III

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Il locale era totalmente diverso da come lo ricordavo: le pareti erano state dipinte di un rosso acceso, avevano rifatto il pavimento, e avevano comprato nuovi mobili. Paul mi stringeva la mano quando entrammo; devo ammettere che in quella circostanza non mi spiaceva affatto.

"Ma ciao! Alla fine non ci hai dato buca eh?!" ci raggiunge Dereck. Si riferiva chiaramente a Paul.

"La mia signora mi ha accontentato..." rispose lui sorridendo. 'Bravo Paul, ora tutti crederanno che influenzo ogni tua scelta' pensai.
Fynn ci raggiunse insieme al suo ragazzo Tyler. Erano davvero molto carini insieme, e nonostante dovettero superare un sacco di pregiudizi e prese in giro, erano conosciuti in tutto il college come "la coppia felice".
"Ciao Lexy! Come sei bella stasera!"
Fynn mi strinse i fianchi. In effetti mi ero davvero vestita bene: mi ero messa una magliettina bianca trasparente, che lasciava intravedere il seno, insieme ad una gonna nera. Niente di che, ma mi stavano molto bene.
"Grazie" risposi con un timido sorriso. Era sempre gentile con me.
In pista c'erano una ventina di persone; non le conoscevo tutte, alcune soltanto di vista. Tra quelle non poteva ovviamente mancare la mia best Monica. Per l'occasione aveva indossato un vestito cortissimo blu scuro, senza maniche, tacchi a spillo e trucco scuro. Sembrava appena uscita da un fumetto da come era conciata. "Guarda come è vestita...o meglio, svestita."disse ridendo Paul.

Nemmeno lui la sopportava.
"Già.." risposi.
La mia attenzione fu attratta da un ragazzo, in fondo al locale. Era vestito in modo molto semplice, con la tuta ed una felpa grigia. Aveva il cappuccio alzato, quindi non ero riuscita a vedergli bene il viso. Era misterioso. Ma era anche attraente.
"Che guardi?" disse Paul muovendomi la spalla.
"Oh.. niente, niente." distolsi lo sguardo. Era vicino al piano bar: ci sarei andata dopo.
"Vuoi ballare?" mi chiese col sorriso più dolce del mondo. Non ne avevo voglia e non volevo sicuramente andare in pista con Monica vicino.
"No dai, davvero non ho voglia."
"Va bene" disse.
"Ti spiace se però io vado?" mi chiese.

Cosa?

"Nono, vai tranquillo."
"Grazie, a dopo." disse strappandomi un bacio sulle labbra.
Mi aveva lasciata sola; così, di punto in bianco. Che colpo basso Paul.
E ovviamente Monica non perse occasione per iniziare a strusciargli addosso.
Va bene Lexy, calmati.
Andai vicino al piano bar: il ragazzo non c'era più. Lo cercai nel locale, ma era completamente sparito.

"Ehy Lexy!"
Mi girai: era Violet!
"Violet!" esclamai.
Violet era stata la prima ragazza ad accogliermi l'anno scorso, poi per le vacanze aveva deciso di andare alle Hawaii. E adesso eccola, abbronzatissima, capelli riccissimi, occhi azzurri come il mare. Wow.. come era bella. Era anche dimagrita: se le Hawaii fanno questo effetto ci andrò subito.
"Come stai?" mi chiese abbracciandomi.
"Bene! E tu? Ti sei divertita?"
"Si, tantissimo...Il mare è stupendo, le persone sono fantastiche. Sai mi sono anche fidanzata! Purtroppo non è potuto venire a stare qui qualche giorno: lì la scuola iniza la settimana prossima. Menomale che noi abbiamo ancora un mese di vacanza!"
"Ah ho capito. Bene sono contenta!"
"E tu? Come va con Paul?"
"Tutto bene dai. Le solite cose. Tra un po' suo fratello si sposa: ci ha invitati al matrimonio."
"Ah bene ben...Lexy ti sta chiamando Dereck"
Mi voltai: Dreck stava venendo incontro a me. Non aveva una bella faccia.
"Lexy.. Paul è ubriaco sta impazzendo, non so cosa fare."
"Ubriaco?" risposi appena prima che un pugno mi decollasse sulla faccia.
"Stupida! sei soltanto una piccola gatta morta!" la voce di Paul era piena di rabbia, roca.
"Devi sempre decidere tutto tu, fatti una vita! Non sono il tuo burattino!"gli occhi di Paul erano incoscienti: era davvero ubriaco fradicio.
Le sue parole mi ferirono, ma ebbi la forza di alzarmi di continuare a guardarlo meglio occhi.
"Bastarda!"
altro schiaffo.
"Perché non sei come Monica, che è una ragazza così facile!"
No Paul, questo non dovevi dirlo. Inciampai su me stessa: caddi.
Il piede di Paul mi arrivò in faccia: il naso cominciò a sanguinarmi. Altri calci, pugni, schiaffi. Non riuscivo più a capire nulla. Sentivo voci indistinte, risate, urla.  Sentivo la voce di Monica dedicarsi ad una lunga risata.
Persi coscienza, finchè due mani calde e robuste mi sollevarono da terra.
Quelle stesse mani sferrarono un pugno sulla faccia di Paul, facendolo
cadere a terra.

Quelle stesse mani, quella sera, furono l'ultima cosa che vidi.

AFIRE LOVEWhere stories live. Discover now