XXXV

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Stalker — XXXV





Se Hun: Sei veramente smielato.

Lu Han: Ha parlato quello duro.

Se Hun: Io lo sono.

Lu Han: Certo, se lo dici tu.

Lu Han: Quando ci vediamo la prossima volta?

Se Hun: Quando vuoi tu.

Lu Han: Se volessi tipo adesso?

Se Hun: Allora verrei subito da te.

Lu Han: Ti aspetto.

Se Hun: Sei serio?

Lu Han: Mai stato più serio.

Se Hun: Aspettami, adesso arrivo.

Lu Han: ...

Lu Han: Dove vuoi andare?

Lu Han: Sono a lezione.

Se Hun: In quale aula sei?

Lu Han: 35.

Lu Han: Non provare a venire.








Se Hun ignorò la vibrazione del telefono e percorse i corridoi dell'Università fino all'aula trentacinque. Sul viso aveva stampato un sorriso beffardo e divertito allo stesso tempo, immaginandosi la possibile reazione dell'altro. Quando si trovò davanti alla porta in legno, si mise accanto e aspettò che la lezione finisse.

Lu Han dal canto suo rimase in ansia per tutto il tempo, spaventato dalla possibile intrusione dell'altro. Arrivando verso la fine dell'ora, provò l'amaro in bocca. In fondo sperava che il più giovane, interrompesse la lezione e lo trascinasse fuori.

Quando uscì a testa bassa, seguendo gli altri studenti, non si accorse neanche della figura che lo fissava da lontano. Se Hun si avvicinò al ragazzo e lo afferrò per un braccio, facendolo sussultare per la paura.

«Se Hun!», lo richiamò, colpendolo con un pugno. «Cazzo, non devi spaventarmi così».

Il più giovane sorrise tra e . «Guarda il lato positivo, ci siamo visti». Come risposta ricevette un sei un coglione borbottato, mentre camminavano fianco a fianco verso la caffetteria della struttura.

I due ordinarono qualcosa, per poi sedersi su un tavolino che Lu Han trovava più appartato degli altri. Sorseggiarono le loro bevande, chiacchierando animatamente.

«Lu Han, sei sporco», disse il più piccolo, indicandogli una parte della bocca.

«Dove?», chiese l'altro iniziando a leccarsi le labbra senza risultati.

Se Hun ebbe un lampo di genio, si alzò in piedi e si avvicinò al viso del più grande, contemporaneamente afferrò il menù che era sul tavolino e si coprì il viso con questo.

Lu Han non ebbe neanche il tempo di realizzare, che si ritrovò la lingua del più piccolo sul suo labbro superiore mentre glielo leccava languidamente.

Quando si separò, sentì il viso avvampare di colpo, mentre osservava il sorriso divertito dell'altro. «Ora sei pulito».

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