Nineteen; Silence

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A volte penso che la vita sia più difficile di quello che si pensa, ed è anche strano come tutto possa cambiare in un attimo. Come ad esempio uno sconosciuto che diventa la ragione del tuo sorriso la mattina, come basta solo una parola per far diventare una giornata bella, di merda. Non credevo che sarei arrivata in un momento della mia vita del genere, almeno, non credevo sarebbe arrivato così presto. Ed improvvisamente. Credere nel destino forse mi ha sempre dato qualche speranza in più, una ruota bucata e una perdita di un semaforo a volte non sono solo coincidenze. Quando sbatti contro una persona, quando i tuoi occhi incontrano i suoi. Mi piace pensare che sia tutto opera del destino, che se è andata così evidentemente doveva andare così. E allora dobbiamo accettare le situazioni, non possiamo cambiarle o migliorarle. Vedere il lato positivo, invece di quello negativo. Mi sentii la terra sotto i piedi sparire, come tutto intorno a me. Restavamo solo io e il test positivo nelle mie mani tremanti, sudate. Il cuore lo sentivo battere, una strana sensazione iniziò a farsi spazio dentro di me.

Realizzare qualcosa ti viene difficile da fare, sopratutto quando è una cosa che non hai mai creduto possibile o preso in considerazione. Avevo qualcosa, qualcuno dentro di me. La mia mano si poggiò spontaneamente al basso ventre, lo stomaco lo sentii stringersi è appena chiusi gli occhi una lacrima spontanea mi inumidii le guance. «Non..Non posso crederci.» Monica mi abbracciò, mi strinse e io nascosi il viso nel suo collo come una bambina piangendo silenziosamente. Le sensazioni erano tante, tante e diverse fra di loro. Opposte. Quella piccola gioia possedeva anche una piccola depressione. Qualcosa mi diceva che Harry non l'avrebbe mai accettato. Che forse mi avrebbe solo urlato contro, io mi sarei sentita solo uno schifo. A volte però bisogna rimboccarsi le maniche, prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Ed io ero sicura che forse lo avrei fatto, avevo solo bisogno di qualcosa che non trovavo. Né dentro di me né fuori, altrove.

Tirai su con il naso, lo specchio difronte mi mostrava ciò che ero. Vedevo ciò che sarei diventata. Scossi la testa mandando via i pensieri, che comunque, sarebbero ritornati non appena ne avrebbero avuto la possibilità. Con un sospiro mi lasciai andare sul letto dietro di me, volevo solo rannicchiarmi e sparire totalmente. Le mani mi strinsero i capelli, guardai il soffitto e gli occhi si chiusero spontaneamente. Respirai, ispirai. Non dovevo piangere, non di nuovo. Non quel giorno. Allungai la mano alla cieca sul comodino, il cellulare vibrava e creava rumore. Il nome di Harry illuminava lo schermo, l'ansia iniziò ad avere la meglio quando decisi di rispondere e mi portai il cellulare vicino l'orecchio. «Ehi» La voce mi uscì spezzata, come ero io dentro. Spezzata e distrutta. «Piccola, tutto bene? Scusami se non ti ho richiamato, ho avuto problemi con il cellulare.» con Harry ci eravamo sentiti, non visti. Non avevo ancora avuto il coraggio di raccontargli tutto, le parole mi morivano in gola quando ci provavo e finivo per parlare di altro. «Non ti preoccupare, non voglio uscire stasera.» Ammisi, so che ci sarebbe restato male. Era il 31 Dicembre, l'ultimo giorno dell'anno e avevamo deciso di passarlo tutti insieme come un tempo. Ma la voglia mi era completamente morta, insieme a tutti il resto. «Verrò io allora, lascio a Leslie e ti raggiungo.» Accennai un sorriso e per un istante sentii tutti i sentimenti essere scrollati da dosso.

Finii di preparare i popcorn nello stesso momento in cui sentii il citofono suonare. Posai la bacinella sulla superficie del tavolo e camminai verso l'oggetto che mi permise di aprire il portone al ragazzo riccio che stavo aspettando. Mi poggiai allo stipite della porta d'ingresso, indossavo una tuta per stare comoda e una maglietta vecchia che mi stava corta e larga. Non mi trattenni nel sorridere nel momento in cui Harry fece la sua comparsa con una scatola di pizza in mano. I suoi capelli erano coperti da un berretto di lana, addosso un giubbotto color caramello sbottonato. «Ci sono le patatine?» Chiesi come una bambina inclinando la testa di lato, lui mi sorrise scuotendo la testa. «Chi ha detto che l'ho comprata per te?» Scherzò, lasciò un bacio sulle mie labbra e quasi sentii il mio stomaco sciogliersi. «Io.» Risposi accennando una risata e quando entrammo chiusi la porta dietro le nostre schiene. Poggiai le mani nelle sue spalle seguendolo verso la cucina. Restai dietro di lui nel momento in cui si inclinò posando lo scatolone sul tavolo. Si voltò e non persi tempo a tirare il suo berretto liberando i suoi ricci, ci passai una mano sopra accarezzando le ciocche che cadevano sulle sue clavicole e poi accarezzai la sua guancia avvicinandolo a me per poterlo baciare chiudendo gli occhi. Le sue labbra erano morbide contro le mie, sentii la sua mano accarezzarmi il fianco ed emisi un sospiro di sollievo quando ci staccammo e i nostri nasi si sfiorarono. «Ci sono le patatine.» Sussurrò facendomi sorridere e lo abbracciai nascondendo il viso nel suo collo. Non adesso, non adesso. Il pensiero che portavo in grembo il nostro bambino mi salii negli occhi e a vedere appannato non ci misi troppo. Di staccarmi non ne avevo voglia, le sue mani mi spinsero all'indietro delicatamente e abbassai la testa coprendomi con i capelli nel momento in cui sentii i suoi occhi curiosi addosso. «Ti faccio commuovere?» Scherzò per sdrammatizzare e mi uscii una risata seguita da un singhiozzo. Tirai su con il naso e la mano me la passai nelle guance cercando di smettere. L'espressione di Harry sembrava quasi impassibile, paziente e interrogativa. Le sue mani si poggiarono sulle mie guance, mi osservò e io lo guardai volendogli parlare con gli occhi. Mi limitai a questo, non parlai e mi lasciai cullare nelle sue braccia. Dove volevo stare per tutta la vita se fosse stato possibile.

Harry mi accarezzava i capelli, i suoi polpastrelli sfioravano la mia cute ed era tutto abbastanza rilassante. In TV c'era la live di Adele successivamente sarebbero entrati i Coldplay per iniziare il countdown per il nuovo anno. Lo scatolone della pizza vuoto, la bottiglia d'acqua e alcune lattine di birra stavano sulla superficie del tavolino. La ciotola di pop corn la tenevo sul mio grembo, imboccavo sia me che Harry. Emisi un sospiro e voltai il viso verso il ragazzo di mio interesse che possedeva gran parte di me stessa. Dal mio cuore alla mia anima. «Mi dispiace per prima.» Ammisi, mi morsi così forte il labbro da sentire il sapore del sangue. I suoi occhi verdi incontrarono i miei, piegò le labbra in un sorrisetto e prese la mia mano portandosela sulla bocca baciando successivamente le nocche. Ci fu così tanta delicatezza in quell'azione che feci fatica a respirare. Le cose che mi tenevo dentro potevano scoppiare da un momento all'altro e allora mi veniva anche difficile credere che potessi farcela a trattenermi ancora per molto. «Spero che mi dirai il motivo, quando ne avrai voglia.» Harry aveva imparato a sapermi aspettare, capirmi. Avere sopratutto pazienza, con quelle come me è fondamentale possederne almeno un po'. Lo guardai in silenzio, le labbra socchiuse e il respiro corto. Annuii con la testa, mi inumidii le labbra spostando gli occhi sulla televisione per distrarmi e per soffocare i pensieri.

Lo guardai, lo ammirai come fra due dita riusciva a reggere il bicchiere di vetro dove stava versando lo spumante. Non sapevo se tecnicamente avrei potuto bere senza problemi, ma qualche sorso per il primo giorno dell'anno me lo sarei concesso. Sarebbe andata bene? Sarebbe andata male? Non sarebbe, forse, andata. Cercai di togliermi la tensione di dosso, non volevo si accorgesse di qualcosa anche se ormai sicuramente aveva capito tutto. Che stavo male, che avevo qualcosa che non andava. Mi lasciai trascinare, il mio bicchiere contro il suo mentre la mezzanotte scoccava e il silenzio veniva riempito dai fuochi d'artificio provenienti da fuori. Sapevo che tutti erano riuniti fuori, per festeggiare l'anno insieme. Ma con chi ero andava più che bene. «Forse non è stata una brutta idea passare solo noi due questa notte.» Harry mise parola, ruppe il silenzio mentre lo spumante mi scendeva lungo la gola. Lo guardai, per farlo continuare e lui sorrise. «Perchè è solo con te con cui io voglio passare il resto dell'anno, magari tutta la vita.»

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SALVEEEEEEEE

UNA LILY INCINTAAAAAA

MI ASPETTO TANTI COMMENTI, PENSIERI, OPINIONI. MASCHIO O FEMMINA? LO ACCETTERÀ O NON LO ACCETTERÀ?

Se ci sono errori correggo più tardi. See u soon

-Anna

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