Dopo ore passate sdraiata sul letto, abbracciata al mio cuscino che odorava di vaniglia, come i miei capelli, decisi di alzarmi.
Legai i capelli in una crocchia disordinata e mi cambiai, indossando un vestitino in cotone abbastanza pesante, a maniche lunghe e di un rosa antico; completamente in contrasto con i miei capelli rosso fuoco naturali.
Indossai un paio di ballerine dello stesso colore e scesi al piano di sotto.
<<Vado un po' al parco a leggere mamma, torno per cena.>>
Mormorai passando in salotto recuperando dal divano un libro che avevo comprato in Irlanda prima di partire: "Fisica per non fisici".
Amavo la fisica, era una delle mie materie preferite, come ogni scienza.
Salutai mia mamma seduta sul divano con un bacio sulla guancia e dopo aver recuperato dalla cucina una bottiglietta di succo al mirtillo, uscii finalmente di casa.
Camminai lentamente fino al parco in cui ero stata la sera prima insieme ai gemelli e una volta arrivata, mi sedetti sul prato sistemandomi la gonna del vestito lunga fino al ginocchio in modo da non far intravedere nulla di "privato".
Aprii il libro letto fino a metà togliendo il segnalibro fatto a mano da me con un semplice tessuto rosso con un ricamo a forma di fiori e ricominciai a leggere il capitolo intitolato: "accelerazione e decelerazione."
Con una mano, visto che con l'altra tenevo il libro aperto, aprii la bottiglietta di succo a fatica.
<<Quindi il motivo sta tutto nel tempo della deceleraz...owh!>>
Esclamai quando mi cadde la bottiglietta dalle mani, rovesciando gran parte del contenuto sul mio vestito, formando cosi una grossa ed evidente macchia viola sul rosa pallido del tessuto.
<<Cosa ho fatto di male.>>
Mormorai scuotendo la testa e sospirai.
Presi dalla taschina posta sulla parte del vestito che ricopriva il seno il fazzoletto in tessuto che portavo sempre con me e cercai di pulirmi in qualche modo, non ottenendo comunque risultati.
<<La sfortuna sempre dalla mia parte mi raccomando.>>
Borbottai tra me e me, continuando a strofinare il fazzoletto sul vestito.
<<Magari dovresti provare a cambiare strada tu per prima.>> disse qualcuno, fermandosi davanti a me.
Corrugai le sopracciglia ed alzai lo sguardo, sospirando quando notai Alessio.
<<Sì, la sfortuna è decisamente dalla mia parte.>> mormorai, alzando gli occhi al cielo.
Lo sentii ridacchiare e scossi la testa, alzandomi in piedi e recuperando il libro insieme alla bottiglietta ormai mezza vuota.
<<Non hai una casa? Sei ovunque.>> dissi con tono quasi incredulo, girandomi di spalle a lui e iniziando a camminare verso casa.
<<Sì, ce l'ho una casa, ma preferisco uscire a perseguitarti.
Sei adorabile quando ti arrabbi.>> l'ironia nella sua voce era ben evidente e questo mi fece ribollire il sangue.<<Simpatico.>> dissi sbuffando una risata.
<<Ginevra, fermati.
Volevo chiederti scusa, okay?>> sbuffó, iniziando a seguirmi, affiancandomi.<<Scusa? Davvero? Tu?>> chiesi ridendo di gusto, continuando a camminare, girando il viso verso il suo così da poter guardarlo.
<<Sì, scusa.
Davvero; abbiamo iniziato con il piede sbagliato e vorrei rimediare.>>Mi fermai di colpo e mi girai del tutto verso di lui, stringendo il libro al mio petto.
<<Ma che cos'hai di sbagliato?
Un attimo prima mi tratti male, poi mi baci, mi tratti di nuovo male e alla fine mi chiedi scusa?
Mi farai impazzire, sul serio.>> lo guardai negli occhi mentre parlavo, passandomi continuamente una mano tra i capelli come usavo fare quando ero nervosa.<<Piacere, sono Alessio Bianchi.>> disse con una tranquillità quasi sovrumana, porgendomi una mano <<Ricominciamo.>>
Inarcai un sopracciglio, alternando lo sguardo dalla sua mano al suo viso e viceversa.
Sospirai pesantemente e infine, gli presi la mano.
<<Piacere, Ginevra Wright.>> mormorai, mordendomi il labbro inferiore, scuotendo le nostre mani in segno di presentazione.
<<Beh, non penso che tu ci conosca, ma io e mio fratello gemello Marco, siamo i tuoi cugini.>> fece spallucce e tenendo la mia mano, ricominciò a camminare.
Guardai il suo profilo, permettendogli di tenermi la mano, camminando al suo fianco.
<<Oh, davvero?
Si dà il caso che no, mia madre non me lo aveva mai detto.
Ma...buono a sapersi.>> mi sforzai di rimanere seria; era una situazione assurda.***
<<Allora, ci vediamo domani a scuola, Ginevra Wright.>>
Lo guardai baciarmi la mano con fare teatrale quando mi riaccompagnò davanti a casa e ridacchiai.
<<Sei incredibile, ragazzo dai capelli rossi.
Su, vai che è meglio.>> dissi, dandogli scherzosamente una spinta sul petto.Lo guardai ridere e mi aggiunsi a lui, arricciando il naso come ogni volta in cui ridevo.
Forse, non era poi così male come pensavo.
#spazioautrice
Ciao nutelline,
Come state?
È passato un casino di tempo dall'ultima volta che ho scritto un capitolo ew.
Spero che qualcuno si caghi ancora questa storia, ci tengo particolarmente.
Voglio dei commentini dai c:
Ci sentiamo presto bellissime.
Grazie.-Sa
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•Destino•
FanfictionPrologo Capelli fuoco, occhi ghiacco e guance rosse, lei è Ginevra. Si è appena trasferita dall'Irlanda in Italia con la sua famiglia. Sará quando incontrerá due gemelli dai capelli rossi che il suo destino cambierá. Alessio o Marco? Soltanto il fut...