CAPITOLO 3

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Una grossa insegna blu al neon sovrasta la piccola entrata su cui vi è scritto "Espit Chupitos". Un ragazzo di colore decisamente troppo palestrato, probabilmente il buttafuori, è di fronte alla porta e la tiene aperta per far entrare i ragazzi nel locale. Sono da poco passate le undici e mezza, e ci spiega che il patio chiuderà tra meno di un'ora, mentre il bar resterà aperto tutta la notte. Betta mi esorta ad entrare tenendomi per mano, e io la seguo. Un odore di alcool ci investe fin da subito, mentre in sottofondo sento della musica. È decisamente piccolo, con le luci soffuse, un lungo bancone e vari sgabelli. Alla parete troviamo più di cento nomi di quelli che pensiamo essere i famosi chupitos, accompagnati da un bollino rosso o giallo a seconda dell'intensità. Cominciamo a fissare il tabellone senza sapere cosa ordinare, e io che ero abituata al classico rum e pera. <Oh mio dio! Ce n'è pure uno che si chiama Orgasmo di Monja!> Betta non la smette di ridere guardando il muro e io faccio altrettanto <Dai proviamolo!> lei mi guarda incerta ma annuisce. Ci avviciniamo al barista facendoci strada tra i vari gruppi che si accalcano al bancone e ordiniamo due orgasmi. Il tipo ci ride in faccia, giustamente, e poi ci prepara due bicchierini di un liquido rosso e bianco. <Brindiamo a qualcosa> Betta mi guarda <Ci sto! Allora il primo.. brindiamo alle vacanze> Scontato, ma ha ragione. Avviciniamo i bicchierini senza rischiare di rovesciarli e poi li tiriamo giù tutto d'un fiato. È incredibilmente dolce, e buono. Le sorrido e lei ricambia <Okay un altro!> non faccio in tempo a posare il bicchierino che Betta sta già ordinando qualcosa al barista <Che hai preso?> <Tequila> ride <Ma niente limone, siamo raffinate noi! Così mi mette l'arancia> scoppio anche io a ridere perché mi sembra una richiesta stupida, ma mi sento già più allegra e non ho voglia di essere razionale, non stasera almeno. Questa volta brindiamo ai bei ragazzi, visto che ci sentiamo addosso già diverse occhiate. <Stai bene?> mi sussurra all'orecchio <Certo che si! Ti ricordo che io sono un mostro in queste cose> mento, ma lei sembra felice della mia autoironia. Torno a fissare la parete perché questa volta è il mio turno a scegliere cosa bere. Ci sono altri nomi spinti, come sex o 69, ma opto per un Hijo de puta, solo perché ha il bollino rosso. Il barista ci spiega che dopo averlo bevuto dobbiamo tirare un lungo respiro, Betta mi guarda e sembra non capire, io mi stringo nelle spalle <Facciamolo> e così lo facciamo. Mi brucia tutto l'esofago e poi lo stomaco, ma la sensazione passa subito appena faccio un altro respiro. Questo era forte cazzo, ma sto bene.

Abbiamo già bevuto tre shots, e considerato quanto poco ho mangiato a cena, inizio a sentire l'alcool che sale. È una sensazione a cui sono abituata, anche se è da Febbraio che non bevo. Sono più tranquilla e più sicura di me, e mi ritrovo a sbuffare quando Betta mi trascina fuori per una boccata d'aria. <Ne volevo un altro dai!> piagnucolo attirando l'attenzione di alcuni ragazzi seduti fuori dal locale <Dopo Ludo, ora aspettiamo che scenda> mi dice, poco più sobria di me. Annuisco perché so che ha ragione, anche se vorrei approfittare di questa euforia che mi fa stare bene. Ci sediamo sul muretto del marciapiede di fronte al locale, in modo da poter scorgere l'entrata <Guardiamo se entra qualcuno di carino e facciamoci offrire da bere> L'ho detto io o è l'alcool che parla? Betta sorride incerta di quello che è appena uscito dalla mia bocca ma mi asseconda, in fondo vuole conoscere qualcuno anche lei. Mi raddrizzo sulla panchina, non sono ubriaca mi ripeto. Dopo quasi un quarto d'ora passato come le maniache a fissare il piccolo pub mi alzo <Forse dovremmo fare due passi e tornare più tardi> l'effetto dell'alcool sta svanendo e l'euforia si sta lentamente suicidando. Betta esita un po' poi si alza. Mentre ci incamminiamo in direzione della statua di Colombo sento delle voci dietro di noi. Dei ragazzi italiani si stanno dirigendo verso Espit Chupitos, con la coda dell'occhio intravedo delle camicie bianche, ma non oso voltarmi per paura che se ne accorgano. Betta non ci pensa due volte, fa dietro front e segue con gli occhi il gruppo che sparisce nella penombra del locale <Niente male!> aggiunge. Mi volto e intravedo l'ultimo ragazzo di spalle che si tira dietro la porta. È alto, indossa una camicia bianca e un paio di jeans lunghi e ha una sacchetta verde sulle spalle. Betta mi guarda, indecisa <che vuoi fare?> Che voglio fare? Ho intenzione di godermi i miei vent'anni? Il mio stomaco brontola, dovrei mangiare qualcosa, ma non ho fame, strano. Però potrei tornare là dentro, bere qualcosa e vedere che succede. Mi volto mentre lei si sta di nuovo incamminando <Ne voglio un altro.. penso> Lei mi guarda con aria interrogativa come se non avesse capito <Voglio un altro shot, entriamo?> Il suo volto si risveglia <Cazzo si!>

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