Capitolo 29 Kiss me slowly

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Narra Mirko

Quella mattina mi svegliai con un insolito buon umore, forse perché la sera precedente avevo cantato con la ragazza più bella del mondo davanti ad un'enorme platea, o forse perché era semplicemente buon tempo. Già, perché il sole, l'aria fresca, le poche nuvole, erano il mix perfetto per fare un giro in motocicletta. Il mio gioiellino mi aiutava sempre a scaricare la tensione, e c'era ogni volta che ne avevo bisogno. Ma quella bellezza della meccanica non mi serviva solo quando ero nervoso o infuriato come una bestia, anzi, amavo correre sulla sua sella anche quando volevo rilassarmi e divertirmi un po'. Amavo l'idea del vento che mi soffiava sul viso senza sosta, di sfrecciare vicino ad altri mezzi e correre più veloce di loro, come fosse una competizione. Amavo non fermarmi davanti al rosso di un semaforo, come fosse una sfida. Nessuno poteva fermarmi, tanto meno un semaforo. So cosa vi state chiedendo, ma sappiate che avevo abbastanza soldi da pagare non solo le mie multe, ma anche quelle del vicino di casa. Correre su una motocicletta era il miglior antidepressivo che potesse esistere, perché possedere una moto significa sfidare la morte, mostrarle di poter avere il controllo della proprio vita, della velocità, e di vincere la morte stessa. Da quando avevo acquistato una motocicletta mi sembrava di aver conquistato una maggior libertà, perché con essa potevo andare ovunque senza dover dare conto a nessuno, semplicemente dovevo indossare il casco, accendere il motore e seguire il cuore che mi indicava il cammino da percorrere. Solo questo mi bastava, e io potevo possedere l'intero mondo. Fortunatamente, quella mattinata riuscii a sopravvivere alle lamentele di mia madre a proposito del fatto che Guglielmo ancora non si fosse fatto sentire. Ovviamente, lei riteneva tutt'ora che fosse colpa mia se il regista avesse voluto vedere altri provini dopo il mio, sebbene si fosse rivelato perfetto. Quando mia madre, non so se posso ancora definirla tale, si metteva in testa delle idee, restava fissa su quei pensieri, considerandoli sempre giusti, e mai nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea. Mentre scendevo in garage per risvegliare la mia moto, mi appuntai mentalmente di dover chiamare Guglielmo per sapere direttamente qualcosa da lui, perché anche per me l'attesa di una risposta era estenuante.
Mai sorpresa fu più bella in vita mia, se non quella di ritrovare, quel mattino, Jessica sulla mia strada, la strada che avevo scelto per evadere dal mondo reale. E lei mi faceva sicuramente evadere da questa realtà angusta. Cercai di assumere un atteggiamento più forte e deciso, e il sole mi aiutava tantissimo a realizzare il mio piano. Mi parve che quell'atteggiamento la mandasse fuori di testa, glielo leggevo negli occhi. Erano troppo trasparenti, e comprendere cosa le passasse per la mente non era un'impresa tanto ardua, per fortuna. Jessica sembrava smarrita e persa in un piacevole abisso di tentazioni e sogni bollenti a luci rosse, quando mi vide sul mio gioiellino rombante tirato a lucido,
e con la mia giacca nera di pelle addosso. Posso ammettere che accade molto spesso anche a me quando la vedo con vestitini attillati o scollature, perché, Dio, il suo corpo è semplicemente la somma di ogni mio desiderio. Vederla con quello sguardo passionale, carico di emozioni e desideri repressi, fuse un po' anche il mio di cervello, ma non potevo lasciare che i sentimenti prendessero il sopravvento su di me, non quando avevo un piano: farla impazzire. Di solito era lei che faceva impazzire me, ma quel giorno avevo deciso di cambiare le carte in tavola, e di capovolgere i ruoli.
"Cara Jessica, adesso giochiamo con le mie regole". Questo mi ripetevo nella mente come un mantra, ogni volta che i nostri occhi si incrociavano e la nostra pelle entrava in contatto inavvertitamente. Dovevo mantenere la concentrazione e il controllo della situazione, ma qualcosa non andò come avevo previsto.

« Allora? Dove mi porti? Pretendo di saperlo »

La sua voce calda mi riportò alla realtà, e ogni mio pensiero volò via veloce col vento. Il suo tono era deciso e risoluto, ma si poteva capire perfettamente quanto fosse emozionata a girare in moto con me. Poteva anche cercare di reprimere i suoi sentimenti con tutte le sue forze, ma a lungo non ci sarebbe riuscita e, quando ciò sarebbe accaduto, le sue emozioni avrebbero preso il sopravvento su di lei e su ogni sua azione, facendo esplodere ogni cosa che le stava attorno, come fuochi d'artificio. Aspettavo quel momento con tutto me stesso e. ora, lo scopo del mio piano era esattamente questo: aiutare le sue emozioni e i suoi sentimenti a manifestarsi, facendo cedere inesorabilmente i muri che Jessica aveva costruito attorno al suo cuore. E giurai a me stesso che ci sarei riuscito.

Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang