Mamma e Papà

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-Ehi, papà non c'è?- chiesi chiudendo il portone di ingresso. Mamma era sul divano a guardare la tv, i capelli perfetti che le ricadevano sul corpo sinuoso.

-Oh cara eccoti ti aspettavamo. Carlo è uscito, lo hanno chiamato i tuoi fratelli adottivi, sembra che ci sia stato un disguido; arrivano domani pomeriggio e tuo padre si è recato subito sul posto per essere puntuale domani mattina-

mi guardava con i suoi occhi ridenti. Lei era una tipa creativa, ogni tanto si metteva a dipingere in salotto e mi chiamava per parlare della vita. Quella vita che lei sognava, ma che figlia di genitori poveri non si era mai potuta permettere. Era sempre stata una madre alternativa, di quella che invece del bacio della buonanotte ti citavano frasi di rivoluzionari come Ghandi. Dio se era presa da quella storia dell'adozione, non pensava ad altro e aveva già comprato un letto a castello da mettere nella camera degli ospiti accanto alla mia.

-Ah, ok....Senti, ho deciso che voglio partecipare al Progetto. Tranquilla so tutto di te e di Gianluca e ho deciso che voglio almeno provarci- tanto o quello o il suicido. Con il Progetto almeno potevo ritirarmi se mi faceva cagare mentre con la morte non credo che si sarebbe potuto tornare sui propri passi. Stare lontano da casa mi avrebbe fatto bene infondo e volevo scrivere qualcosa, così che se mai mi fossi tolta la vita avrei lasciato un segno, ma questo decisi di tralasciarlo nel mio discorso.

Mamma sembrò piuttosto sorpresa, ma lasciò ogni domanda per rivolgermi un sorriso caldo e accogliente. accogliente non per me di certo. lei non era del tutto mia e la cosa non la sopportavo, volevo sapere chi erano quei bastardi dei miei genitori per poter incolpare loro del mostro che avevo dentro, della mia predisposizione, come la chiamava il TICOPA. Di quella COSA che tanto spaventava le persone che mi circondavano, tanto da non permettere loro di volermi bene.

-Tesoro non sai quanto temevo che te la saresti presa. Io e tuo padre ne abbiamo discusso a lungo e siamo sicuri che ti farà bene vedrai.-

Papà era saggio e brusco. Aveva l'aria intellettuale con le sue camice stirate e e le cravatte scure, ma beveva e non era di certo un tipo affettuoso, almeno non con me. Mia mamma la amava tanto, ma quando decisero di adottarmi lui non era del tutto convinto, avrebbe preferito un figlio maschio e tutto suo. Mamma non poteva rimanere incinta e si era affezionata a me. Lui era uno di quei padri che il letto te lo fa quando non sei in casa per evitare di ricevere ringraziamenti, uno di quelli che invece di farti un complimento ti dava una pacca sulle spalle e che se piangevi si arrabbiava perché piangere era da deboli. Mi faceva ridere che avessero stabilito loro cosa era meglio per me, perchè infondo non mi conoscevano e per quanto potessero essere bravi genitori non si erano mai chiesti come stavo veramente. Ero il loro giocattolo.

Mamma mi diede un abbraccio e si ritirò subito come scottata. Sapeva che odiavo il contatto fisico. Quella sera non dormii come spesso mi capitava perché facevo brutti sogni. In genere leggevo o ascoltavo la musica, ma quella sera chiamai la mia migliore amica per aggiornarla e chiederle scusa dell' esplosione di rabbia del giorno prima, ma sapevo che mi avrebbe perdonata, perché i nostri genitori erano amici e lei  i voleva bene e sapeva che il mio caratteraccio era solo dell' ALTRA ME e non della VERA ME.

-Carly mi dispiace...-

-lo so. Piuttosto speriamo che il tuo fratellino sia un gran figo così diventiamo parenti- sentii ridere dall'altra parte della cornetta. Usavo sempre il telefono fisso perché gli smartphone mi mettevano ansia.

-Ah, ah, ah davvero molto divertente cretina, ma ti ricordo che fratello o no per me sarà sempre un estraneo entrato in casa mia per volere di quella pazza donna di mia madre. Senti io vado perché domani abbiamo mate alle prime ore e se non voglio rischiare di sbadigliare in faccia alla prof è meglio che io mi riposi.-

mi sarebbe mancata una volta morta e forse chissà, anche io a le.

-Sì è meglio che vada anche io altrimenti Crudelia Demon chi la ferma più. Notte disagiata.-

-Notte stronza-.

Le nostre conversazioni finivano sempre così e se il Progetto non avesse funzionato e io non sarei diventata qualcuno che Carly e i miei meritavano davvero, le nostre conversazioni sarebbero finite e basta.

Io Che Sono TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora