Memory

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... I remember the time I knew
what happiness was
Let the memory live again ...

La mattina partimmo molto presto complice anche il sole che in questo periodo sorgeva prestissimo. Dissi a Tony di prendersi qualcosa di più pesante, perché ne avrebbe avuto bisogno. Attraversammo Tel Aviv per dirigerci verso nord, in Galilea.

Tel Aviv non sembra nemmeno una città del Medio Oriente. E' vibrante, cosmopolita, piena di vita e di giovani che hanno voglia di divertirsi e sperimentare. Da noi si dice che "A Gerusalemme si prega, a Tel Aviv ci si diverte" e sarebbe proprio così: sul lungomare giovani con i loro apertivi chiacchierano allegramente e famiglie che si godono qualche ora di relax con i bambini che giocano allegri. Sarebbe tutto così bello...
Per le strade il silenzio mattutino era ancora squarciato da sirene e urla in una bella giornata di fine ottobre. Un altro attentato... non finiranno mai... La gente quasi non faceva più caso a queste cose, facevano tragicamente parte della quotidianità. La chiamano la terza intifada...

- Dove stiamo andando? - Mi chiese Tony a cui non avevo detto nulla della giornata che stava per iniziare
- A Meron
- Come mai?
- Potrei non tornare più.

La strada da Tel Aviv a Meron era di circa due ore. Cercai di impiegare meno tempo, ma non volevo dare troppo nell'occhio. Durante il percorso non parlammo molto.

- C'è stato qualcuno? In questi anni dico... - Tony ruppe il nostro silenzio
- Non nel senso che pensi tu
- E in che senso?
- Persone che mi sono state vicine. Solo questo. A te è inutile che lo chiedo...
- Già... Ma il chiodo scaccia chiodo non funziona...
- Niente di serio?
Tony era un po' titubante a rispondere.
- Ci ho provato un paio di volte... Ed ora... C'è una ragazza in realtà a Washington che credo mi aspetti, o forse lo faceva...
Mi voltai a guardarlo con aria interrogativa un paio di volte mentre guidavo. Sembrava imbarazzato.
- Me lo dici così Tony? Adesso? Perché mi hai chiesto di tornare con te a Washington se stai con un'altra- Stavo rimettendo in gioco la mia vita con lui e lui aveva un'altra.
- Perché non è più importante ora.
- Non voglio stravolgere la tua vita
- Io invece è proprio quello che voglio. Voglio che tu stravolga completamente la mia vita.
Prese la mia mano che tenevo sul cambio e accompagnò il mio movimento nello scalare la marcia.
- E' ora di cambiare, Ziva. Te l'ho già detto che io per te sono disposto a cambiare tutto.

Attraversammo la Valle di Jezreel, erano poco più delle 8 di mattina quando arrivammo a Meron.
Anche Tony sapeva dove stavamo andando. Era rimasto molto silenzioso dopo l'ultima conversazione in auto.

- Tutto bene Tony?
- Sì, certo, perché?
- Ti vedo pensieroso, in realtà dovrei esserlo più io
- Stavo pensando all'ultima volta che sono venuto qui.
- E...?
- E come oggi speravo che ti avrei trovato e riportato a casa.

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La guardai da qualche metro di distanza mentre pregava sulla tomba dei suoi nonni. Prese una manciata di terra e poi la lasciò volare via lentamente dalla mano sospinta dal vento mattutino.
Percorso da un brivido alzai la zip della felpa, ma non so se era la situazione o il clima a provocarmi quella reazione. Era tutto molto strano. Pensai a cosa avrei fatto io nella sua situazione. Dove sarei andato se mi avessero dato un giorno di tempo per "salutare" il mio paese con il rischio di non poterci più tornare. Mi venivano in mente solo cose stupide come il mio ristorante preferito... Pensai che l'unico posto dove sarei voluto stare era con i miei colleghi, anzi con i miei amici all'NCIS...

Si alzò, si pulì le mani dalla polvere e venne verso di me.
- Pronto per la prossima tappa?
- Prontissimo! - Le sorrisi - Dove andiamo?
- Gerusalemme

- Tony, mi prometti una cosa? - Mi chiese appena salimmo in auto con voce più allegra del solito
- Tutto quello che vuoi
- Niente discorsi tristi oggi, ok?

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