Capitolo 1

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12 Settembre
Mattina, presso le 8:20 era ora che gli alunni riprendessero carta, penna e  cervello per iniziare un nuovo anno scolastico nell'Hight School Accademy.
Nella scuola  i migliori elementi intellettivi era molto conosciuti, parlarti da tutti ma ovviamente, non tutto poteva essere perfetto
: Come i secchioni dovevano per forza esserci i bulli.
Mancavano ormai altri 3 anni al diploma di Ventus, uno studente modello al secono anno da prendere esempio per come era ordinato, preparato e molto studioso che aveva superato gli esami senza problema, insomma,  un perfettino ma nessuno sapeva che dietro a quell'apparenza c'era una pecca che ostacolava  la sua libertà, questa aveva un nome, ovvero Vanitas.
Vanitas  era invece molto conosciuto  come bullo più prepotente per il maggior numero di vittime che aveva avuto nel primo anno, tra questi c'era anche Ventus che era rimasto una cavia fino al secondo.
Le prime ore scolastiche trascorsero tranquillamente senza importuni o cose varie per Ventus, ricordava bene che nell'anno pretendete oltre ad essere schiavo nel fare i compiti al bullo, veniva anche preso in giro, Vanitas non perdeva mai occasione di deriderlo o fare le sua solite battutacce su come si vestiva oppure su come era legato alla scrittura e alla letteratura ma fortunatamente non era ancora successo ancora nulla.
Chiuse il suo armadietto metallizzato di rosso dopo aver posato i suoi libri dell'ora precedente e prendere al suo posto un quadernino dalla copertina bianca e dai contorni neri con una penna blu.
Si diresse verso la sala pranzo dove da lì  avrebbe consumato il cibo comprato dalla mensa mentre si sarebbe rilassato per 5 minuti dedicandosi a scrivere il suo libro sulle avventure di Homeless.
Poco lontano dalla postazione del ragazzo vi era invece seduto su una sedia del tavolino Vanitas con tanto di sigaretta tra le labbra mentre aspirava  e  cacciava del fumo dal naso lasciando spargere il fumogeno tossico in alto per poi dissolversi in aria
I suoi occhi amarti ispezionavano i tavololini  di quella mensa, studiando i nuovi alunni arrivati e i vecchi che conosceva già.
Tra questi, i suoi sguardo  si fermò sul biondino che aveva a pochi metri da lui: Come poteva dimenticarlo? Non lo aveva mai disobedito in qualche copito e aveva fatto sempre tutto ciò che gli aveva chiesto, peccato che dimenticava spesso il suo nome.
Sarebbe iniziato un nuovo anno, dunque era meglio riprendere il ritmo che aveva prima, deciso di questo si alzò dalla sua postazione, avviandosi verso il ragazzo e  sedersi di fronte a lui.
-Ciao Verginello
Affermò il moro, osservando attentamente il ragazzo dal capo calato verso quel quaderno che subito dopo aver sentito la sua voce del moro sobbalzò  per lo spavento, non aveva minimamente calcolato la presenza dell'altro.
Sentendo poi quel nomignolo non potè farne  al meno di sospirare, tornando con gli occhi al suo manoscritto.
-Non è difficile ricordare il mio nome...Vanitas...
Ribattè enfatizzando il nome dell'altro  come a sottolineare che a differenza sua lui lo ricordava bene il suo nome, eccome se lo ricordava.
Di fronte a quell'arroganza Vanitas rimase bloccato, stava per spengnere  il sigaro e buttare il mozzicone  a terra ma si fermò per ciò che disse. Poco dopo riprese luciditá, sospirando stizzito.
-Vedi si non fare il saputello...
Comunque, è iniziato un nuovo anno, patti chiari amicizia lunga, tu fai ciò che ti dico e non ti accadrà nulla.

Si fermò per qualche istante prima si riprendere il discorso, buttando alla fine il mozzicone a terra

-Oggi ho la partita di football e più tardi devo portare dal meccanico la mia moto, credo che tornerò tardi. Mi servirebbero le relazioni di Chimica e fisica.

Il biondino senza dire nulla prese il suo zaino, tirando fuori una spilletta  con sopra scritto la relazione di chimcia e allora cederla  al moro.

-Adesso ho chimica. Oggi ti farò Fisica.
-O-Oh... ma tu guarda

Prese la spilletta ancora sorpreso per come l'aveva preceduto, guardandolo con fare compiaciuto.
Ventus  vedendo quella sua espressione sorrise felice, in qualche modo si era reso utile ma tutta la scena si interruppe non appena Vanitas cambiò  espressione in un nanosecondo, ridiventando freddo e ostile nei confronti dell'altro.

-Oggi pomeriggio fatti trovare fuori al campetto per la relazione di fisica.
Mi raccomando non mancare

Affermò alzandosi dalla sua postazione.
Ventus  sospirò disperato, tornando avvolito al suo quaderno quando invece notando che l'altro non si era mosso una volta alzato, riprese a guardarlo con fare molto confuso.

-Mhh...  Dammi  i soldi per il pranzo, non ho uno spicciolo

Ordinò il moro.

-Ma...Ma... ho solo 10 ed è tutto quello che ho

-Non fa niente... dammeli ..

Era un bullo, di conseguenza se lo avrebbe contraddito ne avrebbe seguito le conseguenze.
Prese dal suo portafoglio  la banconota da 10, cedendola di conseguenza all'altro che una volta afferrata di fretta e furia come se tenesse gli artigli da gatto se ne fuggì.
Poco più tardi vicino al tavolo di Ventus arrivò il suo migliore amico. Come poteva sapere che era lui? Bastava sentire la sua voce sempre riconoscibile per come era euforica che salutava tutti quelli che passavano. Alzò lentamente il suo sguardo azzurro mare  quando notò delle mani posarsi sul banco, di conseguenza lì seguì  fino ad arrivare al volto: Era Sora. Infatti.
-Ciao Ven! Come stai?
Chiese il castano con enfasi, avvolgendo un braccio intorno al suo collo con fare amichevole.
Il biondino abbassò di poco gli occhi, chiudendo con una mano il quaderno che aveva davanti. No che non stava bene, Vanitas aveva preso il vizio ormai, c'erano altri ragazzi intellettivi quasi come lui però nulla, dove girava lui era lì,  lo perseguitata ma decise di sorridere debolmente all'amico, tanto per non farlo preoccupare...

-Sto Bene...

Sora era il migliore amico di Ven, chi meglio di lui sapeva cosa aveva il suo compagno?
Si sedette accanto a lui, guardandolo attentamente negli occhi.

-È... ancora per Vanitas vero?

Commentò dispiaciuto Sora

-Sto bene, davvero...

-Ven, ti rendi conto che questa è una pazzia?! Perché ti vuoi far schiavizzare da lui?!

-Non capisci Sora...
Se non lo faccio lui mi picchia..

-Beh allora non farti trovare no? Sembra che per ogni parte in cui vai lui è  lì, come se tu sai già le sue tappe... cioè... come dire... sembra che tu ti voglia fra trovare...!

-Ti prego, mi fa male la testa...

Rispose posando una mano sulla forte. Troppi problemi magari, può essere...?
Ma in testa sua aveva solo in mente la relazione chilometrica che doveva  fare per il moro. Ormai era sempre la stessa storia, Sora per ogni volta che discuteva di questo fatto, Van faceva sempre in modo di evitare o cambiare argomento.
Sospirò ormai deluso dal suo comportamento...

-Questa sera daròuna festa... ti andrebbe dinvenire?

Propose il compagno

-Non so davvero se...

-Andiamo Ven! Hai perso quella cosa di sorridere! È da un pezzo che non ti vedo divertirti

Era vero, ormai aveva dimenticato come si sorride, da quando aveva conosciuto Vanitas  era diventato dipendente dai suoi ordini. Sospirò appena, non poteva dire di no per l'ennesima volta.

-Gli porto la relazione e vengo...

VanVen: Quella Stupida Attrazione Che C'è Tra Di Noi||Yaoi||Where stories live. Discover now