Decisi che avrei aspettato la notte. Che forse col buio sarebbe stato più facile attraversare quella piccola linea che divideva l'immenso stato mondiale da quell'ultima minuscola nazione, ormai unico stato indipendente sulla faccia della terra.
"Devo nascondermi da qualche parte. Certo la moto, appena chiuderà il centro commerciale, e le automobili parcheggiate saranno andate via, si noterà molto, e probabilmente capiranno che sono nei dintorni, e quindi concentreranno la sorveglianza proprio da queste parti". Questo pensai, ma poi decisi che avrei potuto sfruttare questa cosa a mio vantaggio.
Lasciai la moto nel parcheggio, certo che appena le auto fossero iniziate ad andare via, l'avrebbero notata. Sistemai la tuta e il casco dentro il bagno dove mi ero cambiato, proprio per attirare l'attenzione. Si convinceranno che sono qui, e che voglio attraversare il confine esattamente dal varco che sta a non più di un chilometro da questo centro commerciale.
Poi attraverso un boschetto che stava alle spalle dei parcheggi, mi incamminai verso nord, costeggiando il confine e allontanandomi da dove certamente avrebbero concentrato i controlli. Con passo svelto percorsi almeno tre o quattro chilometri, quando iniziò a tramontare. Non era così semplice capire dove fosse esattamente il confine. Speravo di trovare almeno una recinzione, ma in realtà non avevo idea se ci fosse o meno.
Sono le nove e trenta della sera, ormai è buio pesto. Non avete idea quanto è difficile camminare nelle campagne quando è notte, e non c'è neanche la luna piena in cielo. Credo di essermi perso. Cammino alla cieca (nel vero senso della parola) ancora un po', e noto una piccola casa. Ora mi sono appostato vicino a una piccola costruzione di pietre, mattoni e legno. Vedo la luce di una stanza accesa. Non ho idea chi la possa abitare. Potrei tentare la fortuna e provare a chiedere aiuto, potrei bussare e vedere cosa succede. Non è che abbia molte alternative anzi no ne ho per nulla. Mi avvicino con circospezione, arrivo alla porta è busso con le nocche della mano, visto che non c'è campanello.
Non risponde nessuno allora provo a battere su una finestra che stava di lato alla porta. Niente da fare, nessuna risposta. Provo a chiamare, dico prima a bassa voce: "C'è nessuno, potete aprirmi, mi sono perso", continuo a non avere nessun tipo di risposta, poi lo ripeto a voce più alta, ma niente!
Allora, decido che non era una strada praticabile, e giro i tacchi e vado via.
Avrò fatto una decina di passi, non più, e nel silenzio della notte sento la porta di quella piccola casa rurale aprirsi.
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SIDERAL
Science FictionLe avventure siderali e gli amori del capitano Martin Sutter. Questa non è la solita storiella copia e incolla, il solito racconto sconclusionato e sgrammaticato, che spesso, purtroppo, troverete nel mare magnum di orrori letterari che invadono Watt...