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Tanner's Pov

La mattina dopo mi sveglio sul divano, in una casa non familiare. Mi siedo velocemente in panico quando tutti i ricordi della sera precedente riaffiorano nella mia mente.

Mia madre che mi mente, noi due che litighiamo, mi dirigo a casa di Shawn.

Controllo l'orologio per vedere che sono le 6 della mattina. Oh! Devo andare a lavoro!

Silenziosamente corro verso la camera di Shawn e prendo la mia borsa. Shawn è addormentato profondamente, la sua testa girata verso il muro così che non possa vedergli il volto.

Prendo la mia uniforme e, sempre in modo piuttosto silenzioso, cammino fino al bagno in fondo al corridoio. Tiro fuori il mio spazzolino e mi lavo i denti. Sciolgo i capelli dallo chignon e li smuovo un po' per poi tentare di legarli nuovamente. Mi metto il deodorante e mi bagno la faccia con dell'acqua.

Sbuffo appena torno della stanza di Shawn e rimetto i miei vestiti nella borsa.

Devo trovare assolutamente un'altro posto dove stare, magari posso parlare con Anna e vedere se posso stare con lei per un po'. Lei è la persona che mi è più vicina, ed è molto dolce. O magari potrei scrivere a mio padre? Magari scoprire anche dove vive.

Libero la testa dai miei pensieri e prendo la giacca prima di dirigermi verso la porta.

La camminata fino alla tavola calda è fredda e umida. Aveva smesso di piovere pochi minuti dopo aver lasciato cada di Shawn, il che era una buona cosa.

***

Quando arrivo alla tavola calda vedo alcuni clienti abituali che prendono il loro caffè della mattina. Gli sorrido gentilmente e vado verso la postazione dove Marley sta versando il caffè in una tazza.

"Buona domenica Tanner. Com'è stato il tuo fine settimana?" chiede lei educatamente come prende un muffin e lo posa sul vassoio.

Rido leggermente, lasciando un piccolo sorriso. Marley è una delle uniche persone di cui posso attualmente fidarmi, la conosco da due anni visto che lavoro qui alla tavola. Bhe, non ho lavorato qui per due anni, solo uno, ma spesso venivo qui e parlavo con lei. Lei sa di mia madre, dove vivo, cosa sto passando. Ma è stato difficile trovare il coraggio di dirglielo.

"Sono successe delle cose di cui ti parlerò dopo. Ma oltre a quello è stato piuttosto noioso. Com'è stato il tuo?" chiedo.

"Era il mio sabato libero, l'ho speso guardando Downtown Abbey" risponde lei ridendo leggermente prima di passarmi accanto e dirigersi verso il tavolo che la stava aspettando.

Vado e mi metto la mia parananza rossa e prendo il mio taccuino e la penna. Mi stampo sul volto un leggero sorriso come cammino verso un cliente abituale appena entrato. Il suo nome è Danny, lui e sua moglie venivano sempre qui da quando si erano trasferiti, ma purtroppo lei è morta alcuni mesi fa. Lui viene ancora ogni domenica ed ordina il muffin preferito dell'ex moglie e del caffè.

"Buongiorno Danny. Come stai oggi?" gli chiedo mentre mi incammino verso di lui.

Danny alza lo sguardo dal suo giornale e mi sorride calorosamente. "Sto alla grande oggi, lei invece Ms. Tanner?"

"Sto molto bene grazie" sorrido. "Un muffin alla banana e del caffè nero?" chiedo.

Danny mi regala un grande sorriso ed annuisce. "Come sempre"

Lo annoto giù e mi dirigo dietro il bancone. Riempo la tazza con il caffè e prendo un muffin. Lo metto su di un piatto e lo poso sul vassoio insieme al caffè.

Glielo porgo di nuovo e sorrido. "Ecco a te" Sento il rumore del campanellino della porta segno che qualcuno era entrato. "Hai bisogno di qualcos'altro?"chiedo. Danny scuote la testa così mi allontano.

"Oh Tanner grazie a Dio. Mi sono svegliato e non ti ho vista sul divano ed ho pensato te ne fossi andata. Lasciami un bigliettino la prossima volta così da non farmi venire un attacco di panico" sento dire da Shawn. Mi giro e vedo Shawn in piedi davanti ad un tavolo di fronte a me.

I suoi capelli scuri ricadono sulla sua fronte al posto di essere messi apposto in un ciuffo. I suoi occhi sembrano rossi e stanchi, la sua faccia mi dice che è esausto per qualche motivo. Sta indossando una maglietta larga dei Magcon e un paio di pantaloni del pigiama. Cavolo.. Come poteva qualcuno stare così bene con i pantaloni del pigiama?

"Scusa mi sono svegliata tardi ed ho realizzato che era domenica. Dovevo lavorare" spiego prendendo dei piatti vuoti e delle tazze dal tavolo.

Sento Shawn sbuffare per poi sedersi ad un tavolo. "Va bene, ero solo.. Preoccupato"

Sorrido leggermente al pensiero che a qualcuno interessi realmente dove sia o cosa io stia facendo.A nessuno era mai importato dove fossi o cosa stessi facendo. "Non dovresti preoccu.."

"Ma lo ero" dice lui. "Perchè mi interessa di te okay? Te l'ho detto l'altra sera e non stavo mentendo"

Annuisco leggermente e rivolgo uno sguardo verso Marley che mi guarda confusa. Mimo un 'te lo dico dopo' per poi riconcetrarmi su Shawn.

"Dovresti tornare a casa ora e dormire. Sembri esausto"spiego mentre guardo ancora i segni della sua stanchezza. "Sarò a casa per le 11"

Shawn annuisce ed inizia ad alzarsi quando poi si gira verso di me. "Oh e dovremmo magari lavorare sul nostro progetto visto che dobbiamo terminarlo al più presto"

Non posso fare nient'altro che sorridere ed annuire. "Vai a casa Shawn"

Lui scuote la sua mano dietro la sua testa "Sto andando, sto andando."

Roteo gli occhi e poso lo sguardo su Marley. "Mi dovrai raccontare tutto. Perchè l'ultima volta che ho controllato nessuno ti poteva far sorridere apparte me"

Le do un leggero schiaffo sul braccio. "Okay okay. Lo farò dopo. Ora torniamo al lavoro"

***

"Quella piccola puttana!" esclama Marley alzandosi. La zittisco e la spingo di nuovo sulla sedia.

"Marley lo so ma non urlare ti prego. Non voglio dare spettacolo" le dico con voce calma.

Marley fa il broncio e si risiede sulla sedia. "Dobbiamo trovarlo"

"Trovare chi?" Non può seriamente dire..

"Tuo padre! Lui ti vuole vedere. Tanner hai finalmente la possibilità di avere ciò di cui hai bisogno! Lui ti può dare la vita di cui hai bisogno" Marley si avvicina.

Prendo un sorso del caffè caldo nella mia tazza, il liquido bollente vagiù nella mia gola, bruciando anche un po', ma è un bruciore piacevole.

Prendo un grande respiro e poi parlo. "Non lo so.."

Marley mi prende la mano. "Ce ne andiamo in mattinata. Nessun e, se o ma. Ti accompagno io"

"Non posso lasciarti.."

"Insisto"

Mi appoggio allo schienale della mia sedia. Sembra proprio che inconterò mio padre.

Alone [Shawn Mendes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora