Bugie

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12 marzo 2019

In principio furono soltanto due le pasticche che scendevano lungo la sua gola quasi ogni giorno, sfamando un animo dannato e spezzato e placando quei desideri oscuri che richiamavano la morte. Ma più i giorni passavano più l'effetto che sortivano su di lui sembrò sfumare: con due pillole non riusciva a sentire più quella sensazione di ebrezza, così cominciò ad assumerne quattro, poi sei, poi otto.

Quelle sostanze erano state l'inizio della fine per lui. Lo aiutavano a essere immune al dolore, non sentiva altro che indifferenza verso suo padre, verso Francis e Gabriel. Non sentiva più nulla, il suo cuore era come un chicco d'uva che a poco a poco stava marcendo nel suo petto. Una voragine oscura si faceva spazio fra le sue costole, ma ciò che più contava per lui era riuscire ad andare avanti in quell'inferno.

Con la gola ancora in fiamme e gli occhi che pizzicavano dietro le spesse lenti degli occhiali da vista, dalle iridi visibilmente arrossate, Flynn camminò lungo uno dei tanti corridoi della scuola. Le braccia erano molli, abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo perso.

Indossava una delle sue camicie a quadri, ma al contrario del solito la stoffa era piuttosto sgualcita e non perfettamente stirata, mentre i bottoni non erano chiusi fino al colletto, lasciavano anzi intravedere una porzione del suo petto.

«Guarda un po' chi si vede, proprio a te stavamo cercando. Ehi, ehi, fermo! Ma dove scappi?» Gabriel trattenne a stento una risata per quel vano tentativo di Flynn di superarlo, di sfuggire all'ennesimo scontro. Gli posò una mano sul petto e gli tagliò il cammino, con un sorriso a curvargli le labbra. «È così che ci si comporta, Flynnegan? Noi vogliamo farti un regalo e tu te la dai a gambe? Non te l'ha insegnato la tua mamma che è maleducazione?»

Francis, che fino a quel momento aveva atteso appoggiato con le spalle contro gli armadietti, si avvicinò a loro. «Sono sicuro che apprezzerai, la cura che abbiamo avuto nella scelta di questo dono è ammirevole.»

Gli porsero quello che parve essere il solo scheletro di un libro: si trattava di una copertina, annerita e bruciacchiata, le cui pagine erano state strappate via. Sulla superficie color carbone, Flynn riuscì a scorgere il titolo di quello che un tempo era il dono di sua madre, l'unica cosa che gli rimaneva di lei.

Lo sentì il suo cuore spezzarsi, poté udirne i cocci crollare a terra, e il rumore era così simile a quello di un piatto di ceramica che si infrangeva contro il pavimento. Eppure, non una lacrima gli rigò il volto, non una smorfia giocò sui mascolini tratti del suo viso. Indifferenza, soltanto questo provava mentre prendeva in mano l'ultimo resto di un ricordo passato.

Spostò gli occhi su Francis e poi su Gabriel nel completo silenzio. Questi non aspettavano altro che vederlo distrutto, ma rimasero soltanto delusi e con l'amaro in bocca quando videro come li superò senza batter ciglio. Ancora non immaginavano che il vecchio Flynn, lo sfigato che tormentavano dalle elementari, aveva smesso di esistere nel momento in cui la dipendenza da cocaina aveva fatto il suo ingresso nella sua vita.

Quello che si presentava loro davanti non era un semplice ragazzo con ferite nel corpo e nell'anima, poiché una nuova versione di Flynn si stava impossessando di quel corpo. Lui marciava giorno dopo giorno su un sentiero che lo conduceva inevitabilmente verso l'oscurità, dove nemmeno un flebile raggio di luce si stagliava in uno sfondo nero come la pece e persino le stelle, sue protettrici, faticarono per raggiungerlo.

Le giornate di Flynn trascorrevano lente, silenziose, vuote e tutte uguali. Andava a scuola, ma non prestava attenzione ad alcuna lezione. Tornava poi a casa, si stendeva sul letto e attendeva che l'effetto delle pasticche finisse per assumerne delle altre.

I libri posati con cura sulle mensole non vennero più sfogliati, la sciarpa dei Lakers rimase appesa nell'appendiabiti dietro la porta senza essere più utilizzata. Il suo materiale scolastico venne impilato sopra la scrivania, quel sogno che custodiva gelosamente di andare a Yale o Harvard era ormai sfumato e la sua fame di sapere si tramutò in un altro tipo di fame.

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora