capitolo 18

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Pov's Harry

Sofy andò via lasciandomi pensare da solo. Forse aveva ragione lei, dovevo ricordare Silente come l'ho conosciuto, uomo saggio che combatteva per i più debboli, non il ragazzo diciottenne che credeva nel "bene superiore". Lui aveva conosciuto l'altra faccia della medaglia, la parte "buona di lui", non aveva senso ricordarlo per quello che aveva fatto da giovane. Nei suoi pensieri era il nonno della sua migliore amica. Mentre guardava le onde infrangersi sulla sabbia sentì un peso che stava andando via, grazie alla sua amica. Le voleva molto bene, e grazie a lei tutti i miei pensieri svanirono

Pov's Sofy

-Draco- lo chiamai dalla finestra. Era nel retro della casa a provare magie utili per la sopravvivenza. Lo guardai mentre lanciava gli incantesimi, come i suoi muscoli si rilassavano dopo l'incantesimo e il suo sguardo serio.
Quando sentì la mia voce si girò nella mia direzione con un sorriso triste. Sospirando aprii la porta e mi incamminai verso di lui, era fermo e rigido, quasi fosse di pietra, i capelli biondi luccicavano al sole, come la sua pelle pallida.
-cosa ti preoccupa?- chiesi sedendomi sulla sabbia guardando l'Oceano, e lui fece lo stesso
-se gli ha fatto qualcosa?- chiese guardando la sabbia. Mi girai a guardarlo e feci un sorriso sperando di riuscirlo a tranquillizzare
-sono forti, tutti e due. E poi non penso li abbia uccisi o cosa, forse li ha solo torturati un po', ma sono sicura che loro stanno bene- cercai di rassicurarlo ma non ci riuscii. Avevo detto quelle parole senza pensare se a lui potessero far male, senza pensare l'avrebbero ferito. Mi sentii male per le parole che gli avevo detto, potevo essere più stupida? Perché non penso mai prima di parlare?
Lo abbracciai e lui mise il viso sulla mia spalla, nessuna lacrima, nessun lamento, questo è Draco?
-penso tu abbia ragione- disse infine guardandomi negli -penso che li abbia solo tortutati, nulla di più-
-ma sentici- esclamai infine -parliamo di torture come fosse la cosa più normale di questo mondo. Speriamo solo che i nostri cari, se trovati dal Signore Oscuro, vengano solo torturati. Questa cosa non è sana Draco. Torturare non è una cosa di tutti i giorni, torturare significa fare del male a qualcuno, e per quanto la cosa sia allettante, per alcune persone, noi non ne abbiamo il diritto. Non è scritto da nessuna parte che qualcuno di noi debba far del male all'altro, non è scritto da nessuna parte che la gente debba nascondersi, non è scritto che un uomo debba decidere la vita di un altro uomo. Almeno questo è quello che penso io- sbottai all'improvviso gesticolando. Draco mi guardò ammaliato, come se i miei pensieri gli avessero fatto aprire gli occhi. Respirai più a fondo quando mi accorsi di essere diventata rossa in viso dalla rabbia esplosa. Quel pensiero non lo avevo mai espresso ad alta voce
-beh, come darti torto? Ma è questa la realtà ora, quando finirà no. Secondo te, perché le persone sperano che Harry vinca? Perché non vogliono tutto questo, nessuno, qualunque uomo non vorrebbe che la propria famiglia muoia. Guarda me, secondo te mi piace non sapere quello che fanno i miei genitori? Non sapere se stanno bene? Ho paura Sofy, ho tanta paura- pianse Draco. Lo abbracciai ancora una volta, lui è troppo fragile, non è il Draco Malfoy del primo anno, lui è diverso. Non è il figlio di Narcisa e Lucius, non è il tipico bulletto della scuola, lui è semplicemente Draco. Non è come gli altri che portano il suo cognome, è come un puntino bianco nel bel mezzo del nero, è diverso dalla sua famiglia.
-anche io ho paura Draco. Non dormo la notte, molto spesso, per paura che possa accedere il peggio. Sai quante volte ho sperato di sconfiggere tu-sai-chi? Ho sperato che Tom Riddle potesse sconfiggere la parte cattiva affiorata in lui, ma forse Tom Riddle è sempre stato il Signore Oscuro. Non posso più farlo tornare come prima, perché lui è sempre stato così, attirato dalle arti oscure, sempre attratto dal potere. Guardalo, lui è il male, in lui il bene non è mai stato esistito, sai quante volte ho sperato il contrario? Io gli voglio bene Draco, impossibile ma vero, ma devo sconfiggerlo per il bene di tutti, anche se dovessi morire. Ho scoperto una cosa sul mio passato, lo sai? Ho scoperto che la notte in qui morirono Lily e James io ero con loro. Lily ha salvato anche me quella notte. Mia madre... mia madre stava creando degli scudi difensivi, cosa inutile visto che Lui era già passato. Ma lei non lo sapeva, l'ho vista correre quando ha sentito la casa esplodere, l'ho vista piangere su i suoi amici, l'ho vista prenderci e portarci via. Era buona, gentile, affettuosa, ma non l'ho mai conosciuta. Lei è mia madre biologica, ma io ora ho Lisa. Mi ha cresciuta come, forse, mi avrebbe cresciuta mia madre. Le devo tanto- sospirai mettendo la mano sulla sabbia. Toccai qualcosa di metallo, freddo contro le mie dita, incuriosita presi l'oggetto e lo alzai. Era il mio telefonino, aveva lo schermo rotto però. Premetti il tasto per accenderlo e lanciai un sospiro di sollievo quando lo schermo diventò bianco con la scritta Nokia.
-quello è un cellulare?- chiese curioso Draco, gli sorrisi e glielo passai. Lo prese delicatamente tra le dita guardandolo curioso
-come funziona?- chiese sorridendo. Con pazienza gli spiegai i tasti e le funzioni, mentre lui era concentrato a capire
-quindi tu con questo puoi parlare anche con persone lontano da te? Tipo i gufi e i patrono?- chiese stupito.
-no, quelle due funzioni che usano i maghi non sono molto veloci, invece con questo la cosa è istantanea- risposi guardandolo. Lui annuì e mi diede il cellulare. Si alzò e lo guardai interrogativamente
-non sei venuta a chiamarmi per andare da qualche parte?- chiese allargando le braccia. Spalancai gli occhi scattando in piedi
-merda, si. Andiamo- gli presi la mano correndo dentro. Harry, Ron e Hermione erano seduti a tavola, aspettavano solo noi.
-scusate- dissi sedendomi sulla sedia accanto a lei, Draco mi seguì a ruota
-stavamo discutendo su cosa fare- Harry si guardava le mani pensieroso, Hermione e Ron lo guardavano
-Harry, che succede?- chiesi poggiando una mano sulla sua spalla, lui alzò lo sguardo su di me
-la mia bacchetta non si può riparare, quella che abbiamo preso è di Bellatrixs- indicò una bacchetta sul tavolo. La rabbia prese il sopravvento, quella era la bacchetta che ha ucciso mia madre, quella che mi ha impedito di crescere in una famiglia.
Come a leggermi nel pensiero Harry la prese prima che la toccassi
-ci serve- disse infine. Come ci serve?
-e a cosa?- ringhiai. Il mio corpo tremava, avevo voglia di ridurre in brandelli quella bacchetta
-Perché dobbiamo entrare nella sua camera- disse serio infine. Spalancai la bocca sorpresa
-noi cosa?... Perché?- chiesi guardando i tre. Hermione guardò Ron, Ron guardò Harry
-non hai notato che aveva paura che fossimo entrati nella sua camera blindata?- chiese Harry
-a me ha anche chiesto se avessimo preso qualcosa oltre alla spada- rabbrividì Hermione. Ci pensai due minuti su
-in effetti suona strano. Dici che c'è un Orcruxs?- guardai Harry che annuì.
Bhe, avrebbe senso, infondo mio padre si fidava di Bellatrixs, e anche di suo marito quando era in vita...
-quando partiremo?- chiesi posando le braccia sul tavolo. Tutti si girarono nella mia direzione
-quando Unci Unci si riprenderà- rispose pronto Harry. Annuii e guardai Ron, aveva una brutta cera
-cosa ti prende Ron?- chiesi guardandolo. Lui si girò nella mia direzione con un sorriso falso
-ho paura, la Gringot è sempre stata inespugnabile. Ci scopriranno- pronunciò queste parole con timore nella voce e negli occhi
-abbiamo superato cose ben peggiori- ribattè Hermione mentre io annuivo. I due si giardarono per lunghi attimi prima che lei si alzasse e se ne andasse
-ancora non mi ha del tutto perdonato- disse Ron mettendosi le mani nei capelli
-invece si, è solo troppo orgogliosa per ammetterlo, su col morale- rispose Draco, rimasi stupita come gli altri due
-mi aiutate ad apparecchiare?- Fleur spuntò dalla cucina -non apparecchoate per Unsci Unsci, lui mangia in camera- riprese seccata.
Erano giorni che il folletto non faceva altro che fare richieste su richieste, era diventato fastidioso e lagnoso
-certo- risposi sorridente alzandomi.
Iniziai ad apparecchiare con l'aiuto di Luna e Hermione.
-grozie ragazze- sorrise -Harrý, è pronto- chiamò la ragazza. Ci sedemmo tutti a tavola mentre Fleur portava da mangiare al folletto.
Un suono ci fece alzare in piedi con le bacchette tese verso la porta di ingresso. Il suono in questione era quello della smaterializzazione.
Qualcuno entrò sbattendo la porta e posammo le bacchette andando ad accogliere Lupin
-è nato- urlava entrando nel salotto -è nato- io, Luna e Hermione ci congratulammo con le lacrime agli occhi, mentre venne ad abbracciarmi. Lo strinsi forte a me mentre sorridevo felice per questa buona notizia
-come stanno?- chiesi quando scogliemmo l'abbraccio. Lui mi guardò sorridendo
-stanno bene, io penso che lui assomigli alla madre, ma Toncks dice che assomiglia a me- lo guardai. Sembrava ringiovanito di dieci anni più o meno, il sorriso che gli incorniciava il volto era stupendo
-una foto?- chiesi euforica
-oh si- disse toccandosi addosso in cerca della tasca in cui aveva la foto. Dopo una manciata di secondi estrasse la foto di un bambino dalla tasca destra dei jeans. Dormiva profondamente, aveva i capelli blu e il nasino a patata, aveva un po' di entrambi
-è stupendo, complimenti- esultai felicemente mentre Harry si avvicinava piano. Lasciai i due soli salutandoli con un sorriso e andai a sedermi sulle gambe di Draco
-mi piacerebbe avere anche a me dei figli-dissi poggiando la testa sulla sua spalla, lui mi prese per la vita
-quando tutto sarà finito costruiremo una famiglia- affermò serio. Mi girai nella sua direzione e lo baciai

-bene, possiamo andare- sussurrai a Hermione. Era l'alba e tutti stavano dormendo, io e Hermione stavamo uscendo da Villa Conchiglia, lei nelle vesti di Bellatrixs.
Gli unici rumori erano i loro passi, gli uccellini e il suono delle onde che si infrangevano sulla sabbia.
Da due giorni la Villa era diventata più silenziosa, Luna e il Signor Olivander erano stati trasferiti da zia Muriel. Gli unici che erano rimasti erano loro cinque, il folletto e i due sposi
Barcollai leggermente e mi accasciai a terra

-dove sono?- chiesi guardandomi in giro. Mi alzai spaventata studiando la stanza... aveva un divano bianco, le pareti erano color panna e una culla giaceva nel mezzo della sala. Un urlo squarciò l'aria e mi girai verso la porta
-spingete, avanti, spingete- urlò una voce che mi fece venire i brividi. Corsi verso le scale che salii a due a due. Inciampai sul'ultimo gradino e caddi a terra, memtre un'altro urlo squarciava l'aria seguito da un'altro ancora, di due voci differenti.
Aprii la porta di una stanza e entrai. Mia madre e Lily, stese sul letto matrimoniale dei genitori di Harry, erano sudate e urlavano. Sirius reggeva la mano di mia madre mentre l'aiutava a farmi uscire, James aiutava Lily. Le due spinsero insieme e io e Harry uscimmo insieme

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