Capitolo 12

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Haley Pov
I giorni stavano passando, ormai era venerdì e domani mattina sarei andata con Carter in Colorado.
Sarebbe voluto venire anche Dylan ma gli ho detto che per ora era meglio evitare.
Dato che Carter stasera sarebbe uscito io ho deciso di far venire Dylan a casa visto che non lo avrei visto fino a lunedì.
Non mi truccai perché tanto saremmo rimasti in casa e mi misi un paio di pantaloncini di jeans messi male e una canottiera gialla con una scritta nera.
Scesi le scale e vidi che Carter non se ne era ancora andato.
"Chi stai aspettando?"
"I ragazzi. Ricordi, non posso guidare."
"Sì, hai ragione." Bussarono alla porta e mandai Carter ad aprire mentre andavo in cucina.
Sentivo una voce familiare che non sentivo da molto tempo.
"Sei solo bro?"
"No, c'è mia sorella. Haley vieni, vediamo se hai più memoria di me." Disse ridendo.
Mi affacciai in salotto e vidi Parker, il migliore amico di mio fratello.
Mi squadrò e disse "Non mi avevi detto che fosse cresciuta così bene."
"Smettila stupido, è impegnata." Disse con tono poco convinto.
"Ma posso ancora abbracciarlo o e vietato anche quello?"
"Sisi, fai come vuoi."
Lo abbracciai guasi saltandogli addosso, non lo vedevo da tanto tempo e mi era mancato.
Quando eravamo più piccoli era lui a farmi un po da fratello maggiore, e gli volevo un bene infinito.
"Piccola Mason, sei cresciuta bene eh. Chi devo pestare?"
"Non funziona, ci ho già provato io."
"Invece tu sei rimasto sempre uguale Parker"
"Ah si? Non sono cambiato?"
"Sì un po si, ma sei sempre come mi ricordavo."
"Cioè stupendo?"
"Semmai presuntuoso."
"Ah ah ah simpatica la ragazza."
"Lo so, me lo dice tanta gente. Ora fuori di qui."
"Che stronza."
"Vuole che quando arrivi Campbell sia sola così possono fare cosa vogliono."
"Carter!"
"Ah la biondina esce con Campbell?"
"No è proprio fidanzata con lui."
"Ahia, mi sa che non siamo d'accordo." "Dovete esserlo e basta." suonarono il campanello e dissi "Fuori!"
"Quando torno non lo voglio vedere qui."
"Ah ma perché tornerai anche a casa? Sarebbe la prima volta." dissi facendo un sorriso falso.
"Torno a casa solo per evitare di trovare cose che non voglio trovare domani mattina."
"Ma sei imbecille per caso? Non è mica la prima volta che rimango qui da sola con lui eh." ma subito dopo averlo detto mi tappai la bocca ma ormai era troppo tardi.
"No ti prego non dirmelo, ha già dormito qui?"
"Sì, ma al contrario tuo quando rimani dalle ragazze ha dormito e basta."
"Lo vorrei anche ben sperare."
Suonarono alla porta e dissi "Va bene va bene ora però potete andare?"
"Perché?"
"Mi mettete in imbarazzo e le cose gliele ha già dette Carter quindi ciao."
"No voglio fargli un discorsino dai."
Suonarono di nuovo e Carter mi tenne ferma e disse "Apri Parker."
"Non ti permettere." ma lui andò alla porta e aprii ugualmente mentre Carter mi teneva stretta e rideva.
Parker aprì la porta e giuro che la faccia di Dylan in questo momento era veramente qualcosa da vedere.
"Scusami ma purtroppo non è colpa mia se ho un fratello e degli amici bastardi."
Dylan non disse niente ed entrò in casa.
"Carter mi lasci e te ne vai perfavore? Dobbiamo stare insieme in un altro paese per due giorni, ora potresti lasciarmi andare per favore?"
Dissi guardandolo con la faccia a cucciola.
"Va bene va bene" Disse lasciandomi respirare "Non fate stronzate."
Diventai rossa e dissi "Vai via!"
"Tranquillizzati nanetta, ora ce ne andiamo."
Dylan stava lì, attaccato al muro e guardava la scena, si vedeva che era figlio unico.
Parker si avvicinò a me e nell'orecchio mi disse "Noi ci fidiamo, solo di te però" Disse guardandolo "Quindi non farci pentire di quello che pensiamo." terminò la frase mio fratello.
"Sisi okay ora via grazie."
Parker mi stampò un bacio sulla guancia, sorrise e uscì di casa.
Scossi la testa e dissi "Mi dispiace, sono pazzi."
Dylan rise e disse "Ti ha detto a che ora me ne devo andare?"
"Secondo te? Ha detto che quando torna non ti vuole vedere qui."
"Lo immaginavo."
Da quando avevamo litigato non ci eravamo più baciati, e non resistetti più.
Lo presi per il colletto della camicia e lo baciai.
"Mi mancavi biondina."
"Anche tu imbecille."
Mi baciò di nuovo e alla fine ci ritrovammo sul divano con lui sopra di me.
"Vuoi andare su?"
"Si può?" Disse ridendo.
"Ma che problemi hai? Certo che si può stupido!"
Si alzò e lo presi per mano e salimmo le scale ed arrivammo in camera mia.
Dopo pochi minuti ci ritrovammo nella stessa posizione ma ora si stava meglio perché c'era più spazio.
"Non voglio costringerti a farlo, se non vuoi ti aspetto."
"Non pensavo che la parola aspettare esistesse nel tuo vocabolario." dissi ridendo.
"Prima di te infatti non esisteva."
"Lo immaginavo."
Non so se mi sentivo pronta, forse aspettare un po non avrebbe fatto male, o almeno speravo fosse così.
Continuammo così per un bel po di tempo finché verso le 2 e mezza non sentii la porta di casa aprirsi.
"Cazzo è arrivato Carter!"
Mi voleva proprio controllare eh!
Non è mai tornato prima delle 5 di mattina e quando voglio stare con Dylan lui torna alle 2.30!
"Da dove passo?" Disse chiudendosi la camicia.
"Di qui, vieni." dissi facendolo passare da una porta esterna.
"Non farti male sul palco inteso piccola?"
"Sì, non mi farò niente."
"Se ti fai male mi incazzo."
"Tranquillo Dylan, andrà tutto bene."
Mi sorrise e poi mi baciò.
Quando lo vidi andare via salii le scale, mi cambiai i pantaloncini e mi misi sotto le coperte.
"Se ne è appena andato vero?"
"Come lo sai?" Dissi mettendomi a sedere.
"Non sono stupido sorellina."
"Mi fai compagnia fratellone?"
"Non cambierai mai." Disse mettendosi a sedere sul letto.
Lui dormiva spesso con me o perché avevo gli incubi o solo per il semplice motivo che volevo stare con il mio unico fratellone.
Mi dava sempre un senso di protezione e gli volevo un bene infinito, era essenziale ed è per questo che ho detto a Dylan che se fossero arrivati a dovermi farmi scegliere tra uno di loro due avrei scelto sempre mio fratello.
"Svegliati Haley su."
"Dai mi lasci stare? Voglio dormire."
Mi sentii mordere il collo e invece di alzarmi dissi "Dylan vai via ho sonno e se ti vede Carter ti ammazza."
"Non credo, mi ha fatto entrare lui."
Aprii gli occhi e lo guardai.
"Che ci fai qui?"
"Sono venuto a salutarti prima che tu partissi."
Che carino che era, però avrei voluto dormire un altro po. Fa niente dormirò sul pullman.
Mi stirai e mi alzai con tutta la lentezza possibile.
"Fai con calma eh."
Girai il braccio e li mostrai il medio mentre rideva.
Andai in bagno e mi lavai il viso poi tornai in camera e presi le cose per vestirmi.
Lo guardai come per fargli capire che doveva uscire ma lui non se ne andava, anzi rimaneva lì a guardarmi.
"Dylan.''
"Sì?"
"Che ci fai ancora qui? Mi devo cambiare."
"Non è la prima volta che ti vedo mentre ti cambi." pensavo che dormisse in quel momento "Pensavi dormissi eh?"
"Più che pensare lo speravo."
"Fingo bene."
"Se ne sei convinto." scossi la testa e mi cambiai, ormai era inutile stare a litigare con lui, tanto ha sempre ragione lui.
"Vengo con voi."
Lo guardai "Stai scherzando vero?"
"No, l'ho chiesto a tuo fratello e a lui va bene." Lo guardai con le sopracciglia alzate, non credo proprio che Carter sia d'accordo con questa cosa.
"Okay non era proprio d'accordo però lo ha accettato ugualmente."
Scossi la testa e scesi le scale per andare a fare colazione e Dylan mi seguì.
Trovai una ciotola di cereali e un bicchiere di succo sul tavolo e trovai un post it con su scritto 'Buongiorno sorellina, torno presto, e quando torno fatevi trovare pronti così ce ne andiamo. Carter' che fratello carino e dolce che ho.
"Dove è andato?"
"Non ne ho idea. Mi aveva detto solo che andava via."
Mi misi a mangiare i cereali e Dylan si mise a sedere davanti a me.
Dopo una mezz'ora Carter tornò a casa e disse "Siete pronti?"
"Sì."
Prese la mia e la sua valigia e la portò fino alla scuola di danza nonostante io gli dicessi che riuscivo benissimo a portarla da sola.
"Buongiorno signorina Mason."
"Buongiorno Abby."
"Quando arriviamo in Colorado possiamo parlare un po in privato?"
"Sì, va bene. Se vuoi possiamo parlare anche ora.."
"Nono, voglio parlare con te dopo."
"Va bene."
Ero un po preoccupata per questa cosa, non voleva mai parlare con me in privato.
Era successo solo una volta, e non era finita molto bene.
Salimmo sul pullman e dato che i posti erano da due non sapevo dove mettermi, non sapevo se andare accanto a Carter o accanto a Dylan perché se fossi andato da uno si sarebbe offeso l'altro e così via.
"Haley vieni a sederti qui?" Disse Maddie e dissi "Sì un secondo."
Li guardai entrambi per fargli capire che dovevo stare accanto a lei e loro annuirono.
Mi misi accanto a Maddie e mi misi una cuffia e dissi "Vuoi ascoltare la musica?"
"Sì" le diedi l'altra cuffia ed ascoltammo la musica parlando un po.
"Perché non fai il pezzo di gruppo?"
"Perché fate un pezzo pop e non posso farlo per via del ginocchio."
"Ti fa sempre male?"
"A volte si ma niente di che."
"Uhm. Rimani dietro le quinte quando faccio l'assolo?"
"Sì" Dissi sorridendole.
Ci facemmo un po di foto con le altre e dopo qualche ora arrivammo in Colorado.
Scendemmo dal pullman e mi ritrovai Dylan da una parte e Carter dall'altra.
Mi sentivo a disagio in questo momento ma non dovevo pensarci.
Oggi non posso avere paura, fra un mese ho le nazionali e voglio assolutamente avere quell'assolo! Anche a costo di dover ballare una stupida canzone idiota io voglio quell'assolo e quel titolo!
Entro nei camerini lasciandoli fuori per evitare di fare subito figuraccie.
Nel camerino c'erano le ragazze con le loro mamme che si stavano preparando, a volte vorrei avere la presenza di mia mamma qui ma so che non le piace la danza e che non verrà mai quindi me ne devo fare una ragione.
Mi iniziai a preparare sperando che di là quei due scemi non si facessero riconoscere.
"Possiamo parlare?"
"Sì" se ne erano andate tutte ed eravamo rimaste solo io e Abby nel camerino.
"Ti dice qualcosa questa scuola?" Disse Abby dandomi un volantino.
Certo che mi dice qualcosa, è la scuola che sogno di frequentare da tutta la vita!
"Sì la conosco, mi piacerebbe far parte di quella scuola."
"Senti tra un mesetto più o meno ci sarà un'audizione a Miami e vorrei che tu partecipassi."
"Per fare cosa? Non mi prenderanno mai Abby, cercano ballerine che abbiamo finito il liceo e io sono al quarto anno."
"Lo so che sei al quarto anno ma se li colpisci potresti provare.."
"Abby non prenderanno mai una ragazzina di quasi 18 anni se non ha un diploma! Devi avere un talento che nessuno ha per entrare in quel college prima del previsto, servirebbe un miracolo per farmi entrare!"
"Ma perché? Hai un enorme talento e sai che potrebbero prenderti."
"Io non voglio rimanere delusa. Li ci entrano solo i grandi talenti e forse io non sono ancora pronta. Tutti i ballerini lì ballano qualsiasi musica li venga affidata e la ballano alla perfezione, io non ne sono in grado. Guardami, non riesco nemmeno a fare un pezzo pop come posso pensare di poter entrare in quella scuola?"
"Non riesci a ballare il pop per il ginocchio non perché non ne sei capace!"
"No, non lo faccio perché ho paura di farmi male e in quella scuola la parola paura non esiste."
"Però almeno potresti pensarci?"
"Va bene, ci penserò." anche se la risposta sarà sempre no.
"Tocca a te tra poco."
"Arrivo."
Quando rimasi sola mi guardai allo specchio, feci un leggero piegamento sul ginocchio ma mi tirai subito su per il dolore. Come posso solo pensare di entrare nel college più prestigioso del mondo della danza e dello spettacolo se non riesco nemmeno a fare un piegamento sulla gamba sinistra? Basta, devo smetterla.
Lasciai il camerino e andai dietro le quinte.
Ora sarebbe toccato a me, presi un respiro e salii sul palco.
Le luci si spensero, mi misi per terra e iniziai a fare il mio pezzo.
Tutto stava andando alla perfezione, ovviamente finché la sfortuna non venne dalla mia parte.

Carter Pov
Non mi era andata giù che con noi venisse anche Dylan ma se non lo avessi fatto venire Haley si sarebbe arrabbiata.
Ieri è venuto a casa mia e me lo ha chiesto gentilmente e anche se ero intenzionato a dirgli di no li ho dovuto dire di sì solo per fare felice mia sorella.
Le voglio bene ma la prossima volta se li deve scegliere più normali i fidanzati.
Praticamente non ha considerato ne me ne Dylan, ne ieri ne oggi.
Volevo assolutamente evitare una litigata con lui ma se avesse detto anche solo una parola sbagliata non la rivedeva più.
Quando era iniziata l'esibizione sembrava che andasse tutto bene ma poi il buio.
Fece un salto e atterrò male e finì per terra e la sua insegnante disse "Il ginocchio!" E si mise le mani tra i capelli.
Mi alzai istintivamente "Scusate fatemi passare." Lasciai il posto dove ero seduto e Dylan fece lo stesso.
L'amica di Haley ci fece entrare tra le quinte e la vidi sdraiata per terra a piangere con il ginocchio piegato e le mani che lo tenevano.
Mi avvicinai per prenderla e lei disse "Carter non puoi sollevare pesi non farlo." che palle che è questa ragazza.
"Haley non rompere il cazzo! Lasciami fare!"
"Dai la prendo io vieni." gli misi il braccio davanti per fermarlo.
"No, è mia sorella e ci penso io a lei ora."
La presi in braccio e con una mano si teneva il ginocchio e con l'altra si teneva a me.
Mandai Dylan ad avvertire l'insegnante che la portavo in ospedale e nel mentre lei tra le lacrime si teneva a me e diceva "Mi dispiace Carter, non volevo deluderti."
Ma quanto poteva essere pazza questa ragazza?
"Non mi hai deluso e non lo farai mai."
"Grazie Carter." le sorrisi "Smetti di piangere ora, sono qui con te e c'è anche Dylan.."
"Ora ho bisogno solo di te Carter, solo di te." e le sorrisi di nuovo.
Sono uno stronzo lo so ma ci speravo che avesse bisogno di me invece che di Dylan. Ci speravo davvero.

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