Uno studio in rosa

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L' omicidio era avvenuto in un palazzo abbandonato a Brigson Lorinston Garden.
Giunti lì i due consulenti notarono una cosa inquietante: la carta da parati marrone con gli alberelli, il vecchio pavimento di legno, la decadenza della stanza tutto ricordava il primo caso in cui il dottore e il genio lavorarono insieme. Persino la vittima: con lo stesso cappottino rosa e la stessa gonna (dello stesso colore del cappotto) della prima vittima, persino lo stesso smalto e colore e taglio di capelli; tutto ricordava "Uno Studio in Rosa".
:-Com'è stata uccisa?-: chiese l'ex-medico militare
:-Con una pillola di cianuro-: rispose Lestrade :-E se non sembrasse una storia del tuo blog diremmo che è un caso di suicidio-:
:-È davvero strano!-: esclamò John guardando il suo collega e trovando anch'egli strano. Da quando era entrato nella stanza, il consulente detective non si era comportato da Sherlock Holmes: non aveva perlustrato la scena del crimine, non si era minimamente avvicinato al corpo ancora senza nome, non aveva fatto domande o criticato gli agenti di polizia per le ovvietà che stavano dicendo, ma era in un angolino, fermo, immobile a fissare con occhi vacui e pensierosi il corpo di quella povera donna vittima di un imitazione.John si avvicinò all'amico chiedendo se stesse bene e commentando il fatto che chiunque sia stato ha operato in modo tale che fosse tutto identico ad "Uno Studio in Rosa"
:-Non tutto è identico-: proferì finalmente Sherlock prima di uscire frettolosamente dalla stanza :-Anzi è tutto completamente diverso-:
:-Sherlock dove vai?-: gridò John spazientito dal comportamento più insopportabile del solito del suo migliore amico e stava per raggiungerlo quando la voce di Lestrade lo fermò: avevano trovato i documenti di identità della vittima. Si chiamava Sara Holmes.
John uscì dalla stanza seguendo Sherlock

PERICOLO PER LA FAMIGLIA HOLMESWhere stories live. Discover now