempre stati molto intimi. Quel weekend dovemmo stare a casa della nonna perché i nostri genitori erano fuori città. I nostri giochi erano quelli tipici dei bambini di sei anni dell'epoca, il tiro alla fune e il salto alla corda. E qualche volta, lei ci lasciava rovistare nella sua soffitta piena di meraviglie. Un giorno stavamo esaminando una scatola piuttosto polverosa, quando capimmo che era un piccolo carillon di porcellana udimmo le parole della nonna.

'Ragazzi, non toccate quella scatola, ci siamo capiti?'
'Ma nonna -'
'Non una parola di più.'

Sopraffatti dalla curiosità, e per indispettirla, facemmo l'esatto contrario. Mi intrufolai sornione nella nostra camera e aspettai fino alla sera per ispezionarlo.

Era dipinto di bianco e foderato di peltro, che si era rovinato con il tempo. La quantità pantagruelica di polvere sull'oggetto lasciava intendere che non era neanche stato toccato per anni, forse solo quando la nonna aveva la nostra stessa età. Disegni di fiori ornavano il coperchio, che si apriva su due cerniere cigolanti. Non volevo essere io a girare la manovella.

'Girala, voglio sentire la canzone.'
'L'hai portato tu qui, e tu lo fai.'
'Visto che l'ho portato io, lo devi fare tu. Nasconderlo qui è stata la metà del lavoro.'

Sospirando e alzando gli occhi al cielo accettò. Girò la placchetta di nichel quattro volte per produrre il suono più terrificante che abbia mai sentito in vita mia.

Una ballerina alta pochi centimetri fece una piroetta al centro. Era fatta anche quella di porcellana. Il brano che sentivamo era cupo. Ci catturò una coinvolgente e amara tristezza che non potrà mai essere riprodotta fedelmente. Caccio indietro le lacrime quando penso a quel suono e al gesto stupido che commettemmo. Mio fratello fu colui che girò la chiavetta, quindi ne subì gli effetti raccapriccianti.

Eravamo quasi a metà della canzoncina quando le cose iniziarono a farsi strane. La ballerina al centro iniziò a lasciar cadere rivoli di sangue dagli occhi, quasi come se stesse piangendo. Mio fratello poi entrò in cucina. Lo seguii.

Prese un coltello dal mobile e si sedette a terra. Iniziò a tagliarsi un dito del piede. Lo fece come se non provasse nessun dolore, con gli occhi neri e vuoti, privi di ogni emozione. Ricorderò sempre quegli occhi. Quando corsi in cerca della nonna, era arrivato a metà del mignolo. Quando invece lo raggiungemmo, il suo dito medio penzolava pericolosamente dal suo piede. Ho sempre desiderato di aver preso più seriamente la conversazione che seguì in ospedale.

'Nonna, mi dispiace, io...'
'Perché avete aperto la scatola?'
'James l'ha aperta, non io. Non lo sapevamo.'
'C'era un motivo se vi ho detto di non aprire quella scatola.'
'Perché?'
'Quella scatola è piena di una malvagità indicibile. Quando ero bambina, la ebbi per il mio settimo compleanno. Solo un anno più grande di te. Mia madre la comprò per me mentre era in Francia per affari. E' stata una fortuna che lei si trovasse nella stanza quando girai la chiavetta.
Ruppi il tavolino di vetro che si trovava nel bel mezzo del nostro soggiorno. Poi presi uno dei cocci aguzzi e tentai di tagliarmi la gola. Se l'avesse fatto tuo fratello con il coltello, sarebbe morto adesso. Non la toccare più, intesi?'

CreepypastaWhere stories live. Discover now