<< Tirare fuori le palle. >>

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Sono fra le braccia di Pattie. Aspetto che sia lei a spezzare l'abbraccio. Evidentemente aveva bisogno di un supporto femminile. Avere tre figli e tutti maschi, dev'essere abbastanza difficile.
Mi rendo conto che gli abbracci Justin li ha ereditati da sua mamma. Non mi stringe troppo, ma quel che basta per farti capire che ti vogliono bene.

"Justin fortunatamente è fuori pericolo. Adesso è in uno stato di coma, ma i medici sono ottimisti. Non dovrebbe durare per molto. Dobbiamo solo aspettare.", sussurro sentendo le lacrime pronte a scendere. Devo mostrarmi forte. Non posso cedere così facilmente.

Lei non dice nulla, come se fosse stata pronta a tutto questo. Jason e Austin si scambiano qualche occhiata. Loro sanno già tutto e non capisco come. Può essere stato Ryan, ma a che scopo?
Ormai loro non vivono più qui da tanto tempo. Caratterialmente Justin ha preso molto da Jason.
Indossa anche lui una maschera ed è molto cupo.
Pattie decide di andare a trovare suo figlio, mentre io mi preparo alle mille domande che mi faranno i due fratelli. Esco dall'ospedale mi siedo su una panchina.

"Come ti senti?", chiede Austin prendendo posto accanto a me.
Sono a bocca aperta per la domanda postatami. Ero già pronta a difendermi con le unghie, invece mi tocca rilassarmi e trovare un altro genere di risposta.

"Mi sento vuota.", è la verità. Justin dice sempre che io ho portato la vitalità nella sua vita, ma non si è mai reso conto che anche lui ha fatto la stessa cosa con me. Mi ha dato la forza di credere nell'amore. Di credere che insieme possiamo davvero superare ogni ostacolo.

"Dobbiamo vendicarlo adesso.", la voce gelida di Jason mi fa sussultare. Entrambi lo guardiamo. Ha la stessa espressione di Justin quando inscena il delinquente che c'è in lui.

"Non è questa la soluzione Jaz. E tu lo sai.", Austin è calmo e pacato. Potrebbe anche scoppiare una bomba in questo momento, e lui comunque rimarrebbe tranquillo.

"Tu che ne sai? Nostro fratello è in coma! È stato attaccato per una ragione, non per sbaglio. Voglio vedere quel Stefan morto per mano mia.", stringe i pugni e sento il suo respiro corto.
Ho la sensazione che mettersi contro di lui non sia una bella cosa. Meglio stare alla larga da uno come lui. Mi chiedo se abbia degli amici o una ragazza.
"Justin farebbe la stessa cosa per te o per me. Per una cazzo di volta tira fuori le palle!"

Neanche dopo questa provocazione Austin non cede. Rimane calmo. Se fossi stato in lui, sarei già addosso a Jason. Che impertinente di ragazzo! Ognuno reagisce alla sua maniera, non siamo tutti uguali. Anche se non lo dà a vedere Austin è preoccupato per suo fratello. Anche lui alla fine si nasconde dietro ad una maschera.

"E tu? Hai intenzione di fare qualcosa?", sposta l'attenzione su di me. Speravo di non avere nessun confronto con lui, ma sono stata sfortunata.

"Intanto io ho un nome caro! Mi chiamo Ariane!", sputo fuori guardandolo male. Non mi conosce e mi tratta pure male?! Ha sbagliato persona, con me non deve scherzare.
Mi guarda con indifferenza, come se la cosa non lo colpisse affatto. Stringo i pugni e mi alzo fronteggiandolo.
"Pensi che non me ne freghi niente di tuo fratello? Mi sembra di ricordare che tu non ci sei stato in questi ultimi tempi, quindi comincia a trattarmi con rispetto, perché Justin si incazzerebbe da morire se sapesse che mi tratti male. Sono la sua ragazza e fino a prova contraria sono l'unica persona che ha avuto vicino in queste ultime settimane. Sarai anche suo fratello, ma vengo io prima di te adesso.", sussurro gelidamente e mi giro per tornare dentro l'ospedale.

Non ho mai trattato nessuno in questa maniera, ma è ora che tiri fuori anche io le palle.

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