La calma dopo la tempesta

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"Cos'è successo?"

Sono seduta accanto a Simone, sul posto del passeggero mentre lui guida verso casa mia.

"Io.." sospiro pesantemente, asciugandomi le guance con il dorso della mano.

"Sono settimane che io e Genn non ci parliamo, stasera mi è venuto in soccorso mentre un ragazzo mi stava mettendo le sue luride mani addosso" continuo tra qualche debole singhiozzo "e io ho reagito d'impulso dicendogli che non può ignorarmi per settimane e poi fare il mio bodyguard."

Cala un silenzio, lo sguardo di Simone e puntato sulla strada davanti a noi.

"E ti stai chiedendo perché piango, lo so. Piango perché non avrei voluto reagire così, non avrei dovuto arrabbiarmi con lui, anzi."

La mano di Simone mi accarezza i capelli.

"Stai calma ora, non è nulla di grave. Si sistemerà tutto."

Anche Virginia ha detto così, ma non ho fatto altro che peggiorare le cose.

"Grazie." sussurro queste parole con la voce rotta, Simone non capendo a cosa mi stia riferendo, mi guarda.

"Per avere lasciato quella ragazza e avermi portata a casa nel bel mezzo della serata."

In realtà è l'una di notte, ma sembra che io abbia perso la cognizione del tempo.

"Quella ragazza non è nulla di importante, non avrei potuto lasciarti seduta a piangere su un marciapiede."

A quelle parole gli lascio un bacio fragile sulla guancia, il semplice fatto che mi stia portando a casa mi fa capire quanto si stia preoccupando per me.

"Devo avvertire Virginia"

"Tu pensa a tranquillizzarti, dopo tornerò alla festa e la cercherò io."

Resto in silenzio per il resto del tragitto, la mia testa sembra scoppiare e voglio solo arrivare a casa.

~~

Apro la porta di casa, cercando di non fare troppo rumore, so che i miei stanno dormendo e non voglio che si accorgano di quanto sia messa male in questo momento.

Mi reco in cucina per prendere una pastiglia, questo mal di testa mi sta facendo impazzire.

In seguito mi butto sul letto, dopo essermi struccata non ho le forze per cambiarmi e decido di non indossare il pigiama.

Il sonno sembra non voler impossessarsi di me, ora che il mal di testa mi è passato non riesco a chiudere occhio.

L'insieme di emozioni che mi ribolle dentro sembra voler avere la meglio su di me.

Il tempo sembra non passare più, presto attenzione al suono del silenzio che la notte porta con sè e tutto questo mi tranquillizza e schiarisce le mie idee.

Il telefono poggiato sul comodino, d'un tratto si illumina e comincia a vibrare.

Stranita, mi sollevo per leggere sullo schermo 'Genn'.

Il mio cuore si ferma per un secondo, perché mi sta chiamando a quest'ora? Dovrebbe ancora essere alla festa a divertirsi.

Non riesco a spiegarmi il motivo di quella chiamata e rimango a fissare lo  schermo del telefono per qualche secondo, per poi finalmente rispondere.

"Karma?" dice immediatamente.

"Genn.." cerco di parlare più piano possibile, per non svegliare i miei genitori che sembrano dormire beatamente.

"Sei a casa?"

Taccio per qualche secondo.

"Sì"

Traslochi di emozioni || Genn Butch (MOMENTANEAMENTE sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora