Capitolo 3: Burger King

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"Caspita, non ha nemmeno bisogno di essere trascinata dai cavalli per funzionare. Come la chiamate questa magnifica creatura?"

Guardai impietrita Prince Harry, la mia faccia sfigurata da un'espressione afflitta. Stava accarezzando i sedili di pelle con occhi spalancati dallo stupore. Cercò di avvicinarsi il più possibile al finestrino del passeggero, ma questo non fece altro che farlo rimbalzare contro il sedile su cui era seduto a causa della cintura di sicurezza. Potevo dire con certezza che quella cosa lo stava irritando parecchio anche se cercava di non darlo a vedere.

"Macchina..." Risposi, distogliendo lo sguardo mentre sospiravo appena. Nel frattempo sentii Teacher Harry alle mie spalle lamentarsi nel sonno.

A dire il vero era l'auto di Teacher Harry. Avevo trovato le chiavi nella tasca dei suoi jeans, dopodiché avevo continuato a schiacciare il pulsante fino a trovare i fanalini della sua macchina lampeggiare con dei trilli, lì nel parcheggio.

"Brillante, assolutamente brillante." Mormorò Prince Harry, incredulo. Poi iniziò a reclinare e alzare il seggiolino su cui poggiava il busto, tutto con un sorriso enorme sulle labbra. Si stava divertendo da matti mentre io cercavo di prestare attenzione alla strada.

Okay, alla fine tutto ciò che dovevo fare era trovare il resto di loro. Ne avevo già recuperati tre, compreso il nuovo acquisto, Prince Harry, che stava vagando per la mia scuola senza alcuna motivazione apparente.

"Quindi che ci facevi nella mia scuola?" Domandai, abbassando lo sguardo perché Prince Harry questa volta era completamente steso, il sedile reclinato al massimo. Stava continuando a giocare con il pulsante della poltrona al suo lato.

"E' divertente che l'abbiate accennato. Stavo cincischiando nel salotto del mio castello con una manciata di avvenenti signorine tutte infatuate di me quando..., mi sono ritrovato a cercarvi." Iniziò, il suo accento britannico era molto più accentuato rispetto quello degli altri due Harry. Posizionò le mani sul retro della sua testa e sospirò, fissando intensamente il tettuccio della macchina.

Sembrava davvero uno di quei ricchi magnati multimilionari, uno di quelli che rideva mentre mangiava differenti tipi di formaggio e che possedeva un proprio vigneto in qualche campagna.

"Me?" Chiesi, facendo vagare il mio sguardo da lui alla strada.

"Sì." Confermò, puntellandosi con un gomito per poter studiarmi in volto, considerando che il sedile era ancora abbassato.

"Mi sono svegliato nel posto più bizzarro al mondo, pieno di minuscole porte blu ovunque."

"Armadietti."

"E' allora che mi è apparsa una visione. Una visione su di voi." Disse a bassa voce, come cercando di collegare tutti i pezzi nella sua testa. Sentii il suo sguardo addosso prima che un silenzio lunghissimo cadesse su di noi.

"Madame, siete per caso la puttana di mio padre?"

Sterzai la macchina alle sue parole, gli occhi spalancati. Mi aggrappai al volante con le mani sudate, il cuore all'impazzata mentre i pneumatici iniziarono a stridere sull'asfalto. Alle mie spalle, Teacher Harry scivolò lungo il sedile fino a colpire una portiera, un lamento uscì dalle sue labbra. Una volta che recuperai il controllo della vettura, ritrovai Prince Harry a guardarmi con occhi sgranati.

"Mia Signora-"

"No, non sono la puttana di tuo padre e no, non ho idea da quale mondo medioevale simile a Narnia tu sia uscito. Ma non puoi chiamare una donna puttana, né qui, né in qualsiasi posto simile alle ambientazioni di Doctor Seuss, okay?" Lo ripresi, scuotendo la testa mentre Harry riportava l'inclinazione della seggiola ad una gradazione normale.

The Styles Effect [Italian Translation]Where stories live. Discover now