Cosa stiamo facendo?

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Ho bevuto, ho bevuto
Divento ripugnante quando
quel liquore entra dentro di me
Ho pensato, ho pensato
Perché non riesco a non toccarlo, tesoro?
Ti voglio.
Perché non riesco a non toccarti, tesoro?
Ti voglio.

THERESA'S POV

Dylan ed Abi erano andati via da un bel po' ormai e la noia incombeva, non volevo andare via ma iniziavo a soffrire di solitudine, si chiamiamola così.
Ero preoccupata per Abigail, era successo tutto così in fretta e non sapevamo assolutamente nulla di quello che stava succedendo.
Girovagai un po' per il corridoio, andai giù nel cortile e vagai per un tempo indeterminato; mi mancava un po' tutto, la compagnia degli amici scolastici, il calcio, si soprattutto quello, le feste e sì anche la scuola. Quella solita routine, anche noiosa, evitava che la mia mente pensasse a troppe cose e che ricadessi in una solitudine personale nel quale mi stavo addentrando. Dylan ed Abi mi stanno sempre vicino, non lasciano o almeno provano a non far entrare nella mia testa pensieri così negativi... Alcune vomte funzionava, altre no.
Decisi di cercare Brian, così per parlare un po', per sfogarmi e perché no... Per avere un po' della sua spontanea semplicità e simpatia. Girai, girai per un po' nell'ospedale chiedendo anche in giro se l'avessero visto o se oggi fosse in ospedale ma purtroppo proprio oggi era il suo giorno libero. Non ci voleva, proprio oggi che avevo così bisogno di sfogarmi.
Ritornai in corridoio in sala d'attesa davanti la stanza di Wes...
Non volevo entrare, non so perché... Questa stanza diventava per me sempre più opprimente e non volevo entrarci.
Stava succedendo qualcosa in me, non è che non volessi stare con Wes... Soltanto non volevo stare con lui COSÌ...
Non sapevo proprio cosa fare, mi sentivo in colpa... Non potevo comportarmi così con Wes, era l'ultima persona che meritava un trattamento del genere.
Aspettai ancora un po' sperando nell'arrivo di Dylan... Non vedendo miglioramenti, entrai da Wes... Glielo dovevo.
Entrai davvero molto lentamente, solita storia... Aprii la porta, mi affacciai, guardai per un po' la stanza... Entrai, mi sedetti, ascoltai per un po' il bip della macchina che segnava i battiti del mio Wes... Così lenti...
Poi, come al solito, guardai lui, lo accarezzai... Scombussolai i suoi capelli e iniziai a parlare.
"Lo hai sempre saputo che mi piacciono scompigliati i capelli... Non posso resistere, odio quando le infermiere te li pettinano... Non puoi opporre resistenza ne' a loro...ne' a me e io continuerò a spettinarti i capelli anche se tu non lo sopporti."
Aspettai... Ma nulla, come al solito...
"Cazzo... Odio questa situazione, è snervante, fastidioso... Vorrei che tu fossi sveglio, mi parlassi, mi prendessi a parolacce!! Ma non puoi farlo per uno stronzo che ti ha investito! Non ce la faccio più seriamente!"
Aspettai ma non so nemmeno io cosa...
"Al diavolo tutto questo! Wes non è tua la colpa davvero... Ma capiscimi... Non ce la faccio più..."
Uscii... Avevo le lacrime agli occhi e mi buttai come al solito sulla sedia della sala d'attesa.
Decisi in preda allo sconforto di chiamare Dylan, l'ultimo che mi era rimasto.
"D-dylan?..."
"Tess! Che hai?"
"N-niente, non sto molto bene qui da sola"
"Eieiei tu stai piangendo!"
"Ma no... Tranquillo... Solo che non voglio stare da sola"
"Cucciola... Devi stare tranquilla, sto arrivando"
"Ma se hai altri impegni stai tranquillo"
"Nonono non può stare così la mia Tess"
Le parole di Dylan mi fecero scaldare il cuore, è un ragazzo d'oro.
Quando arrivò ero ancora su quella sedia e appena alzai gli occhi, lo guardai e potrei dire che stetti un po' meglio.
Corse subito da me e mi abbracciò lasciandomi anche hn po' di stucco, affondai la testa nell'incavo del suo collo e lui mi strinse forte a se, rasserenandomi davvero.
Non dicemmo nulla in quell'arco di tempo; ad un certo punto mi accarezzò la schiena e i brividi invasero la mia schiena, istintivamente l'abbracciai più forte e mormorai un "grazie..."
"Non potevo lasciarti così, da sola... Dobbiamo svagarci un po'"
"Nel senso?"
"Usciamo"
"Così su due piedi?"
"Bhe si cosa importa... Non abbiamo nessuno che ci aspetta a casa" gli si incupì un po' il volto e capii immediatamente perché... Così per cambiare subito discorso risposi alla sua domanda.
"Va bene."
"Decisa sei eh.."
"Quando voglio..."
"Cosa!? Tess sei impazzita" disse ridendo.
"Qualche pazzia ci vuole a volte no?"
"Sono d'accordo... Prima un gelato ti va?"
"Non posso rifiutare, ormai sono in gioco"
"Quindi andiamo?"
"Eh si, dovrei cambiarmi però"
"Oh ma andiamo! Vieni qui e sbrighiamoci, si è fatto tardi"
"Oh Dylan tu mi provochi"
"Allora non perdiamo tempo!"
Immediatamente mi prese a mo di sacco di patate e ci avviammo verso l'uscita mentre mi dimenavo finché non salimmo in macchina.
Chissà cosa gli passava per la testa a quello lì...

La ragazza dal sorriso spezzato 2Where stories live. Discover now