XXXIX

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Stalker — XXXIX








Lu Han prese un profondo respiro per incoraggiarsi ad entrare; sentiva le gambe tremare per il nervosismo e i sudori freddi. Si appoggiò al muro ad aspettare che uscisse come ogni giorno dall'edificio accompagnato da Jong In.

Quando vide Se Hun sorridere felicemente mentre era diretto verso casa, il suo cuore perse un battito e si fermò nel suo petto.

Ebbe paura e tutti i dubbi che aveva provato a reprimere, fuoriuscirono in quel momento. Si scrollò di dosso quella sensazione e gli andò incontro deciso con sguardo fermo.

Gli si parò davanti con un sorriso sardonico, mentre l'altro lo guardava perplesso.

«Che vuoi Lu Han?», domandò il ragazzo più giovane, incrociando le braccia al petto, con sguardo superficiale.

«Se Hun, ti voglio spiegare», affermò Lu Han supplichevole. «Possiamo parlare?».

L'altro acconsentì senza proferire parola, salutò l'amico e seguì il più grande lentamente; sentiva il cuore in gola.

«Parla, avanti», disse quando si fermarono al loro solito posto. «Non ho molto tempo».

Lu Han sospirò, soppesando su cosa dire per poter farsi perdonare.

«Ti amo, Se Hun», disse infine senza giri di parole, guardandolo con gli occhi che luccicavano.






Se Hun: La devi smettere.

Lu Han: Se la smetti prima tu.

Se Hun: Io non ho fatto niente.

Lu Han: Ti è piaciuto il regalo?

Se Hun: È stupendo. Mi piace un casino.

Se Hun: Grazie mille.

Lu Han: Buon compleanno ancora, Se Hun.

Se Hun: Grazie Lu Han.

Lu Han: Quindi, mi perdoni?

Se Hun: Può darsi.

Lu Han: Ti amo.

Se Hun: Ti amo anche io.

StalkerWhere stories live. Discover now